Questo terzo ed ultimo evento collaterale in programma, arricchisce ulteriormente il dibattito aperto con la mostra sul rapporto Uomo/Natura, concentrandosi sui legami che inevitabilmente si instaurano tra l’uomo e gli innumerevoli “luoghi” in cui si ritrova a vivere nel corso della sua esistenza. È possibile, in questo caso, parlare di legami simbiotici poiché spesso, la vita dell’uomo viene influenzata proprio dai luoghi in cui ha deciso di fermarsi (e viceversa).
«Cercatori di noi stessi, estranei talvolta alla nostra stessa identità, rischiamo di farci presenze effimere, impersistenti. I luoghi diventano specchi che ci riflettono e ci reinventano all’infinito; sono fuochi che riattivano il nodo centrale della nostra identità intersecando altri nodi, altri punti, altri uomini in presentia e in absentia».
Così, riscopriamo che nelle diramazioni della vita ci sono “luoghi” e memorie di spazi, di suoni, di odori che non ci abbandonano mai e che possono fare ritorno, talora irrompendo all’improvviso e segnando per sempre la nostra “strada maestra”. Si attuano allora “subsidenze” del nostro essere, sprofondamenti in singoli frammenti. Perché il presente rinnova continuamente il proprio asse/guida nel passato e il passato, mediante l’emozione del ricordo – lui, che conferisce valore al percorso – si modifica nel presente, in ogni presente che gli fa seguito. Perché nulla si acquieta nel tempo ma tutto si trasmuta.
Così anche i luoghi si modificano e trascolorano a seconda delle stagioni della nostra anima e diversamente nell’atteggiamento degli uomini che nel tempo li attraversano. Emotivamente ricordiamo e dimentichiamo perché i luoghi che abbiamo vissuto, i luoghi che abbiamo visitato e fatto nostri sono spazi privilegiati della nostra vita e per questo ci contengono all’infinito.
DANIELE CALLINI è nato a Ravenna il 31 agosto 1961 e vive a Brisighella. Sociologo, ha insegnato per molti anni in diversi Atenei e Facoltà, corsi di laurea e di specializzazione. È stato per un decennio amministratore di una società di ricerca e formazione. Oggi è professore presso l’Università IUS di Venezia e consulente di diversi sistemi organizzativi e educativi.
È autore di numerose pubblicazioni su cambiamento, complessità, apprendimento. Ha di recente fondato la Libera Officina, un laboratorio per la crescita di persone e organizzazioni.
MONICA GUERRA è nata a Faenza il 4 ottobre 1972, dove vive attualmente. Trascorsa l’infanzia a Tredozio, antico borgo dell’Appennino tosco-romagnolo, si è trasferita negli Stati Uniti dove ha studiato e compiuto le prime esperienze di lavoro.
Conseguita la laurea e un Master in Business Administration è divenuta, negli anni, imprenditrice, ma il suo più prezioso oggetto d’amore è la poesia. Ha pubblicato diversi brani all’interno di raccolte e volumi dedicati a concorsi letterari.
Raggi di luce nel sottosuolo, pubblicato da Albatros nel 2013, è la sua prima silloge monografica.
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