
BOLOGNA – A vent’anni dal debutto, la compagnia bolognese Teatrino Giullare (Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti) porta in scena al Teatro delle Moline di Bologna dal 4 al 9 marzo la sua originale e potente versione di Finale di partita di Samuel Beckett, spettacolo con numerose repliche in Italia e all’estero e vincitore di importanti riconoscimenti, come il Premio ANCT 2006, il Premio Speciale Ubu 2006 e il Premio Speciale della Giuria al 47° Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo nel 2007.
Noto per la sua ricerca teatrale basata sull’idea di attore artificiale, Teatrino Giullare interpreta e mette in scena le dinamiche narrate nell’enigmatico capolavoro del drammaturgo irlandese come una partita a scacchi. Si tratta di un riferimento suggerito dallo stesso Beckett nell’opera e nel titolo stesso: il finale di partita è infatti la terza e ultima parte del gioco degli scacchi, una fase distinta dal ridotto numero di superstiti sulla scacchiera e dalla presenza del Re che non è più un pezzo da difendere, ma una figura di attacco.
Le tensioni fra gli attori-giocatori e le possibilità di movimento tra le pedine-personaggi diventano dunque i motori dell’intera vicenda che, come tipico del teatro dell’assurdo beckettiano, affronta i temi dell’incomunicabilità e dell’inazione.
I due protagonisti – rispettivamente il vecchio Hamm e il suo servitore Clov – non si sopportano ma nonostante tutto continuano a vivere in una malsana co-dipendenza. Il primo è dunque una pedina ferma e cieca, mentre Clov si affanna per la scacchiera senza potersi mai sedere, anche lui sulla strada della cecità e dell’immobilità e nel tentativo di prendere la strada verso l’uscita. Nagg e Nell, i genitori di Hamm, sono invece pedine fuori gioco, e metà rinchiuse in bidoni.
Tra mosse e contromosse, lo spettacolo si rivela, ancora oggi, un’originale sinfonia di botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri e rinunce, capace di restituire il dramma esistenziale di questi personaggi chiusi in una stanza sospesa nel tempo e nello spazio e in cui, grazie alla dimensione del gioco, si accentua il senso di spaesamento dato dalle assurdità, sempre attuali, dell’animo umano.
Teatrino Giullare, fondato e diretto da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, dal 1996 conduce una ricerca drammaturgica attraverso la sperimentazione di artifici scenici che hanno condotto alla definizione di una poetica originale, che si manifesta in allestimenti teatrali, installazioni e workshop. Le opere della compagnia sono state in tournée in Italia e in altri 35 paesi del mondo (Europa, Usa, Canada, Cina, Argentina, Uruguay, Guatemala, Etiopia, Kenia, Russia, Turchia, Pakistan, India, Iran, Israele, Egitto, Marocco, Colombia, Venezuela). Gli attori artificiali, gli strumenti di trasformazione, deformazione, duplicazione, gli oggetti, le soglie, le estensioni e le protesi espressive, i campi di forza fisici e mentali, sono gli strumenti creati per dare ascolto alla parola e per indagare il lavoro dell’attore, la comunicazione teatrale, ricercare ed esaltare la natura più intima dei testi.
La Compagnia debutta al Corso di Drammaturgia di Giuliano Scabia al Dams, Università di Bologna, con ALCESTI di Euripide, seguono lavori su Aristofane (1996), Plauto (1997), la Commedia dell’Arte (1998), Shakespeare (2002) e le scritture originali Re di bastoni Re di denari (1999), Fortebraccio contro il cielo (2003). Dal 2005 inizia il lavoro sulla drammaturgia contemporanea e del Novecento allestendo Finale di partita di Samuel Beckett, Alla meta di Thomas Bernhard, Lotta di negro e cani di Bernard-Marie Koltès, La stanza di Harold Pinter, Canti del guardare lontano di Giuliano Scabia, Le amanti da Elfriede Jelinek, Menelao di Davide Carnevali, La tana da Franz Kafka. Nel 2009 produce Coco, primo allestimento italiano del testo incompiuto ed inedito di Bernard-Marie Koltès dedicato a Coco Chanel, progetto che poi si è sviluppato nel soggetto originale Coco. L’ultimo sogno. Nel 2016, in occasione del quarto centenario della morte di William Shakespeare, produce, in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona e l’associazione Liberty, per la prima volta in Italia, un allestimento di Romeo e Giulietta basato sul testo del Primo In-Quarto (Q1) pubblicato a Londra nel 1597. Nel 2019 producono con ERT / Teatro Nazionale Menelao, dal testo di Davide Carnevali, che debutta all’Arena del Sole di Bologna.
Teatrino Giullare ha inoltre condotto numerosi seminari e workshops teatrali in Italia (Università di Bologna, di Firenze e di Venezia) e all’estero (Argentina, Turchia, Serbia, Egitto, Albania, Polonia, Colombia). Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio Speciale Ubu (2006), il Premio Nazionale della Critica (2006), il Premio della Giuria ed il Premio Brave New World per la regia al 47^ Festival Internazionale di Teatro MESS di Sarajevo (2007), Il Premio Hystrio Altre Muse (2011), l’Excellent Play Award della Central Academy of Drama di Pechino (2019), il Premio Rete Critica (2020), il Premio Hystrio Digital Stage (2021).
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44
Prezzi dei biglietti: da 7 € a 27 €
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00
Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com
Teatro delle Moline
Via delle Moline 1/b, Bologna
dal 4 al 9 marzo 2025
martedì, giovedì e sabato 21.00 | mercoledì ore 19.00 | domenica ore 18.30
Finale di partita
di Samuel Beckett
copyright Editions de Minuit
diretto e interpretato da Teatrino Giullare
traduzione Carlo Fruttero
scenografia e pedine Cikuska
maschere Fratelli De Marchi
produzione Teatrino Giullare
allestimento da scacchiera per pedine e due giocatori
Premio Speciale Ubu 2006
Premio Nazionale della Critica 2006
La commedia Finale di partita di Samuel Beckett è rappresentata in Italia dall’Agenzia D’Arborio 1902 srls
durata 1 h
Lo spettacolo è sconsigliato a un pubblico infantile