“La fibromialgia – commenta l’Assessora ai Servizi per la Persona Carmelina Labruzzo – è una malattia molto complessa che presenta un ampio ventaglio di sintomi oltre al dolore cronico diffuso. Tutti questi sintomi causano pesanti limitazioni nella capacità dei pazienti di svolgere le normali faccende quotidiane e influiscono gravemente sulla loro qualità di vita. Aderendo a questa campagna nazionale intendiamo sensibilizzare la nostra comunità sulle condizioni del paziente fibromialgico portando l’attenzione dei cesenati su una patologia a molti invisibile che spesso fa sentire sole le persone a cui è stata diagnosticata. Tra loro c’è un’eroina silenziosa, la giovanissima cesenate Carlotta Piraccini, che ha portato alla mia attenzione questo problema che non deve essere trascurato per il bene di tutti coloro che quotidianamente, anche insieme alle proprie famiglie e medici di base, devono lottare contro questa ‘bestia’”. All’iniziativa nazionale hanno aderito oltre 200 città che si illumineranno di viola insieme a 6 regioni.
Carlotta Piraccini, da tre anni Tutor di un Laboratorio di Progettazione presso l’Unibo Cesena e progettista autonoma presso un mobilificio locale, ha scoperto da adolescente di essere affetta da fibromialgia. “Il problema alla base di questa malattia – commenta Piraccini – è che essendo invisibile – al momento la medicina non conosce esami clinici che evidenzino la presenza della patologia – spesso non è ritenuta grave: in Italia siamo 2 milioni di fibromialgici, ma ci sono tantissime persone che, da anni e anni, sono in attesa di una diagnosi chiara. Oggi ho 29 anni e sin dall’età di 13 convivo con questa patologia e con i ‘suoi’ dolori cronici che a volte mi rendono poco autonoma. Solo dopo 15 anni dalla prima manifestazione mi è stata ‘finalmente’ diagnosticata la malattia anche grazie all’aiuto del mio medico di base, il mio angelo custode, il dottore Vincenzo Meravigli. Descrivere ciò che vive un fibromialgico è difficile, spesso mi sento dire: ‘non sembri malata, hai un così bel viso’. Ho bisogno di medicine che inibiscono la percezione del dolore più volte al giorno ed è vietato saltare la cura. Attualmente – prosegue Carlotta Piraccini – sono seguita dal team di esperti del Centro Essere di Calisese, che a seconda delle mie condizioni adattano gli esercizi. Ho sempre praticato sport nella mia vita: ginnastica artistica, ritmica, palestra; insomma l’elasticità non mi è mai mancata, ma più crescevo e più vedevo che soprattutto al mattino ero sempre più rigida e i dolori aumentavano. Spero di aver trasmesso la realtà di una malattia apparentemente invisibile, ma davvero dolorosa, con l’augurio di non essere più invisibili, anche per la sanità pubblica”.
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