Fiaccolata in memoria di don Peppe Diana

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Da piazzale Santa Croce fino a piazza Garibaldi la luce di Libera contro le mafie

PARMA – La Fiaccolata in memoria di don Peppe Diana, promossa da Libera Parma, in collaborazione con Comune di Parma e Agesci ha illuminato ieri il centro storico rinnovando l’impegno contro tutte le mafie in vista della XXVIII Giornata Nazionale in ricordo delle vittime delle mafie che si svolgerà a Milano il 21 Marzo 2023.  

Alla testa del corteo partito da piazzale Santa Croce erano il Prefetto di Parma Antonio Lucio Garufi, l’Assessore alla Legalità del Comune di Parma, Francesco De Vanna, Susanna rappresentante di Agesci con tanti giovani scout, le Assessore Daria Jacopozzi con delega all’Associazionismo e alla Pace, Chiara Vernizzi con delega alla rigenerazione urbana, Caterina Bonetti Assessora ai Servizi Educativi e molti consiglieri comunali oltre al Presidente del Consiglio Comunale Michele Alinovi

All’arrivo in Piazza Garibaldi, dopo i saluti di Antonio Pignalosa di Libera ha preso la parola l’Assessore alla Legalità del Comune di Parma Francesco de Vanna. “Parma, città e territorio della legalità, ha voluto fortissimamente tornare alla formula della fiaccolata in preparazione della giornata del 21 marzo che celebrerà le vittime di mafia e a cui parteciperà con il gonfalone della città a Milano. Il contrasto alle infiltrazioni criminali parte, infatti, dalla considerazione che il cuore della mafia è probabilmente al sud, ma il suo portafoglio è al nord e la politica e le istituzioni devono, in tutto il Paese, fare di tutto affinchè si rompa il muro dell’omertà e della sottovalutazione dietro il quale si nasconde quella cosa immonda che è la mafia”.  

Peppe Diana entrò nel 1968 in seminario ad Aversa, dove frequentò la scuola media e il liceo classico. Successivamente continuò gli studi teologici nel seminario di Posillipo, sede della Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale. Nel marzo 1982 fu ordinato sacerdote. Ben presto divenne assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche assistente del settore Foulards Bianchi. Il 19 settembre 1989 fu nominato parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, suo paese nativo, per diventare poi anche segretario del vescovo della diocesi di Aversa, monsignor Giovanni Gazza. Erano gli anni del dominio assoluto della camorra e don Peppe Diana dimostrò chiaramente e senza paura da che parte stava. Alle 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana fu assassinato nella sacrestia della sua chiesa, mentre si accingeva a celebrare la santa messa. Un camorrista lo affrontò con una pistola, esplodendo cinque proiettili che andarono tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe morì all’istante. Lo scritto più noto di don Peppe Diana è la lettera “Per amore del mio popolo”, un documento diffuso nel giorno di Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana: un vero e proprio manifesto dell’impegno contro il sistema criminale che, probabilmente, segnò la condanna a morte di don Peppe. 

L’attrice Beatrice Carra di Zona Franca ha letto, con intensità “Per amore mio popolo” la lettera-manifesto di Don Diana che nel Natale 1991 venne letta in tutte le chiese di Casal di Principe e dell’Aversano e che gli costò la vita.