Parma

Festival della Parola di Parma: presentata la nuova edizione

È dedicata al grande Signor G, che nel 2019 avrebbe compiuto 80 anni, la sesta edizione, che si terrà il 22, 24, 25 e 26 giugno

PARMA – VI EDIZIONE DEL  FESTIVAL DELLA PAROLA DI PARMA,  NEL NOME DI GIORGIO GABER

Quest’anno la sesta edizione del Festival della Parola di Parma – realizzata grazie al sostegno del Comune di Parma, della Regione Emilia Romagna, con il contributo di Fondazione Cariparma e di Opem (main sponsor della rassegna), Marella Costruzioni – sarà dedicata a Giorgio Gaber. Sarà un modo per omaggiare il geniale artista, a 80 anni dalla sua nascita e proprio alcune delle iniziative in programma e degli ospiti che interverranno sono il frutto della collaborazione con la Fondazione Gaber. Incontri colloquiali, mostre, spettacoli, laboratori, come sempre tutti ad ingresso gratuito, prenderanno in prestito i titoli delle canzoni di Giorgio Gaber, ispirati dunque da atmosfere e temi affrontati dal formidabile cantautore.
Anche in questa edizione, i protagonisti provengono da mondi diversi della cultura, della comunicazione e dell’arte: per alcuni di essi si tratta di un ritorno al Festival della Parola di Parma – Andrea Scanzi, Fabrizio Coniglio, Bebo Storti, Francesco Specchia, Alessio Alberini; altri, come lo scrittore Marco Balzano, Paolo Iabichino (pubblicitario tra i più importanti in Italia), la filosofa Elena Pulcini, il regista Duccio Forzano, i giornalisti Massimo Bernardini e Umberto Broccoli, il poeta Franco Arminio, Francesca Codeluppi (operatrice culturale) saranno ospiti per la prima volta del Festival, alla stregua di alcuni parmigiani come i giornalisti Luca Sommi e Francesca Schianchi, la prof.ssa Vincenza Pellegrino, il Direttore del Complesso Monumentale della Pilotta Simone Verde, il violoncellista Luca Franzetti.

Dopo il successo delle precedenti edizioni, alcune iniziative verranno riproposte, come le Sfide oratorie, la Campagna in difesa della parola; accanto ad esse, alcuni nuovi progetti, come il laboratorio di scrittura autobiografica in carcere, il laboratorio corale rivolto ai bambini, in collaborazione con l’Ars Canto, e la “rubrica” il Festival dà la Parola, che aprirà, alle 18:30, in ciascuna delle quattro giornate, uno spazio in cui “prenderanno la parola” nobili realtà del territorio: la Fondazione Cariparma, Ad Personam, Comitato per San Francesco del Prato, Ausl e Comunità Terapeutiche di Parma e provincia.

Da segnalare, dal 21 al 26 giugno, presso la Chiesa di San Tiburzio, la mostra dei Quadritos, dell’artista Brunella Tegas, presente in tutti i giorni di apertura dell’esposizione, e inoltre il concerto che chiuderà questa edizione del Festival: 80 voglia di Gaber. La chitarra e la voce magnetica di Giulio Casale condurrà il pubblico attraverso i più grandi successi del Signor G, per la prima volta arrangiati in chiave classica (da Fabrizio Castania) ed eseguiti dalla Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti, in una imperdibile prima nazionale.
G.G., o il Signor G., come lo chiama chi lo ama, si potrebbe definire “una sola moltitudine”, per usare un’espressione di Fernando Pessoa, uno dei suoi scrittori prediletti e compagno d’inquietudine, le cui citazioni sono disseminate in molti testi di Gaber, soprattutto in quelli che appartengono alla “maturità”. Difficile ridurre Gaber ad uno, si perderebbe la straordinaria varietà delle sue tematiche, delle sue esperienze, delle sue letture, della sua arte: sono troppi gli spunti, le provocazioni, le riflessioni e le canzoni memorabili.
Si sente Gaber ed è come leggere Pessoa ed Adorno, Cristopher Lasch e Costanzo Preve, Simone Weil e Heidegger. Gaber non si può esaurire in un articolo, né in un colore politico o in un’etichetta: la sua eredità è molteplice e variegata, Gaber è parola, intesa come scrigno di bellezza nella sua infinita varietà costituzionale. Scomodo, geniale, ironico, poeta, irresistibile, inimitabile, interprete sublime dell’invettiva, voce fenogliana di una Questione privata, intellettuale libero, affine a Pasolini nel desiderio di andare “oltre”, perché soltanto abbattendo le barriere dell’Italietta borghese si può adempiere al proprio ruolo di Artisti.
Uno dei principi del Festival sarà dunque quello di divulgare e valorizzare la figura e l’opera dell’artista Gaber, riservando un’attenzione particolare alle fasce di pubblico più giovane, e sempre puntando a rivalutare e promuovere l’importanza fondante della Parola tout court, intesa nei suoi molteplici contesti e significati.

Parola e Giorgio Gaber, coppia del Festival 2019, dove la ricchezza delle espressioni artistiche che ne potrà derivare farà della manifestazione un appuntamento assolutamente imperdibile.
Alla conferenza di presentazione del Festival, tenutasi venerdì 14 giugno nella sala stampa del Comune di Parma, è stata ribadita l’importanza di difendere la Parola, nella sua accezione più nobile. L’Assessora alla Scuola e all’Educazione del Comune di Parma, Ines Seletti, ha esordito su questo punto:<La Parola è qualcosa da tutelare, oggi più che mai se pensiamo all’uso improprio che talvolta se ne fa sui media. Questo Festival è, dunque, molto importante per la città e non solo; è una rassegna a 360°, con tantissimi appuntamenti ed è bello che sia dedicato a Gaber, a un uomo che della Parola fece un’arte>.
Ha poi proseguito Manlio Maggio, curatore del Festival: <Quello che mi rende più orgoglioso è di aver coinvolto anche molti giovani, per esempio con il progetto di alternanza scuola-lavoro, e la realizzazione di iniziative come le Sfide Oratorie. Pensiamo che sia necessario far conoscere alle nuove generazioni un genio come Gaber, un artista poliedrico, innovatore, estremamente contemporaneo. Siamo anche felici di aver sottolineato la territorialità di questo Festival, esaltandone le eccellenze, attraverso collaborazioni, personaggi, luoghi, ma mantenendo un respiro nazionale. Il Festival della Parola parla a tutti>.
L’ultimo intervento è stato riservato ad Ombretta Sarassi Binacchi, general manager di Opem spa, main sponsor del Festival: <Siamo davvero contenti di aver contribuito a un programma così ricco, multiforme, ma sempre legato alla nostra città. Questo programma ha l’appeal giusto: è di spessore, ma senza risultare troppo difficile. Sono appuntamenti che davvero possono fare arricchire il pubblico. Tutto questo va incontro alla nostra politica d’impresa: è fondamentale investire sulla cultura, aiutare la crescita e lo sviluppo di un territorio anche in questa direzione>.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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