Aperto il bando per la provincia di Ferrara grazie all’Istituto di Storia Contemporanea
FERRARA – Si chiamano Viaggi della Memoria i progetti finalizzati a preservare e a trasmettere ai giovani il ricordo dei drammatici eventi legati alla storia del Novecento. Non solo, intendono valorizzare il ruolo e l’attività dei luoghi cardine, potenziare gli strumenti rivolti allo studio e alla formazione, e a promuovere la riflessione sul significato attuale di quelle vicende. Trarre insegnamento dal passato favorisce la partecipazione dei nuovi cittadini alla vita democratica, contrastando ogni forma di pregiudizio, di razzismo, di xenofobia e di violenza, specie in un periodo tanto controverso.
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha affidato all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, come a tutti gli altri organi di conservazione e divulgazione della storia comune, il ruolo di capofila per raccogliere le idee sul territorio. Scuole di qualsiasi ordine e grado, enti locali, fondazioni e associazioni no-profit della nostra provincia potranno presentare i progetti entro e non oltre giovedì 1 dicembre, presso i locali dell’Istituto stesso, in vicolo Santo Spirito, 11. La documentazione necessaria a compilare la domanda si trova in homepage su www.isco-ferrara.com e, per ulteriori specifiche, è sufficiente scrivere a istitutostoria.ferrara@gmail.com, o chiamare lo 0532/207343.
La direttrice Anna Quarzi è appena rientrata dall’ultimo viaggio, insieme alle classi dell’Istituto tecnico “Aleotti”, dei licei “Roiti” e “Dosso Dossi”. Dove e come si può conservare la memoria per progettare il nostro futuro?, è la domanda che ha spinto il gruppo di giovani e adulti, di allievi, docenti e ricercatori a recarsi in Francia, per completare un percorso iniziato in Germania l’anno scorso. Dal Meis di Ferrara, che ha collaborato con l’Anpi alla resa dei contenuti e alla realizzazione dell’itinerario, sono arrivati al Memorial des Enfants Juifs Extermines d’Izieu, al Centre d’Histoire de la Resistance et de la Deportation di Lione, fino a Grenoble, dove molti ebrei ferraresi fuggirono dopo le Leggi razziali del 1938.
«Visitando i luoghi in cui si sono manifestati con forza i grandi avvenimenti – spiega la direttrice – i ragazzi toccano con mano le stanze e gli oggetti di altri esseri umani. Possono così rendersi conto dell’intensità del vissuto altrui, che nessun libro per quanto ben scritto ci potrà mai restituire. Gli allievi del “Dosso Dossi”, una volta tornati dal Campo di concentramento di Saschenhausen, hanno montato un resoconto video, ma senza usare le foto di ciò che hanno visto, bensì le inquadrature dei loro occhi intenti a orientarsi – e conclude – È la prova di cosa suscita la storia dentro di loro e non più come fosse un’eco lontana».