Venerdì 20 gennaio, alle 17, la presentazione del volume nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea
FERRARA – Riporta testi e commenti relativi a decine di pergamene appartenute all’antico archivio dell’abbazia di Pomposa il volume a cura di Corinna Mezzetti che sarà presentato venerdì 20 gennaio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Il libro, dal titolo ‘Le carte dell’archivio di Santa Maria di Pomposa (932-1050)’ è stato pubblicato dall’Istituto storico italiano per il Medioevo di Roma nel 2016 e sarà illustrato dalla stessa curatrice assieme a Teresa De Robertis, dell’Università di Firenze, e Antonella Ghignoli, dell’Università La Sapienza di Roma.
Interverranno all’incontro anche il vicesindaco del Comune di Ferrara Massimo Maisto, il dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi comunali Enrico Spinelli e il presidente della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria Franco Cazzola.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Le carte dell’archivio dell’abbazia di Pomposa, trasferite a San Benedetto di Ferrara nel ‘500, hanno subìto un singolare destino di dispersione e sono oggi conservate tra Ferrara, Modena, Milano, Roma e Montecassino. L’edizione ricompone l’unità originaria dell’antico archivio e presenta la sezione più antica delle pergamene, datate tra il 932 e il 1050, trasmesse in originale, copia o regesto. Tra diplomi imperiali e privilegi pontifici, carte di donazione, enfiteusi e livello, scritture giudiziarie e semplici deaccepta, prende forma l’ampio patrimonio fondiario amministrato dall’abbazia, dal cuore dell’insula Pomposie fino alle propaggini disseminate in molte diocesi dell’Italia centro-settentrionale. Le carte pubblicate rappresentano un corpus dalla fisionomia sfaccettata, per la pluralità di ambiti di produzione e di figure professionali documentate. Emerge su tutti l’universo documentario di tradizione romanica di Ravenna e del suo territorio, corrispondente all’antico Esarcato e a parte della Pentapoli. Entro l’orbita culturale e giuridica dell’antica capitale si muovono i tabellioni e i notai attivi tra Ferrara e Comacchio, condividendo le mosse e le pratiche di documentazione della tradizione ravennate.