Ferrara, Giovedì 3 novembre dalle 16 presentazione di due volumi

88

Pomeriggio botanico tra felci e licheni nel Museo civico di Storia Naturale

lichens-of-italyFERRARA – Giovedì 3 novembre dalle 16, il Museo civico di Storia Naturale di Ferrara ospiterà la presentazione da parte di Pier Luigi Nimis, docente di Botanica all’Università di Trieste, e di Alessandro Alessandrini e Fausto Bonafede dell’Istituto per i Beni Culturali e Ambientali dell’Emilia-Romagna, delle loro ultime realizzazioni editoriali dedicate ai licheni italiani e alle felci dell’Emilia-Romagna.
L’incontro è aperto alla partecipazione di tutti gli interessati nella sede del museo in via De Pisis 24, Ferrara.

LE SCHEDE a cura degli organizzatori:
THE LICHENS OF ITALY. A second annotated catalogue. Pier Luigi Nimis (Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2016).
I licheni vengono spesso associati alle tundre artiche e agli ambienti freddi, ma l’Italia, con 2704 specie, è oggi uno dei paesi europei con la più alta biodiversità lichenica (per la Finlandia, ad esempio, si conoscono solo 1673 specie).
Nel nostro Paese i licheni abbondano sia in ambienti naturali che su monumenti in pietra, di cui sono tra le principali cause di bioalterazione, divenendo rari soltanto in ambienti inquinati. Per questo sono ampiamente usati come bioindicatori della qualità dell’aria, con centinaia di studi svolti negli ultimi decenni in tutta Italia.
Il monumentale catalogo dei licheni d’Italia redatto dal Prof. Pier Luigi Nimis, appena pubblicato da EUT, la casa editrice dell’Università di Trieste, fornisce una sintesi di tutte le specie presenti in Italia, specificandone la distribuzione regionale, l’ecologia e gli aspetti sistematici e nomenclaturali.

felciFELCI DELL’EMILIA-ROMAGNA: distribuzione, monitoraggio e conservazione / Fausto Bonafede … [et al.]. (Bologna : Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2016).
Le “Felci”, sono piante molto antiche prive di fiori e di semi, rimaste fedeli (uniche tra le piante vascolari) alla spora quale meccanismo di dispersione della specie attraverso il vento. Il loro aspetto è in genere poco vistoso e i luoghi di crescita sono spesso umidi, ombrosi e in ogni caso lontani dalla luce e dai colori dei prati fioriti. Forse per questo le Pteridofite sono state relativamente trascurate sia dal botanico professionista sia da quello dilettante, anche se di recente si nota un sensibile aumento di interesse.
Eppure questo complesso gruppo di organismi esercita un fascino particolare tutto concentrato nella forma e nella struttura della fronda, un capolavoro di adattamento alla vita nel sottobosco più folto, negli anfratti rocciosi, sulle ceppaie degli alberi, sulla superficie dell’acqua.
Andare in cerca di Pteridofite significa quindi frequentare luoghi poco luminosi, nascosti, appartati; dove il verde profondo e la quiete rendono straordinario il momento della scoperta di una specie rara.
Il desiderio di far conoscere e di proteggere queste piante particolari è uno dei motivi per cui è stato a suo tempo realizzato l’Atlante regionale (Bonafede & al., 2001) e ora questo lavoro di aggiornamento e monitoraggio, che consiste non solo nel catalogo aggiornato delle entità presenti in Emilia-Romagna, ma anche nella rappresentazione della loro distribuzione geografica.