Al lavoro con il Governo per rendere disponibili i fondi. L’esperienza dell’Emilia-Romagna a disposizione per realizzare politiche di prevenzione della violenza sulle donne
BOLOGNA – La Regione Emilia-Romagna sta lavorando insieme al Governo per rendere al più presto disponibili i fondi destinati alle attività dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. Ed è di questi giorni la notizia della costituzione di una Cabina di regia interistituzionale per l’attuazione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, convocata dal governo per il prossimo 8 settembre, cui la Regione Emilia-Romagna prenderà parte.
Inoltre tra settembre e ottobre aprirà un bando da un milione di euro nell’arco del biennio 2016/17 rivolto a Enti locali, associazioni promozione sociale e volontariato per interventi su pari opportunità e contro le discriminazioni e la violenza di genere, in attuazione del Piano regionale contro la violenza di genere di recente approvazione.
E’ l’assessore regionale Emma Petitti, con delega alle Pari opportunità, che ribadisce l’impegno delle Istituzioni a non lasciare sole le donne in quelle situazioni di fragilità che troppo spesso si concludono con brutali assassinii.
“Vania e Rosaria sono solo le ultime di una serie infinita. Donne uccise brutalmente da assassini spietati, perchè non c’è altro termine che possa rendere più accettabile la loro violenza. Perchè la parola amore, anche se malato, non c’entra nulla con gli assassinii. Nella lotta ormai quotidiana contro la violenza alle donne c’è bisogno di tutti, soprattutto dei ragazzi e degli uomini, per condividere e diffondere una cultura del rispetto”.
Il riferimento dell’assessore è ai recenti femminicidi di Lucca e Caserta, ultimi di un lungo elenco che attraversa il paese senza eccezioni.
“Le istituzioni che noi rappresentiamo- aggiunge Petitti- hanno il dovere di proteggere e di promuovere una cultura di rispetto. Abbiamo imparato che è importante investire sulla prevenzione e sull’educazione per la violenza fin dalle relazioni personali, con l’educazione nelle scuole perché è da lì che parte la crescita di una nuova cultura”.
“Mettiamo a disposizione sia sul piano nazionale che locale- conclude l’assessore- la nostra esperienza pluriennale sul tema relativo alla diffusione di un nuovo approccio preventivo e culturale ai temi della violenza sulle donne, che si rivolgono ai centri per avere sostegno e aiuto reale”.
Cosa fa la Regione
L’impegno della Regione Emilia-Romagna per contrastare la violenza alle donne si concretizza attraverso numerose iniziative e progetti sul territorio, moltissimi dei quali indirizzati proprio agli uomini, come la creazione di centri e strutture di ascolto. E altrettanti progetti sono avviati nelle scuole.
Ultimo in ordine di tempo, quest’anno è stato approvato il primo Piano regionale contro la violenza di genere, in attuazione della legge quadro n. 6/2014 sulla parità, il principale strumento che la Regione si è data per rafforzare la rete di prevenzione, protezione e sostegno alle donne vittime di violenza attraverso azioni condivise, oltre all’avvio di un Osservatorio regionale sul fenomeno.
In Emilia-Romagna è operativa una rete di 13 Centri, che aderiscono Coordinamento dei Centri antiviolenza della Regione Emilia-Romagna e che che costituiscono oltre la metà delle strutture specializzate sul territorio. Nel 2015 si sono rivolte ai centri 3353 donne. Inoltre lo scorso anno sono state 198 le donne e 213 figli/e ospitati nelle case-rifugio e nelle altre strutture dei centri antiviolenza del Coordinamento regionale./E.Co