Il film è diviso idealmente in due parti. Nella prima lo spettatore viene orientato verso la biografia e le prime opere di Fellini, per rivivere l’unicità della sua figura umana e artistica. La seconda parte è strutturata sotto forma, per così dire, di inchiesta che a sorpresa ci conduce in uno scenario singolare e non spesso visitato, quello dei due film che Fellini non volle o non poté fare: Viaggio a Tulum e Il viaggio di G. Mastorna. La narrazione in prima persona con la voce del regista fuori campo crea un punto di osservazione privilegiato sul grande regista e il suo mondo estetico e filmico. Il tutto nel respiro di una poetica e di un’arte, quella di Fellini, che appunto ispira il titolo del film-doc, imperitura e destinata a non finire mai.
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