
Tutto il Chierici ti saluta, sia la pace con te
REGGIO EMILIA – È deceduto, prematuramente, mercoledì notte, 19 marzo, Federico Fioresi, docente di Storia dell’arte al liceo artistico statale ‘Gaetano Chierici’, a soli 54 anni, dopo breve malattia. La dirigente, Elena Ferrari, i docenti, gli studenti, il personale della scuola tutta, lo ricordano commossi e si uniscono al dolore della famiglia. Alle 9, ieri, la scuola ha rispettato un minuto di silenzio in suo ricordo.
Appassionato della sua disciplina sapeva entusiasmare gli studenti. Era noto, soprattutto, per i suoi schemi che lasciava, segno tangibile del suo sapere esperienziale sulle lavagne delle classi ove insegnava. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, una parola di affetto e comprensione ed era molto amato dal tutta la comunità scolastica, che ora ricorda e piange, non solo un collega, ma un amico e un esempio di vita per gli studenti. Amava la vita, il teatro le arti in genere. La dirigente Elena Ferrari raccoglie il dolore della scuola e s’unisce alla famiglia nel ricordo luminoso di una persona che ha lasciato un segno indelebile nel liceo Chierici la scuola dove ha insegnato a cui s’unisce anche il dirigente Daniele Corzani, da poco partito per prendere servizio in Colombia, prima al Chierici.
Gli studenti lo ricordano così:” Il nostro insegnante di storia dell’arte, Federico Fioresi, ha chiuso gli occhi questa notte dopo una breve malattia. Ha lasciato un segno profondo in tutti noi suoi studenti.
Il prof. si impegnava sempre, ci rispettava e cercava di coinvolgerci il più possibile. Entrava in classe con il suo mini cellulare modello ‘preistorico’ con la torcia sempre accesa: non se ne accorgeva e noi ci ridevamo su. Portava sempre la sciarpa colorata e non si presentava mai senza: la sfoggiava come un’opera d’arte”. Poi continuano: ”Ricordiamo bene i piccoli occhiali quadrati che teneva sulla punta del naso in modo buffo e che acchiappava giusto in tempo prima che cadessero. Nel suo vocabolario le parole zaino o borsa non erano contemplate: lo si vedeva sempre con l’inseparabile valigetta rossa che sembrava un kit di soccorso. Durante la lezione beveva sempre da una bottiglietta d’acqua, ogni volta che ne trovavamo una di fianco al computer nelle altre ore di scuola pensavamo subito a lui. Una nostra compagna di classe aveva regalato al prof. una matita e un segnalibro presi a Ravenna. Ricordiamo perfettamente la gioia e il sorriso con cui lui l’aveva ringraziata”. E, ancora: “Quando si arrabbiava gli si gonfiava una vena dritta in mezzo alla fronte e allora capivamo che era ora di calmarsi. Le sue spiegazioni, accompagnate da schemi barocchi che scriveva alla lavagna con una calligrafia curata e bei disegni che prendeva dall’ inseparabile taccuino giallo, ci mostravano quanto tenesse alla sua materia, facendo di tutto per aiutarci a capire l’argomento con la massima passione. Amavamo le sue lezioni e le interrogazioni che erano occasioni per parlare e dialogare piacevolmente”. Insieme a loro s’unisce la scuola in questa semplice chiosa, che ricorda ‘il piccolo principe’: “Era una persona dal cuore puro e piena di gioia, aiutava tutti, sorrideva e si dedicava al suo lavoro. Vogliamo ricordare una frase che ci ripeteva spesso e che riassume quello che ci sembra essere stato l’obiettivo principale del suo insegnamento: ‘Dobbiamo imparare a guardare, a fidarci dei nostri occhi”. I funerali si svolgeranno venerdì 21 marzo, partendo dall’Hospice ‘Casa Madonna dell’Uliveto’ a Montericco di Albinea, partendo alle 13.45, per la chiesa dei Frati Cappuccini di via Ferrari Bonini a Reggio Emilia, ove alle 14.30, sarà celebrata la funzione religiosa. Al termine si proseguirà in forma privata per l’ara crematoria.( non fiori, ma opere d bene a: Fondazione Madonna delll’Uliveto, Convento Frati Cappuccini di Reggio Emilia)