REGGIO EMILIA – FATTI VIVO è un’invito ad essere presente, a prendere parte, a condividere dal vivo il momento in cui l’opera si compie.
FATTI VIVO è una sollecitazione a superare la tentazione dell’iper-indipendenza per riappropriarsi dello spazio reale come luogo di incontro e di arricchimento.
FATTI VIVO è un’invocazione pubblica: nella speranza che possiamo sganciarci dalle connessioni virtuali per rigettarci nell’avventura del reale.
“Forse è paradossale – introduce Angela Ruozzi, co-direttrice artistica del Centro Teatrale MaMiMò – presentare una Stagione teatrale con un’invocazione al reale quando il teatro è, per eccellenza, luogo d’immaginazione. Eppure in questo particolare momento storico mi pare sensato evocare il reale come spazio di esperienza significante. Il filosofo Byung-Chul Han, sostiene che “Le informazioni, quindi le non-cose, si piazzano davanti alle cose facendole sbiadire. […] Le informazioni simulano eventi. Si fondano sul brivido della sorpresa. Ma questo brivido non dura a lungo: ben presto emerge il bisogno di nuovi stimoli. Noi ci abituiamo a percepire la realtà in termini di stimoli e sorprese. In veste di cacciatori di informazioni diventiamo ciechi nei confronti delle cose silenziose, poco appariscenti, vale a dire abituali, secondarie o ordinarie, ma che sanno ancorarci all’essere”. In questo senso, allora, il Teatro Piccolo Orologio ambisce ad essere abituale e continua ad ancorarsi al desiderio di essere circolo di relazioni vive, scoperte, forse a volte delusioni, così come può deluderci una realtà non perfetta, dura, non patinata, ma utile perché vera e reale.”
La nuova stagione del Teatro Piccolo Orologio, affidato dal Comune di Reggio Emilia al Centro Teatrale MaMiMò, si presenta con 11 titoli in cartellone che, in autunno, vedranno alternarsi sul palcoscenico di via Massenet le produzioni e le coproduzioni della Compagnia MaMiMò per continuare i festeggiamenti dei 10 anni di gestione del Teatro Piccolo Orologio e nel 2023 darà spazio ad artisti di rilievo nazionale come il giovane regista Giovanni Ortoleva, la compagnia Sotterraneo o Accademia Perduta che con Claudio Casadio porterà a Reggio Emilia un’interessantissima contaminazione tra fumetto e teatro in collaborazione con il Lucca Comics.
Una stagione che segnerà un rafforzamento anche del determinante legame tra pubblico e teatro, “rinato” durante la scorsa stagione con molti sold out dopo i 2 anni di chiusura, che verrà stimolato attraverso la curiosità e la riflessione sull’attualità da nuove prospettive.
L’apertura della stagione 2022/2023 sarà affidata, venerdì 30 settembre, sabato 1 e domenica 2 ottobre, a THOM PAIN di Will Eno, coproduzione del Centro Teatrale MaMiMò e del Teatro Nazionale di Genova.
Lo spettacolo, che vedrà in scena Alberto Giusta con la regia di Antonio Zavatteri, compone, insieme a Lady Grey (con Alice Giroldini e regia di Marco Maccieri), il focus di produzioni sul grande autore americano che MaMiMò porta avanti insieme al Teatro Nazionale di Genova.
Thom Pain è un uomo, un antieroe solitario, che affiora dalla penombra di una scena spoglia, per trascinare gli spettatori in un’acrobazia esistenziale sul filo di una trama apparentemente sconnessa e illogica di ricordi e riflessioni. Pensieri e parole in libertà: l’infanzia, la memoria dolorosa, un amore perduto, la paura. Un uomo in cerca di ascolto, giocoliere di parole, mendicante frustrato di attenzione, quella di un pubblico del quale cerca, avido, lo sguardo, il confronto diretto e frontale.
Da venerdì 14 a domenica 16 ottobre, STELLE NERE, drammaturgia e regia Fabio Banfo, con Cecilia Di Donato, Umberto Petranca e lo stesso Banfo, avrà al centro la riflessione sul ruolo dell’artista attraverso la storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, una coppia di famosi attori del cinema italiano degli anni ’30, che ha continuato a girare film per la Repubblica di Salò, fino al 1944, mentre l’Italia era nel pieno dell’occupazione nazista e della guerra di liberazione. Qual è il ruolo di un artista di fronte alla fine del mondo? Che senso può avere continuare ad occuparsi di arte, mentre il mondo si trova di fronte all’apocalisse? È un atto di profondo dono di sé, o il gesto di uno smisurato egoismo, quello di chi di fronte alla morte ed al dolore si occupa di arte?
House We Left, dopo l’anteprima estiva e il debutto nazionale al Festival Strabismi, arriverà al Teatro Piccolo Orologio dal 4 al 6 novembre. La produzione del Centro Teatrale MaMiMò, drammaturgia e regia di Alessandro Sesti, ci porterà all’interno delle vite di alcune donne, di transgender che hanno lasciato le loro case a causa di errori commessi durante le loro vite. Il carcere è ora il luogo dove vivono. Vivono, ma non sono. Per il mondo non esistono più, sono in un luogo che cancella l’esistenza dalla società.
Musica e parole daranno vita a queste storie attraverso l’interpretazione di Cecilia Di Donato e i musicisti Andrea Tocci, Debora Contini, Filippo Ciccioli componenti del gruppo Greasy Kingdom.
La Storia d’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri vista attraverso gli occhi di due fratelli sarà la protagonista di PATRIA. Il paese di Caino e Abele, in scena dal 18 al 20 e dal 25 al 27 novembre, per il debutto nazionale della coproduzione tra MaMiMò e la compagnia Eco di Fondo.
Un racconto, quello dell’Italia, inevitabilmente tragicomico, dove le memorie degli eroi e
quelle dei malvagi, si mescolano indissolubilmente come le storie dei nostri due fratelli.
Una biografia famigliare, la cui firma della regia è di Giacomo Ferraù e vedrà in scena Fabio Banfo, che finisce per diventare la biografia di una nazione.
Il 2023 si aprirà con il classico appuntamento per tutta la famiglia del giorno dell’epifania che vedrà in scena, il 6 gennaio, la compagnia Eleateatro Industria Scenica con CHE FORMA HANNO LE NUVOLE?, di Serena Facchini e Ermanno Nardi, con Serena Facchini e Daniele Pennati.
Lo spettacolo ha come cuore centrale le tematiche della fantasia e dell’immaginazione personificate in Nemo, l’amico immaginario di Vera. Attraverso un viaggio magico e poetico, a tratti avventuroso e esilarante, si riflette sul doppio percorso dei due protagonisti: quello di Vera che diventa grande e quello di Nemo che sogna di essere libero. Cosa succede ad un essere immaginario che diventa libero? Chi è veramente? Qual è il suo posto nel mondo? Nemo scoprirà che la cosa più importante non è il nostro aspetto, ma le azioni che compiamo, come facciamo sentire chi amiamo, come loro fanno sentire noi.
LA TRAGICA STORIA DEL DOTTOR FAUST, drammaturgia e regia del giovane e apprezzatissimo sulla scena nazionale Giovanni Ortoleva, produzione del Teatro della Tosse di Genova, arriverà al Teatro Piccolo Orologio sabato 14 e domenica 15 gennaio.
Stufo della sua vita da studioso, il dottor Faust firma un patto col diavolo: se per ventiquattro anni i suoi desideri saranno esauditi dal diavolo Mefistofele, l’anima di Faust apparterrà per l’eternità a Lucifero. Ma cosa vuole chi può avere tutto? E cosa lo attende, alla fine del tempo?
Giovanni Ortoleva, regista e autore due volte invitato alla Biennale di Venezia, rivisita la storia dell’uomo che vendette l’anima al diavolo avvalendosi di Francesca Mazza, una delle attrici più importanti del panorama teatrale nostrano, nel ruolo di Faust ed Edoardo Sorgente, giovane attore di rinomato talento, nel
ruolo di Mefistofele.
Drammaturgia contemporanea, teatro e fumetto si incontreranno, sabato 18 e domenica 19 febbraio sul palco di via Massenet, con L’ORESTE. Quando i morti uccidono i vivi di Francesco Niccolini, produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri e Società per Attori in collaborazione con Lucca Comics&Games, che vedrà in scena Claudio Casadio accompagnato dalle illustrazioni di Andrea Bruno, regia Giuseppe Marini.
L’Oreste è internato in manicomio. È stato abbandonato quando era bambino ed è passato da un orfanotrofio a un riformatorio, da un lavoretto a un oltraggio a un pubblico ufficiale, poi è finito lì dentro perché, semplicemente, in Italia, un tempo andava così. Dopo trent’anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. I sogni dell’Oreste, i suoi incubi, i suoi desideri e gli errori di una vita tutta sbagliata trasformano la scenografia e il teatro drammatico classico in un caleidoscopio di presenze che solo le tecniche del “Graphic Novel Theater” rendono realizzabile: un impossibile viaggio tra Imola e la Luna attraverso la tenerezza disperata di un uomo abbandonato da bambino e che non si è più ritrovato.
Sabato 25 febbraio, la compagnia Sotterraneo torna al Teatro Piccolo Orologio con uno dei loro ultimi e apprezzatissimi lavori. L’ATLANTE LINGUISTICO DELLA PANGEA, concept e regia Sotterraneo, in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini, scrittura Daniele Villa, porterà in scena le “parole intraducibili” che esistono nel mondo, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi.
Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza. Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica.
IL MARE A CAVALLO darà voce, sabato 11 e domenica 12 marzo, a Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato, dilaniato da una bomba sulla ferrovia Trapani-Palermo il 9 maggio del 1978.
Uno spettacolo che parla di mafia, omertà e famiglia, scritto da Manlio Marinelli, per la regia di Luca Bollero e l’interpretazione di Antonella Delli Gatti, produzione Tedacà.
Peppino è stato ucciso dalla mafia, che fin da subito cerca di depistare le indagini con l’accusa di terrorismo. Felicia non si dà pace, rifiuta la regola del silenzio che la vuole chiusa nel suo dolore e rompe con la famiglia del marito. Sceglie di stare con i “compagni” di Peppino e si costituisce parte civile al processo per vedere riconosciuta l’innocenza del figlio e la colpevolezza dei suoi carnefici.
Aprile sarà il mese dei classici Shakesperiani con il Riccardo III. Invito a Corte, produzione del Teatro Galleria Toledo di Napoli, e Racconto d’Inverno, produzione del Centro Teatrale MaMiMò, che torna al Piccolo Orologio dopo il grande successo con 8 sold out dello scarsa stagione.
Sabato 1 e domenica 2 aprile, con Riccardo III – Invito a Corte, per la regia di Laura Angiulli con Giovanni Battaglia nei panni del sovrano inglese, Alessandra D’Elia a interpretare le tre lady, le regine Anna, Elisabetta, e Margherita, mentre a Luciano Dall’Aglio è affidato il ruolo di Lord Buckingham, presenterà il dramma politico di W. Shakespeare sull’ascesa e la caduta del sovrano Riccardo III Plantageneto, re d’Inghilterra, reso pazzo dall’ambizione e dalla sete di potere.
Riccardo, quasi giullare di sé stesso. In continuo gioco con la deformità che ne irrigidisce gli atti (ma è deformità fisica, o non piuttosto specchio di una più profonda distorsione interiore?), Riccardo fa suoi efficaci espedienti rappresentativi che ne esaltano la propensione alla violenza e al delitto; nessun imbarazzo, nel ruolo di malefico fool.
A chiudere la stagione arriverà un altro classico del bardo, quel RACCONTO D’INVERNO che la scorsa stagione ha visto tutta la compagnia MaMiMò riunirsi sul palcoscenico del Teatro Piccolo Orologio.
Il rito shakesperiano si compirà ancora il 13 e 14 aprile e poi ancora dal 19 al 22 aprile sul palcoscenico del Teatro Piccolo Orologio.
La storia di Leonte, Polissene, Florizel e Perdita verrà portata in scena, tra drammi e grandi momenti di comicità dal nucleo artistico della compagnia MaMiMò guidato dalla Regia di Marco Maccieri, per compiere ancora quell’atto pubblico e condiviso tra palco e pubblico, in cui gli attori potranno evocare insieme al pubblico in un cerchio magico una storia per poter uscire cambiati, almeno un pochino, dal teatro. Per compiere ancora quel piccolo passo che dall’inverno ci porterà verso la primavera.
Oltre al Comune di Reggio Emilia, affidatario del Teatro Piccolo Orologio al Centro Teatrale MaMiMò, sono partner di MaMiMò il MIC – Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Emilia-Romagna.
Main sponsor del cartellone del Teatro Piccolo Orologio è il Gruppo HERA; gli sponsor sono Centro Sociale Orologio, La pronta Cucina, Orafo Reverberi, Forno Pane Dolce Pane.
I biglietti per la prima parte della Stagione FATTI VIVO saranno in vendita a partire da giovedì 15 settembre.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Prenotazioni online su http://mamimo.eventbrite.it
Prenotazioni telefoniche e via email 0522 383178 / biglietteria@teatropiccolorologio.com dal lunedì al venerdì e nei giorni di spettacolo dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:30
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