“Falso Vero”, è la stagione 2020 Teatri di Vita

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Si inizia il 17 gennaio con “Fake” di Filippo Renda. In programma anche la Societas, Jan Fabre, Roberto Roversi e il cinema della domenica

BOLOGNA – E’ uno degli snodi più delicati e complessi della società attuale: l’invasione delle fake news e la verifica della verità, dalla vita sociale alla competizione politica. Il teatro, luogo per eccellenza di scontro tra realtà e finzione, si fa specchio di questa ‘confusione’ nella stagione gennaio-aprile 2020 di Teatri di Vita, intitolata “Falso Vero”.

La stagione “Falso Vero” è a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; info: www.teatridivita.it, 333.4666333).

Otto spettacoli, due eventi speciali, quattro film e una mostra compongono una stagione che invita a confrontarsi con le tante sfaccettature dell’autenticità e della simulazione. Si inizia con “Fake” (17-19 gennaio) delle Manifatture Teatrali Milanesi con la regia di Filippo Renda, ricostruzione di una “fake news” che ha impressionato la società tedesca alcuni anni fa. In “D Water Rouf – La tempesta” (24-26 gennaio) del ghanese Richard Kwakye diretto da Ennio Trinelli, la memoria personale dell’attraversamento del Mediterraneo si intreccia con il dramma shakespeariano. Il gioco della realtà storica e della sua ricostruzione visionaria è alla base del testo di Roberto Roversi “La macchia d’inchiostro” (28 gennaio) che la Compagnia Fregoli, diretta da Luca Malini, porta in scena per la prima volta. “White Rabbit Red Rabbit” (8 febbraio) dell’iraniano Nassim Soleimanpour è non solo un raffinato gioco di simulazione, ma anche una sfida all’interprete, in questo caso Eva Robin’s, che leggerà il copione per la prima volta davanti al pubblico, offrendosi ‘senza rete’. Le verità e gli inganni della parola rimbalzano in “Il Regno profondo. Perché sei qui” (15 febbraio) della Societas, che vede insieme Claudia Castellucci e Chiara Guidi in una folgorante performance fisico-vocale. “Il Principe Harry si sposa a maggio ed io non so cosa mettermi” (6-8 marzo) vede Patrizia Bernardi nel monologo di una donna tra realtà e fantasia, tra aspirazioni sentimentali e vita quotidiana. Il tema dell’autobiografia d’artista, e quindi della ‘costruzione’ di sé e di come si vuole essere visti dagli altri, è al centro di “The Night Writer” (28-29 marzo) di Jan Fabre, portato in scena da Lino Musella, che per questa interpretazione si è aggiudicato il Premio Ubu di quest’anno come miglior attore. E infine, torna “Biglietti da camere separate” (27-30 aprile) di Andrea Adriatico dal romanzo di Pier Vittorio Tondelli, discesa in profondità nella verità dei sentimenti.

Agli spettacoli si affiancano due eventi inseriti all’interno del progetto europeo MareMuro, realizzato da Teatri di Vita con Theater X di Berlino e Code Partners di Scutari, cofinanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea. Il primo è la mostra “MareMuro” (24-26 gennaio), inserita nell’ambito di Art City Segnala 2020 in occasione di Arte Fiera, che si terrà alla Sala Studio. Tre artisti dalle tre città partner raccontano attraverso l’arte contemporanea i mari e i muri, i confini e le migrazioni: Ahmed Isamaldin (Berlino, artista e grafico di origine sudanese) presenta un progetto di cartografia visionaria relativo alle tribù nomadi sahariane; Sara Pour (Bologna, illustratrice e scenografa di origine iraniana) racconta la profondità e il mistero del mare attraverso un’installazione di bottiglie che contengono altrettanti messaggi; Ergys Vela (Scutari, artista albanese) espone un’opera di videoarte sull’esilio e un’installazione sul movimento. Il secondo è “Classe 1990” (20 febbraio), seconda tappa dopo la “Classe 1989” che in novembre ha raccontato il crollo del Muro di Berlino e la Svolta della Bolognina: invitiamo nuovamente tutti a rientrare in “classe” per riflettere su vecchie e nuove comunità, all’insegna del “vogueing”, il linguaggio di rivalsa, con la performance e la danza, nato nelle neglette comunità black e lgbt americane, portato all’attenzione di tutti proprio nel 1990 da Madonna con la canzone “Vogue” e ritornato prepontentemente attuale con la serie tv “Pose”.

Ancora, il cinema, che interpreta a modo suo il tema del “Falso Vero”. Tre film in programma la domenica mattina, a cui seguono l’incontro con il regista e il brunch: “Amore tra le rovine” (19 gennaio) di Massimo Alì Mohammad, mockumentary cinefilo che parte dal terremoto avvenuto in Emilia per raccontare una credibile storia di scoperte; “Normal” (8 marzo) di Adele Tulli, documentario sulla rappresentazione di genere, il maschile e il femminile, realizzato con un linguaggio visivo innovativo; “Divina” (29 marzo) di Alberto Castiglione, film che sovrappone diversi generi cinematografici, nella ricostruzione di una biografia d’attrice tra realtà e finzione. E infine, il film “Gli anni amari” di Andrea Adriatico sulla biografia di Mario Mieli, attivista omosessuale degli anni 70, che uscirà nelle sale il 12 marzo: per l’occasione domenica 15 marzo sarà una “Giornata per Mario Mieli”, con la proiezione del film anche a teatro e con l’evento “Mario Mieli. Ebbene sì!”, dove le fotografie inedite di Mieli si intrecciano a un talk con la partecipazione di Franco Buffoni e Francesco Paolo Del Re.

Per tutti gli eventi della stagione (compresi i film) è previsto anche un abbonamento al costo di 59 euro.

La stagione di Teatri di Vita è realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia Romagna.