FORLÌ-CESENA – RIMINI – Le imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi che nel 2021 hanno programmato di assumere lavoratori sono il 61% del totale, percentuale che è tornata al livello pre-pandemia, dopo una significativa flessione nel 2020. Le entrate – con qualsiasi forma contrattuale – previste nel 2021 sono pari a circa 4,6 milioni di unità, facendo segnare un pieno recupero dei livelli del 2019. Una rapida ripresa accompagnata anche da un aumento delle difficoltà delle imprese nel reperire i profili professionali ricercati, che interessano quasi un terzo delle entrate previste e che possono essere attribuite anche a un crescente livello di esperienza richiesto ai candidati. I maggiori problemi di reperimento interessano principalmente i profili specializzati: dirigenti e specialisti con conoscenze approfondite anche di carattere scientifico (circa il 40% difficile da reperire) e soprattutto operai specializzati (46%). Le principali caratteristiche delle entrate programmate sono analizzabili anche a livello locale, a partire dal territorio regionale.
Le assunzioni previste nelle province di Forlì-Cesena e Rimini per l’anno 2021 sono state 73.170 (18,2% del dato regionale), secondo Excelsior Informa, il Bollettino annuale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Anpal e dalle Camere di commercio italiane. Dato che ha superato quello del 2019, pre-pandemia, quando erano 71.020, mentre erano solo 49.390 nel 2020, nel pieno delle difficoltà e delle restrizioni a tutela della salute pubblica.
Nel 2021, su base nazionale, gli ingressi previsti nelle due province sono stati 776.590 e 401.730 in Emilia-Romagna (8,7% del dato Italia).
I titoli di studio più richiesti nelle due province sono le qualifiche (livelli che superano la media regionale), seguiti da diplomi (in linea con l’Emilia-Romagna), lauree (percentuali inferiori rispetto al livello regionale) e istruzione tecnica superiore (incidenza 1%, Regione 2%, con un comune trend di crescita).
Le difficoltà di reperimento sono percentualmente inferiori al livello emiliano-romagnolo (36%) e italiano (32%), ma elevate. Gli investimenti nell’ambito della formazione risultano in crescita, ancora al di sotto della media regionale.
I canali utilizzati in maniera più intensa nella ricerca e selezione dei collaboratori sono i candidati conosciuti personalmente e i CV inviati all’impresa; flessibilità e adattamento è la competenza più ricercata e apprezzata in una rosa di 10 rilevate ed analizzate.
Le ‘Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi’ sono le maggiormente richieste, ma non le più difficili da reperire (dirigenti e operai specializzati).
“Il rimbalzo economico che stiamo vivendo ha portato a una ripresa dell’occupazione, ma ci troviamo di fronte a scenari economici e sociali che mutano rapidamente e che necessitano di rinnovate competenze – dichiara Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna –. In questo senso, le indagini Excelsior sono un valido aiuto per conoscere le esigenze di professionalità delle imprese e per offrire strumenti di analisi utili ad adeguare i piani formativi scolastici, affinché ragazze e ragazzi siano preparati ad affrontare al meglio il mercato del lavoro. Rimangono le difficoltà di reperimento delle figure professionali ricercate dalle imprese, ma anche le difficoltà per i giovani che escono da scuola di acquisire l’esperienza richiesta. Per questo ci tengo a ribadire ancora una volta l’importanza del Portale Lavoro attivato dalla Camera della Romagna, cha ha proprio lo scopo di mettere in relazione le diverse esigenze, dando vita a una community digitale – globale, aperta e territoriale – che favorirà relazioni, scambi, attività, collaborazioni, incoraggiando un’ampia visione d’insieme, sostenendo e facilitando la creazione di valore, soddisfacendo bisogni e ascoltando necessità”.
I fabbisogni delle imprese nel 2021 per la provincia di Forlì-Cesena
L’indagine rileva 34.710 entrate previste nel 2021, nel 2020 erano 23.970 e nel 2019 32.850. Le imprese che assumono sono risultate il 66%, i giovani ricercati per il 26% dei casi e le difficoltà di reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori pari al 31,5%.
I contratti proposti sono per l’86,3% da dipendenti (12,9% tempo indeterminato, 62,5% determinato e 10,9% di altro tipo) e per il 13,7% nelle forme ‘flessibili’ (6,8 somministrazione/interinali e 7% di collaborazione/partite Iva/altri); per il 31% in sostituzione di personale in uscita (re-placement) e per il 22% destinati a nuove figure (non già presenti in azienda) probabilmente rivolti a giovani.
I primi 5 settori di attività per entrate programmate del 2021 sono: servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con a 7.780 entrate previste; commercio e riparazioni con 6.000; altre industrie con 3.080; costruzioni con 2.440; sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati, con 2.280.
L’Area aziendale di inserimento per il 51,3% dei casi è ‘Produzione di beni ed erogazione di servizi’, il 41,1% delle richieste è rivolto a giovani (fino 29 anni) per ‘Aree commerciali e della vendita’, le maggiori difficoltà di reperimento (39,6%) sono registrate per le ‘Aree tecniche e della progettazione’.
Le 5 professioni più richieste in valore assoluto (in base alla classificazione ISTAT CP2011 3 digit) sono: addetti nelle attività di ristorazione (5.530 unità) per il 29% dei casi difficili da reperire; personale non qualificato nei servizi di pulizia (3.010), con il 18% di difficoltà; addetti alle vendite (2.840 unità), 27% difficili da trovare; conduttori di veicoli a motore (2.020) con ben il 44% di difficoltà di reperimento; personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci (1.440 unità in ingresso previste), difficili da reperire solo per il 6% dei casi.
I titoli di studio più richiesti sono le qualifiche (professionali di 3 anni o diploma professionale di 4, 43% dei casi comprensivi delle entrate potenziali), seguiti dai diplomi (5 anni, 30% delle richieste), dalle lauree (9%) e ITS Istruzione tecnico superiore (1%). Nel 16% rimanente delle situazioni è richiesta la sola scuola dell’obbligo e probabilmente il personale sarà formato poi all’interno delle imprese.
Le difficoltà di reperimento dei profili professionali ricercati (31,5% delle entrate previste), si rilevano, nel 17,1% dei casi per mancanza di candidati, nell’11,6% per preparazione inadeguata e nel 2,7% per motivi differenti dai primi due. L’esperienza è richiesta nel 64,7% dei casi, per il 20,2% nella specifica professione e per il 44,5% almeno nel settore.
Per quanto riguarda gli investimenti formativi e digitali, il 24% delle imprese ha effettuato corsi di formazione per i propri dipendenti (21% nel 2020); le aziende che hanno dichiarato di avere effettuato investimenti di elevata importanza per le strategie aziendali (tecnologici, organizzativi, dei modelli di business) relativamente alla trasformazione digitale nel solo 2021 sono in forte crescita (16 aspetti analizzati) rispetto alla media del quinquennio precedente 2016-2020.
I canali più utilizzati per il reperimento sono i CV inviati alle imprese, per il 42% (Emilia-Romagna ER 37%, Italia IT 34%), seguono le conoscenze dirette, per il 38% (ER 41%, IT 44%) e quelle tramite conoscenti, amici parenti, per il 32% (ER 29%, IT 30%).
Le Competenze richieste sono flessibilità e adattamento per il 93% dei casi, per l’82% lavorare in gruppo, per il 79% l’autonomia, seguite da problem solving, attitudine green, comunicativa in italiano e altre lingue, competenze digitali e matematiche.
I fabbisogni delle imprese nel 2021 per la provincia di Rimini
L’indagine rileva 38.460 entrate previste nel 2021, nel 2020 erano 25.420 e nel 2019 38.170. Le imprese che assumono sono risultate il 72%, i giovani ricercati per il 29% dei casi e le difficoltà di reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori pari al 27%.
I contratti proposti sono per l’89,7% da dipendenti (10,3 tempo indeterminato, 68 determinato e 11,5% di altro tipo) e per il 10,3% nelle forme ‘flessibili’ (3,7 somministrazione/interinali e 6,6% di collaborazione/partite Iva/altri); per il 26% in sostituzione di personale in uscita (re-placement) e per il 27% destinati a nuove figure (non già presenti in azienda) probabilmente rivolti a giovani.
I primi 5 settori di attività per entrate programmate del 2021 sono: servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 14.820 entrate previste; commercio e riparazioni, con 5.260; altri servizi, con 3.650; servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, con 2.740; costruzioni con 2.660.
L’Area aziendale di inserimento per il 58% dei casi è la ‘Produzione di beni ed erogazione di servizi’, il 38,8% delle richieste è rivolto a giovani (fino 29 anni) per ‘Aree commerciali e della vendita’, le maggiori difficoltà di reperimento (48,1%) sono registrate per le ‘Aree tecniche e della progettazione’.
Le 5 professioni più richieste in valore assoluto (in base alla classificazione ISTAT CP2011 3 digit) sono: addetti nelle attività di ristorazione (11.170 unità) per il 25% dei casi difficili da reperire; personale non qualificato nei servizi di pulizia (4.460), con il 15% di difficoltà; addetti alle vendite (3.290 unità), 20% difficili da trovare; conduttori di veicoli a motore (1.770) con ben il 46% di difficoltà di reperimento; personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci e impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali (pari merito 1.170 unità in ingresso previste), difficili da reperire rispettivamente per l’8 e il 14% dei casi.
I titoli di studio più richiesti sono le qualifiche (professionali di 3 anni o diploma professionale di 4, 47% dei casi comprensivi delle entrate potenziali), seguiti dai diplomi (5 anni, 28% delle richieste), dalle lauree (8%) e ITS Istruzione tecnico superiore (1%). Nel 16% rimanente delle situazioni è richiesta la sola scuola dell’obbligo e probabilmente il personale sarà formato poi all’interno delle imprese.
Le difficoltà di reperimento dei profili professionali ricercati (27,5% delle entrate previste) si rilevano, nel 14,6% dei casi per difficoltà dovute a mancanza di candidati, nel 10,7% per preparazione inadeguata e nel 2,2% per altri motivi. L’esperienza è richiesta nel 68% dei casi, per il 17,3 nella specifica professione e per il 50,7% almeno nel settore.
Per quanto riguarda gli investimenti formativi e digitali, il 23% delle imprese ha effettuato corsi di formazione per i propri dipendenti (19% nel 2020); le aziende che hanno dichiarato di avere effettuato investimenti di elevata importanza per le strategie aziendali (tecnologici, organizzativi, dei modelli di business) relativamente alla trasformazione digitale nel solo 2021 sono in forte crescita (16 aspetti analizzati) rispetto alla media del quinquennio precedente 2016-2020.
I canali più utilizzati per il reperimento sono le conoscenze dirette per il 48% (Emilia-Romagna ER 41% e Italia IT 44%) e quelle tramite conoscenti, amici parenti, per il 40% (ER 29%, IT 30%), seguono i CV inviati alle imprese, per il 38% (Emilia-Romagna ER 37%, Italia IT 34%).
Le competenze richieste sono: flessibilità e adattamento per il 94%; lavorare in gruppo, per l’84% e l’autonomia per l’82%, seguite da Problem solving, Attitudine green, Comunicativa in italiano e altre lingue, competenze digitali e matematiche.
Per saperne di più:
Sul nuovo Portale lavoro.romagna.camcom.it sono disponibili ulteriori informazioni sulle numerose attività e sui progetti della Camera della Romagna che avvicinano il sistema scolastico-formativo al mondo delle imprese e del lavoro nel territorio. Per approfondimenti ulteriori si consulti il sito: http://excelsior.unioncamere.net nel quale sono disponibili dati e analisi riferiti a livello nazionale, a tutte le regioni e province d’Italia, sui fabbisogni professionali delle imprese.
Per ulteriori informazioni: occupazione@romagna.camcom.it.