Dopo avere portato sul palcoscenico una coppia di bolognesi sgomberati dalla loro abitazione per far spazio all’apertura del più grande parco agroalimentare al mondo, FICO, ora la compagnia racconta la storia di F., un senzatetto di origine nigeriana, in Italia da vent’anni, conosciuto a Bologna in un dormitorio per persone con problemi sanitari. Questa volta però F. non può salire sul palco con gli attori, perché privo di documenti e di tutela alcuna. È così che insieme alla sua storia i Kepler-452 portano in scena anche le odissee burocratiche, le difficoltà e le contraddizioni che si trova ad affrontare chi non possiede un permesso di soggiorno. Una seconda foto mossa della città di Bologna, un’indagine intorno a una biografia e un nuovo tentativo di coinvolgere sul palco il protagonista della storia.
Il fulcro del lavoro di Kepler-452 è il rapporto con la realtà e con i cosiddetti “attori-mondo”, non professionisti del teatro coinvolti sulla scena non in virtù delle loro abilità teatrali, ma in quanto portatori di un mondo, di una storia.
F. è infatti un protagonista che non può entrare in scena, non può nemmeno essere nominato per intero, ma indicato dalla sola iniziale del suo nome, puntata.
F. è una storia che nasce da un incontro avvenuto ai margini del tessuto urbano, là dove tende a sfrangiarsi, a farsi rarefatto e oscuro: un’esperienza affascinante, perturbante e difficilmente raccontabile, come afferma la compagnia. Proprio intorno a questa difficoltà si dipana lo sforzo degli attori, che cercano di ricostruire in scena quello che è accaduto nel corso di due mesi d’inverno trascorsi insieme a F., relazionandosi con un assente e ragionando ad alta voce insieme agli spettatori. F. è anche una decisa e imprecisa collezione di dispositivi per evocare un protagonista mancato per un motivo ridicolo: lo smarrimento dei documenti, che può diventare, oggi, simile alla perdita della propria identità.
Kepler-452 si muove così tra le leggi dello Stato cercando di misurarne gli effetti sulla vita degli esseri umani, sospesi ancora una volta tra “illuminismo e magia”.
Il testo dello spettacolo F. Perdere le cose è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella editore.
Note di regia di Kepler-452
F. non può entrare in scena con noi, ma è il protagonista dello spettacolo, il centro del dramma. F. lo abbiamo conosciuto un giorno che ci ha avvicinato e ci ha detto: io sono io. Da quel giorno abbiamo cominciato a provare insieme uno spettacolo che parlasse di lui, della sua storia, di chi è, del perché lui è lui. Insieme abbiamo ricordato, siamo incappati in buchi neri, pezzi rimossi, strappati, aperture vertiginose sull’abisso. Da quel giorno i confini dello spazio teatrale non sono stati più gli stessi.
Ci sono delle leggi per le quali F. è tenuto lontano dal palcoscenico e noi non possiamo farci niente. Tutto ciò che possiamo fare è trascorrere del tempo con lui, ascoltare, costruire, lasciarci andare all’incontro e tentare poi di raccontare che cosa significhi per noi la sua assenza. Proprio perché non è da nessuna parte F. è ovunque. Siamo quindi di fronte a un’assenza enormemente ingombrante, che non potevamo non portare in scena.
Abbiamo quindi cominciato a domandarci: come si porta in scena un assente? Perché F. ci è tenuto lontano? Cosa dobbiamo temere da lui? È pericoloso? Come può entrare in scena senza salire sul palco? Che cosa, di lui, ci riguarda?
F. è uno spettacolo che parla della ostinata volontà di incontrare qualcuno che è difficilissimo incontrare, di un enorme smarrimento, del confine tra palco e platea, tra ciò che è legale e ciò che non lo è.
F. è la domanda difficilissima: cosa è giusto fare in questo momento?
F. è soprattutto F.
Kepler-452
Che cos’è Kepler-452? A cosa serve?
Kepler-452 b è il pianeta più simile alla Terra che sia mai stato scoperto.
Kepler-452 è una stella molto simile al Sole.
Kepler è il telescopio che ha scoperto tutto questo.
Kepler-452 è uno strumento per guardare mondi possibili e abitabili, ma molto lontani.
Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Paola Aiello. Il lavoro della compagnia si incardina su due assi principali: da una parte l’urgenza di rivolgersi a un pubblico preciso (quello poco incline a entrare nelle sale teatrali), realizzando spettacoli e organizzando festival, rassegne, laboratori, “travasi” di pubblico dal mondo della musica indie rock; dall’altra indagare e mettere in scena le vite e le biografie di non professionisti (o “experts of everyday life”, come li definiscono i Rimini Protokoll), magnificandone le identità sulla scena.
Kepler-452 ha fondato e organizza Festival 20 30, che dal 2014 ha coinvolto, attraverso spettacoli e laboratori, centinaia di giovani bolognesi.
La prima produzione di Kepler-452 è La rivoluzione è facile se sai COME farla, nata in collaborazione con Lo Stato Sociale. Lo spettacolo tocca nel 2016, a pochi mesi dal debutto, più di 25 piazze in Italia, quasi tutte sold out, muovendosi tra teatri e club musicali e raccogliendo un pubblico spesso assente dalle sale teatrali, quello degli under 30. Tra il 2015 e il 2017 produce due format di teatro partecipato: La rivoluzione è facile se sai CON CHI farla, in cui si tenta di raccontare prospettive rivoluzionarie contemporanee attraverso i corpi e le voci di rivoluzionari incontrati nel corso delle ricerche, e Comizi d’amore, progetto che indaga luoghi e identità di non professionisti attraverso le domande dell’omonimo documentario di Pasolini. Nelle estati 2016 e 2017 realizza per Ravenna Festival L’inferno dei viventi, un progetto laboratoriale per attori e scenografi alla ricerca degli inferni personali dei partecipanti e di quelli collettivi, che viviamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Nel 2017 si occupa della produzione e organizzazione della mostra “Causerie” del collettivo artistico Calori&Maillard, in collaborazione con Arte Fiera e il MAMbo di Bologna. Tra il 2017 e il 2018 realizza due percorsi audioguidati attraverso la città di Bologna, cercando di indagarne i cambiamenti, le ferite, i vuoti: Lapsus Urbano-Rimozione Forzata e Lapsus Urbano-Dissenso unico.
A marzo 2018 debutta Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, in cui l’opera di Cechov si mescola alla storia vera di una famiglia di sgomberati bolognesi. Lo spettacolo ha realizzato, nell’arco di tre stagioni, più di 60 repliche e vinto il Premio Rete Critica 2018 come miglior spettacolo/compagnia.
Ad aprile 2018 va in scena Sotto i sampietrini c’è la spiaggia, un’indagine teatrale sull’eredità del movimento del ’68 cinquant’anni dopo, e sul senso oggi della parola utopia nell’immaginario dei giovani.
A luglio 2018 la compagnia mette in scena, all’interno della rassegna organizzata dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, È assurdo pensare che gli aerei volino, uno spettacolo che tenta di ricostruire alcune delle identità degli ottantuno passeggeri del volo Itavia attraverso interviste e immagini.
A dicembre 2018 va in scena lo spettacolo La grande età, realizzato per la stagione teatrale Agorà e che ha coinvolto i Centri sociali anziani di oltre dieci comuni dell’Unione Reno Galliera.
A marzo 2019 debutta nell’ambito di VIE Festival lo spettacolo F. Perdere le cose, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Hanno collaborato con Kepler-452: Lodovico Guenzi, Michela Buscema, Alberto Guidetti, Letizia Calori, Vincent Longuemare, Chiara Caliò, il gruppo Avanguardie 20 30, Tiziano Panici, Riccardo Tabilio, Luigi Greco, Livio Remuzzi, Giuseppe Attanasio, Lo Stato Sociale, Annalisa e Giuliano Bianchi.
Tournée 2019/2020
dal 31 gennaio all’1 febbraio 2020, Teatro Cantiere Florida – Firenze
F.
Perdere le cose
scritto da Kepler-452 (Aiello, Baraldi, Borghesi)
regia Nicola Borghesi
dramaturg Enrico Baraldi
in scena Nicola Borghesi, Tamara Balducci e, da qualche parte, F.
luci Vincent Longuemare
spazio Vincent Longuemare e Letizia Calori
costumi Letizia Calori
video Chiara Caliò
musiche Bebo Guidetti
suono Alberto Irrera
coordinamento Michela Buscema
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
durata: un’ora e 30 minuti
Informazioni:
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti Sala Thierry Salmon: da €7 € a € 15 più prevendita
biglietteria tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it
bologna.emiliaromagnateatro.com
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