Eva Robin’s senza rete in “White Rabbit Red Rabbit” questa sera a Bologna

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Sabato 8 febbraio alle ore 20.00 a Teatri di Vita

BOLOGNA – Una sfida estrema per un attore: salire in scena senza conoscere il testo, senza prove, senza sapere neanche lontanamente cosa lo attende. E’ “White Rabbit Red Rabbit”, il testo misterioso del drammaturgo iraniano Nassim Soleimanpour, che da dieci anni viene portato nei teatri di tutto il mondo con questo meccanismo “senza rete” che ha coinvolto personalità da Ken Loach a Whoopi Goldberg, da Emma Dante a Ottavia Piccolo. A raccogliere la sfida a Bologna, in un evento unico e irripetibile, è Eva Robin’s, a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it) sabato 8 febbraio 2020, ore 20.

Lo spettacolo, prodotto da 369 gradi, prevede che l’interprete salga in scena all’oscuro di cosa la attende. A lei sarà consegnata la busta sigillata con il copione, che dovrà aprire, seguendo poi le indicazioni e le battute qui contenute. Un vero e proprio esperimento che vede la complicità degli spettatori, e il patto del non rivelare a spettacolo finito cosa sia successo: patto che ha unito finora migliaia di spettatori in tutto il mondo in una sorta di virtuosa e divertita “congiura del silenzio”.

“White Rabbit Red Rabbit” rientra nella stagione gennaio-aprile 2020 di Teatri di Vita “Falso Vero”, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e sostenuta dalla Regione Emilia Romagna.

Una busta sigillata con il copione che l’attore deve interpretare senza averlo mai letto, senza regia, senza prove. Una sedia, un tavolo e due bicchieri gli unici ausili concessi: White Rabbit Red Rabbit è un esperimento sociale in forma di spettacolo che coinvolge artisti e spettatori in un forte momento di complicità e condivisione. A Teatri di Vita sarà Eva Robin’s a cimentarsi in questa sfida teatrale, solcando territori ancora inesplorati nel suo eclettico percorso artistico.

Nassim Soleimanpour, l’autore originario di Teheran, compone il testo a 29 anni, in un momento in cui è impossibilitato a espatriare o comunicare con l’esterno del suo paese. Sarà la sua opera a farlo per lui, varcando i confini iraniani e conquistando grande successo a livello internazionale con traduzioni in 25 lingue e oltre 1000 repliche in tutti i continenti. Un trionfo “silenzioso”, poiché ai giornalisti si chiede di non svelarne il contenuto e di condividere solo le impressioni percepite, in una vera e propria “congiura del silenzio” che crea ancora più interesse intorno allo spettacolo e alle sue particolarità.

White Rabbit Red Rabbit è il sogno realizzato di un dialogo impossibile, un gioco teatrale contro ogni censura e ogni distanza geografica e culturale, un incontro ravvicinato che lascia tracce profonde, perché mette sullo stesso piano emotivo autore, attore e spettatore. L’opera è stata rappresentata in Italia da artisti come Ottavia Piccolo, Emma Dante, Iaia Forte, Marco Baliani, Amanda Sandrelli, Marina Massironi, Lella Costa, Antonio Catania, Fabrizio Gifuni e Giuliana Musso, mentre all’estero tra le personalità coinvolte figurano grandi nomi quali Ken Loach, Whoopi Goldberg, F. Murray Abraham, Darren Criss e Cynthia Nixon.

Nassim Soleimanpour è un autore originario di Teheran, Iran. Nel 2010 compone il suo testo più rappresentativo, White Rabbit Red Rabbit, che ha ricevuto numerosi premi in tutto il mondo. Tra le altre sue opere figurano Blind Hamlet (2014) e Nassim (2017).

Eva Robin’s, icona trans della cultura e dello spettacolo italiano, ha recitato in film di Dario Argento, Damiano Damiani, Maurizio Nichetti e Alessandro Benvenuti. In teatro ha lavorato, tra l’altro, in numerosi spettacoli diretti da Andrea Adriatico (tra i quali La voce umana da Cocteau; Il frigo e L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi di Copi; Delirio di una trans populista), e in numerosi altri spettacoli, da Otto donne e un mistero a Tutto su mia madre.

Eva Robin’s è senza rete

nel testo misterioso dell’iraniano Nassim Soleimanpour,

senza regia e senza prove: “White Rabbit Red Rabbit”

Evento unico

a Bologna, Teatri di Vita, 8 febbraio 2020