Le posizioni di don Benzi sono non scontate, spesso scomode. Sulla Chiesa, ad esempio, esprime un’idea innovativa: «Perché non rivedere il modo di scegliere i vescovi estendendo ai fedeli, come dice Sant’Ambrogio, la possibilità di esprimere delle indicazioni sulle quali poi si pronuncia il Papa, salvo sempre il suo diritto di nominare anche altri? A mio parere ci sarebbe un risveglio stupendo di partecipazione alla vita della Chiesa».
Gli autori sono Alessio Zamboni e Nicoletta Pasqualini, marito e moglie, entrambi giornalisti del periodico “Sempre” fondato dallo stesso don Benzi. «Dopo la morte di don Benzi, avvenuta il 2 novembre di dodici anni fa, sono stati pubblicati diversi libri che lo riguardano – spiegano – ma questo è un testo particolare: si sente la voce di don Oreste, è lui che parla».
L’idea è venuta dal desiderio di approfondire l’ultimo intervento pubblico di don Benzi durante la settimana sociale dei cattolici a Pisa, il 19 ottobre 2007, considerato il suo testamento spirituale. «La gente si sente tradita tutte le volte che ripetiamo parole di speranza ma non c’è l’azione – disse don Benzi in quell’occasione -. Cos’hanno lasciato i cattolici? Hanno lasciato la devozione, ma la devozione senza la rivoluzione non basta! Soprattutto le masse giovanili non le avremo mai più con noi se non ci mettiamo con loro per rivoluzionare il mondo.»
Scavando nel loro archivio, recuperando le interviste fatte a don Benzi in tanti anni di collaborazione, i due giornalisti hanno potuto constatare come questo concetto sia una chiave di lettura per comprendere l’intera opera di don Oreste Benzi. «Rileggendo quei testi, ascoltando le registrazioni per controllare che non si fossero perse parti significative, noi stessi siamo stati colpiti dalla forza dirompente e dall’attualità delle analisi e delle soluzioni da lui proposte su temi che riguardano la Chiesa, come l’allontanamento crescente da parte dei giovani, ed emergenze sociali ed educative come droga, prostituzione, carcere, disgregazione della famiglia. Per questo abbiamo sentito il bisogno di condividere questo tesoro prezioso che avevamo accumulato».
Il libro si apre con un inedito: una lunga intervista pubblica, trascritta per l’occasione, in cui don Oreste racconta davanti ad una platea di giovani gli episodi più significativi della sua vita, il perché delle sue battaglie, e rivolge loro un invito: «Ribellatevi, non potete fare la pace con il male!».
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