BOLOGNA – La band italiana dal nome francese a partire dalla loro passione per la bicicletta, ha messo a punto il primo eco-spettacolo al mondo alimentato dal pubblico in bicicletta. Per la prima volta in assoluto l’energia elettrica che illumina il palco e lo fa suonare è generata da oltre 100 spettatori volontari, che, con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedalano per tutta la durata dello spettacolo. Semplicemente pedalando producono tutta l’energia necessaria per sostenere l’intero evento dal vivo.
Il Palco a Pedali è un’idea di Andrea Satta dei Têtes de Bois, progettato da Gino Sebastianelli, con la collaborazione artistica di Agostino Ferrente e il sostegno dell’Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e mobilità della Regione Puglia.
Così nelle parole di Andrea Satta, voce dei Tetes de Bois: “La bicicletta oggi vive una autentica primavera. Un rinnovato amore ha trovato nelle pieghe della società che si evolve nuove ragioni per rinascere.
La bicicletta non è solo gara e sport, è condivisione e osservazione, amore per i dettagli, scelta, conoscenza, leggerezza, avventura, agilità, incontro fra generazioni, praticità. Ho inventato il Palco a Pedali, scritto un libro (I Riciclisti), realizzato un disco di canzoni sulla bicicletta (Goodbike) e un festival tutto dedicato ai pedali. ….Con il concerto “Goodbike” vi racconteremo un po’ di questo sogno, passeremo dentro la storia di Alfonsina Strada, l’unica donna che fece un giro d’Italia con i maschi ed era un anno lontano e improbabile per tanto coraggio, il 1924, vi racconteremo la sua storia attraverso una donna straordinaria che abbiamo conosciuto, Margherita Hack, protagonista del nostro videoclip con la preziosa regia di uno dei più grandi documentaristi italiani, Agostino Ferrente (David di Donatello 2020). Vi canteremo dell’utopia del Palco e Pedali, della bicicletta che è la risposta migliore al tempo della vita, alla solitudine in compagnia, alla compagnia della solitudine. Vi diremo di grandi campioni cui siamo affezionati, di Michele Scarponi, di Giovan Battista Baronchelli e di un gregario speciale, Marcello Osler. Di bicicletta hanno scritto tanti e tutti quelli che ci salgono sopra potrebbero provarci, ne avrebbero l’animo e la sensibilità. Un concerto di canzoni, di versi e di racconti, di dipinti, di corsa e di attesa”.