Bologna

Emesso dalla Francia un francobollo dedicato a Mario Zucchelli e alla ricerca italiana in Antartide

BOLOGNA – Il 1° gennaio 2019 la Francia ha emesso un francobollo dedicato all’ingegnere di Crevalcore Mario Zucchelli (1944-2003), per anni responsabile del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide che, iniziato nel 1985, si è sviluppato in una serie di campagne scientifiche annuali con il coinvolgimento di ben quattro enti italiani: ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale). La presenza italiana in Antartide è avvenuta dapprima nella base di Baia Terra Nova, poi denominata Stazione Mario Zucchelli, e successivamente nel sito Dome C dove è stata realizzata, in collaborazione con la Francia, una stazione permanente di ricerca, la Concordia Station, a circa 1.200 Km di distanza dalla precedente. Proprio per celebrare l’importante contributo alla realizzazione della base franco-italiana Concordia, raffigurata nel francobollo insieme al ritratto di Zucchelli su sfondo tricolore, è stato emesso il francobollo celebrativo.

L’anno scorso, in occasione del trentennale della prima missione in Antartide, il Comune di Crevalcore ha ricordato con una serie di iniziative il suo illustre concittadino, a cui si deve la realizzazione della stazione scientifica italiana permanente, fra le più avanzate in Antartide e che ora porta il suo nome. Operativa dal 1986 la stazione, che in origine era conosciuta come BaiaTerra Nova, si affaccia sul Mare di Ross.

Ingegnere e scienziato, direttore del Centro Ricerche ENEA del Brasimone, Zucchelli nel settembre 1987 assunse l’incarico di capo del progetto Antartide e di responsabile dell’attuazione del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA). Il suo lavoro pionieristico non si limitava alla ricerca scientifica, ma era anche di tipo organizzativo e logistico: quando giunse Zucchelli la stazione muoveva i primi passi e si componeva di una casetta di legno e tende, mentre per dormire scienziati e tecnici dovevano risalire sulla nave di appoggio. Fondamentale fu il lavoro di Zucchelli, che la trasformò in un centro permanente con strutture avanzate e ora conta circa 7000 mq coperti, costituiti da laboratori di ricerca (chimica, biologia, geologia, elettronica, ci sono una sala calcolo e un acquario), magazzini, impianti, alloggi e servizi. È in grado di ospitare fino a 124 persone e dispone di circa 100 mezzi tra terrestri, da neve e marini. I servizi includono officine, locali mensa e per il tempo libero, infermeria e pronto soccorso, 3 grandi serbatoi di kerosene ciascuno da 600.000 litri, un distributore di carburante. Una sala controllo coordina tutte le operazioni in corso, locali e remote. Gli impianti tecnici comprendono una centrale elettrica, il dissalatore, l’inceneritore, il depuratore delle acque reflue e, per le esigenze dei laboratori, due liquefattori di gas (azoto ed elio). Oggi la stazione è un presidio scientifico nevralgico, soprattutto da quando il mare di Ross è stato dichiarato riserva marina.

La base Zucchelli sorge vicino a un importante ghiacciaio dell’Antartide, a un vulcano e a due colonie di pinguini. Si svolgono attività di geologia, biologia marina e astrofisica. Zucchelli fu anche un precursore degli studi del clima attraverso la perforazione e il carotaggio dei ghiacci. Ed è sempre grazie alla determinazione dello scienziato bolognese se, in quegli anni, l’Italia si dotò di una nave oceanografica, l’Italica, utilizzata per 20 anni e oggi smantellata.

Zucchelli portò a termine 15 spedizioni in Antartide raggiungendo importanti obiettivi; oltre alla stazione scientifica creò le condizioni perché il nostro Paese potesse partecipare a importanti accordi di collaborazione internazionale, bilaterali e multilaterali, in particolare nel campo degli studi dei cambiamenti climatici globali.

Il 16 ottobre 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito della Medaglia d’Oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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