Emergenza Coronavirus, più di 185.000 mascherine già distribuite

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municipio-ferrara40 volontari al lavoro per imbustare quelle della Regione. Fabbri: “grazie ad una rete solidale teniamo il virus lontano da Ferrara. Dalla Regione ci aspettiamo altri aiuti”

FERRARA – “Sono più di 185.000 le mascherine che abbiamo distribuito gratuitamente alla popolazione dall’inizio dell’emergenza e nelle prossime ore prenderà il via la distribuzione di quelle in arrivo dalla Regione. Anche oggi, nelle sale comunali, tanti volontari tra cui tanti dipendenti dell’ente, sono al lavoro per imbustarle e consegnarle ai cittadini nel modo più sicuro e, da domani, saranno ancora una volta i negozi, le farmacie i tabaccai e le edicole ad aiutarci in questo importante compito. Insieme ai cittadini molto attenti al rispetto delle regole stiamo facendo un eccezionale lavoro di squadra: l’obiettivo di tutti è tenere il virus il più lontano possibile dalla nostra splendida città”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, fa il punto sulla distribuzione delle mascherine a Ferrara.

“Fin dai primi giorni dell’emergenza ci siamo attivati per procurare ai ferraresi le mascherine, come ulteriore misura di contenimento del contagio, convinti di dover dare ai cittadini a cui sono richiesti grandi sacrifici un messaggio di vicinanza – spiega il sindaco -. Un primo lotto da 20.000 arrivato dalla Cina grazie al gemellaggio con la città di Heyuan lo abbiamo distribuito il 25 marzo scorso: in quel caso abbiamo privilegiato gli operatori più a rischio consegnando i dispositivi alla polizia locale, ai farmacisti, ai dipendenti del Comune impegnati a contatto con il pubblico, ma anche agli operatori delle case protette, ai medici di base e ai tanti volontari ogni giorno in prima linea per arginare gli effetti dell’emergenza”.

Due giorni dopo, il 27 marzo 2020, “abbiamo acquistato da Grafica Veneta 150.000 mascherine e dopo averle imbustate grazia all’aiuto dei consiglieri comunali, le abbiamo consegnate, in appena quattro giorni, attraverso l’intera rete commerciale delle attività aperte, 28 checkpoint e un sistema di consegna a domicilio supportato da Croce Rossa e Polizia Locale – prosegue il sindaco -. Negli ultimi giorni, dopo aver emanato l’ordinanza che impone l’obbligo della mascherina nei locali aperti al pubblico (negozi, supermercati e uffici) sono state imbustate altre 25.000 mascherine del tipo a fascia, delle quali oltre 16.000 sono state già consegnate ai negozi aperti, in modo che potessero a loro volta fornirle ai clienti sprovvisti”.

La settimana scorsa “abbiamo completato un ordinativo da 20.000 mascherine, contribuendo ad avviare una produzione a chilometro zero da parte di un’azienda tessile del Comune di Fiscaglia che ha deciso di riconvertirsi – spiega ancora il sindaco -. Lo abbiamo fatto in un’ottica di sostegno alle imprese locali e per provvedere al fabbisogno di mascherine che i dipendenti comunali hanno nello svolgimento delle attività quotidiane a contatto con diverse utenze, spesso fragili, e che aumenteranno nel momento della riapertura deigli sportelli al pubblico”.

Nella giornata di giovedì 9 aprile 2020, infine, è arrivato dalla Regione Emilia Romagna l’annunciato lotto da 59.000 mascherine che è ora in fase di imbustamento: “Durante il week end pasquale abbiamo lanciato un appello ai dipendenti del Comune, chiedendo la disponibilità volontaria per dividere e imbustare le mascherine che ci sono arrivate sfuse. Sappiamo che altri Comuni le hanno consegnate a mano senza troppe attenzioni, ma noi non vogliamo rischiare di compromettere l’aspetto igienico di questo prezioso presidio – spiega ancora il sindaco -. In poche ore, fortunatamente, più di 40 dipendenti hanno dato la loro disponibilità a collaborare con i consiglieri già impegnati in questa operazione, dimostrando grande senso di responsabilità: oggi sono già al lavoro e a loro va il mio sentito ringraziamento” .

Nelle prossime ore “daremo il via ad una nuova distribuzione presso i negozi e tutte le attività commerciali chiedendo il supporto degli esercenti in questa catena solidale, che vede coinvolti e partecipi tanti soggetti diversi, compresa, in quest’ultimo caso la Regione Emilia Romagna – conclude Fabbri -. Ci auguriamo che quello di Bonaccini non sia un dono una tantum, ma che la fornitura di questi ed altri presidi prosegua nel tempo garantendo altre possibilità concrete di combattere la diffusione del virus”.