Emergenza coronavirus, novità dal 5 novembre per l’Università di Parma

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Il Rettore Andrei scrive a personale e studenti. Le attività formative e curricolari di tutti i Dipartimenti si svolgeranno a distanza, a parte quelle degli insegnamenti del primo anno dei corsi di studio e quelle dei laboratori. Biblioteche aperte solo per prestito e consultazione, esclusivamente su prenotazione

PARMA – Alla luce dell’emanazione del nuovo DPCM, il Rettore Paolo Andrei ha scritto oggi a personale e studenti dell’Ateneo per comunicare gli aggiornamenti relativi alle attività didattiche e all’apertura al pubblico delle biblioteche di Ateneo, che entreranno in vigore a partire da domani, giovedì 5 novembre.

Questo il testo dalla sua comunicazione:

«Carissime Studentesse e carissimi Studenti, care Colleghe e cari Colleghi, 

purtroppo siamo chiamati a ulteriori restrizioni per adottare tutte le misure di precauzione conseguenti all’attuale situazione emergenziale. 

 Con riferimento alle Università, l’ultimo DPCM del 3 novembre 2020 stabilisce che:   

·         le attività formative e curricolari si svolgono a distanza; 

·         possono svolgersi in presenza le sole attività formative e curricolari degli insegnamenti relativi al primo anno dei corsi di studio nonché quelle dei laboratori. 

Alla luce delle nuove disposizioni, a partire da domani, 5 novembre, le attività didattiche dei Dipartimenti dovranno essere uniformate alle nuove direttive nazionali. 

Per le attività didattiche che potranno essere svolte in presenza, si rammenta che la capienza effettiva delle aule deve essere limitata a non più del 25% di quella nominale; inoltre, sempre per motivi di precauzione, l’aggiornamento dei protocolli di Ateneo contemplerà, per le biblioteche, la sola apertura per prestito e consultazione su prenotazione da parte degli interessati.   

Come ho avuto modo di osservare lo scorso 30 ottobre, e oggi a maggior ragione, il nostro impegno deve essere costante affinché possa essere garantita la continuità ai percorsi formativi, nella speranza che i sacrifici cui siamo chiamati possano permetterci, al più presto, di riprendere le nostre attività in presenza e, con esse, la pienezza della vita universitaria».