PARMA – La libreria Diari di Bordo, in collaborazione con il Comune di Parma, ha presentato in mattinata la mini rassegna letteraria che prenderà avvio venerdì 28 giugno e che si articola in una serie di appuntamenti previsti tutti i venerdì del mese di luglio, negli spazi antistanti la libreria, in borgo Santa Brigida, 9. “L’attività di Diari di Bordo rappresenta in maniera paradigmatica quello che sarà Parma Capitale della Cultura. La passione di Alice ed Antonello, la loro ricerca, il fatto che in un piccolo borgo persone possano sedersi insieme ad ascoltare altre persone che parlano spero serva anche d’esempio perchè altri comincino ad immaginare ed offrire a Parma spazi di conoscenza e stupore per tutti”. Ha detto Michele Guerra Assessore alla Cultura lunedì 24 giugno alla conferenza stampa di presentazione dei prossimi appuntamenti estivi dei Diari.
La rassegna promuove una serie di appuntamenti culturali volti alla valorizzazione del centro storico di Parma con presentazioni tematiche, incentrate sul racconto di luoghi e legate ai temi sociali.
Cuba. Altravana. Nel cuore di una città perduta
28 giugno 2019, ore 21.00
Venerdì 28 giugno, alle 21, per inaugurare la Rassegna Estiva “E…state nel borghetto “, nello spazio antistante la Libreria Diari di Bordo, presentazione di: “Cuba. Altravana. Nel cuore di una città perduta”, libro di Davide Barilli, pubblicato da Giulio Perrone nella collana Passaggi di dogana. A dialogare con l’autore Caterina Bonetti. Il libro di Barilli non vuol essere una guida, ma un viaggio tra passato e futuro: una personalissima mappatura di ciò che (ancora per poco) sopravvive dell’Avana più letteraria – le strade, le piazze, gli edifici, raccontati e vissuti nel corso del tempo da Alejo Carpentier, Pedro Juan Gutiérrez, Virgilio Piñera, Miguel Barnet, solo per citare alcuni nomi fondamentali della narrativa cubana del Novecento. Emerge una sorta di Spoon River caraibica, una geografia che sta scomparendo, una cultura della Cuba al flou, quella che si sta apprestando al cambiamento, quella della Generazione W, interessata più a WhatsApp che al fermo immagine che tanto affascina i viaggiatori alla ricerca di un tempo perduto. Ne deriva un atto d’amore e di addio, in particolare a Centro Habana, alla scoperta di luoghi per lo più sconosciuti ai turisti: teatri trasformati in giungla come il Campoamor, balere, minuscole librerie dell’usato, centri culturali alternativi, ma anche laboratori di erbieri, piazze senza nome, bar in odore di liquidazione. Un viaggio all’interno della cultura cubana di oggi, attraverso i dialoghi con alcuni degli scrittori più importanti dell’Isola, e che conduce inevitabilmente alla Feria Internacional del Libro, la più importante manifestazione del mondo caraibico, ospitata ogni anno alla fortezza di San Carlo della Cabaña. Fino ad arrivare al cuore della città, dove operano artisti, pittori, scultori, grafici, musici, e nella calle, lungo le strade decadenti e devastate di una città perduta dove si nasconde l’anima vera di Cuba.
Blues Pills e Gli ultrauomini per il Festival internazionale della letteratura di viaggio
5 luglio 2019, ore 19.00
Venerdì 5 luglio, alle ore 19, tappa parmigiana del Festival Internazionale della letteratura di viaggio ai Diari di Bordo per “E… state nel borghetto”. Giunto alla sua IV edizione, il Festival vedrà numerosi appuntamenti in tutta Italia prima delle celebrazioni conclusive in Sardegna, con anteprime in diverse città e sinergie con numerose librerie e realtà culturali. Anche quest’anno i Diari di Bordo collaboreranno con il Festival Internazionale della letteratura di viaggio ospitando un incontro doppio venerdì 5 luglio. A partire dalle 19 con Antonio Boschi e due musicisti dei Best Before War la presentazione del nuovo libro di Antonio Boschi e Lorenz Zadro, edito da Arcana, Blues Pills e altre storie e, nella seconda parte, presentazione di Ctrl – Persone, luoghi e altre storie, Gli ultrauomini con il direttore Nicola Feninno. Blues Pills e altre storie è un’opera dedicata alla musica afroamericana con uno stile chiaro ma volutamente leggero ed essenziale. La prima parte è dedicata alle origini, agli stili, ai musicisti di riferimento ed alla situazione del blues in Italia; la seconda ripercorre alcuni aspetti al di fuori della musica ma che con la stessa hanno un legame fondamentale: “Le altre storie”, con una bibliografia, una filmografia e una guida all’ascolto a chiudere il volume. Lorenz Zadro, veronese, è chitarrista, autore, collezionista e cultore del blues, collabora attivamente con numerose riviste musicali specializzate e periodici locali. Nel 2010 ha fondato Blues Made In Italy e, nel 2015, la società A-Z Blues, coordinando molti progetti legati al mondo dell’American Music in Italia e all’estero, offrendo servizi e consulenza ad artisti, live club, festival ed enti nel settore dello spettacolo. Antonio Boschi, parmigiano, ha fondato l’associazione Roots-way, ideatrice dell’omonimo Festival premiato nel 2009 dalla Blues Foundation come migliore a livello europeo. È uno dei responsabili dell’European Blues Union e da circa dieci anni collabora con la rivista «Il Blues». Assieme a Lorenz Zadro e Davide Grandi ha fondato la società A-Z Blues. Ctrl – Persone luoghi e altre storie con Nicola Feninno, il nuovo numero Gli ultrauomini. Terrestri d’Italia in contatto con altre dimensioni, che segue la pubblicazione, nel 2018, di Stiamo scomparendo – Viaggio nell’Italia in minoranza, primo libro reportage di una collana di libri firmati CTRL Books. Gli ultrauomini. Terrestri d’Italia in contatto con altre dimensioni racchiude un reportage fotografico durato tre anni, a cura di Michela Benaglia, 11 reportages narrativi a cura di: Giulia Callino, Maura Chiulli, Valerio Millefoglie, Alessandro Monaci, Angelo Mozzillo, Sofia Natella, Donato Novellini, Luca Pakarov, Martino Pinna, Matteo Trevisani, Paolo Zardi e un gran centrifugato finale di ultraumanità. Un libro-reportage di incontri ravvicinati con terrestri d’Italia che vanno ultra: a partire dal gestore di un’agenzia di pompe funebri di Mirandola, in provincia di Modena, che fornisce servizi di ibernazione. Tradotto: congela i cadaveri dei richiedenti e li spedisce in Russia in un centro specializzato di criogenesi (pratica legalizzata in quel paese), dove i corpi riposeranno in silos, a meno 196 gradi, in attesa di una “resurrezione” per intercessione della tecnologia. E poi reportage da un convento di suore di clausura, dalle viscere della terra, da una sala operatoria, dalla casa di un “alieno di paese”, da una panchina su cui siede un cyborg ventiduenne, da un salottino in cui un maestro della Quarta Via beve il caffè, da un ufficio comunale in cui lavora una donna wrestler, da una conferenza di Persone Altamente Sensibili, dalla cameretta di una tanatoesteta, dalle spiagge dove un pensionato va a caccia di messaggi in bottiglia.
L’amata gabbia e L’anno che Bartolo decise di morire
12 luglio, ore 19.00
Venerdì 12 Luglio alle ore 19.00 ai Diari di Bordo di Parma per la Rassegna Estiva ” E… state nel Borghetto” i giovanissimi autori Valentina Di Cesare e Giovanni Irimia presentano i loro libri, facendoli dialogare tra loro. “L’anno che Bartolo decise di morire” di Valentina Di Cesare, edito da Arkadia, è una storia che racconta il confine in cui può finire l’amicizia e iniziare la solitudine. Bartolo, il protagonista, è un uomo buono, empatico, partecipe della vita dei suoi amici cui è legato fin dall’infanzia, soffre di una depressione latente che a poco a poco degenera nel caos delle emozioni, ma per pudore non riesce a parlarne con nessuno degli amici, attendendo forse che qualcuno di loro si accorga della sua sofferenza. Gli amici di sempre, una carrellata di personaggi ineffabili, a volte superficiali, a volte disperati – e, su tutti, anche un vecchio maestro che con il suo cinismo e la sua sapienza ci fa sorridere – sono presi a loro volta dai propri problemi, sembrano non occuparsi di lui e minimizzano i suoi comportamenti. Lucio è l’unico amico che si rende conto del disagio di Bartolo, ma alla fine prenderà una decisione estrema e incomprensibile riguardo alla sua vita. Quando questo accadrà, Bartolo sarà pieno di dubbi e sensi di colpa. In questo romanzo, Valentina Di Cesare ci parla della precarietà delle relazioni, della fine delle illusioni, dell’individualismo, dell’incapacità di vedere gli altri, di ascoltare chi grida di dolore. “L’Amata Gabbia” di Giovanni Irimia, edito da Epika edizioni, è un libro di poesie racconti in cui si parla dell’avere vent’anni e andare a fuoco e bruciare di passione. L’amata gabbia parla del fuoco giovanile, della passione fumante, della “ricerca, folle ricerca”. Il dolore familiare e quello famigliare, i vent’anni che si erano promessi splendidi e non hanno mantenuto. Parla della fame di mondo, della resistenza alla cementificazione del prossimo. Versi incisivi e visivi tramutano le frustrazioni in veicolo per scandagliare gli abissi dove si annidano le delusioni, e fanno de L’amata gabbia un posto dove queste dolenze vengono accettate e perdonate, prima che scolorino svanendo in un altro futuro. Ricordi cosa vuol dire avere vent’anni?
Il cerbiatto ribelle
19 luglio, ore 19.00
Venerdì 19 Luglio alle ore 19.00 ai Diari di Parma per la Rassegna Estiva ” E… state nel Borghetto” Emma Tassi Carboni presenta un progetto di viaggio de “Il cerbiatto ribelle”. Per promuovere una cultura incentrata sul valore del limite e sulla necessità della diversità ci racconterà la storia di due esseri speciali. Così speciali che a loro sono stati elargiti doni grandi, enormi, così enormi da schiacciarli, quasi. Alberto e Giorgio portano carichi enormi. Sono dei tipi strani, sensibili, spiritosi, pieni di talento, profondi e con un grande cuore. Dei predestinati, diciamo. Giorgio, Emma, lo conosce da 35 anni: un puro, un tenero, solitario cerbiatto. Timido nel bosco tenebroso. La sua anima ha lunghe radici dentro la sua terra. E’ un fiero parmigiano ‘di la dall’acqua’ e perciò ostinato e ribelle. A volte le sue lunghe gambine delicate si impuntano, si oppone fermamente alle ingiustizie. Se pensa che sia no è no, abbandona il mondo e se ne va per il suo sentiero, in solitudine. Alberto, invece, lo ha portato nella pancia. Alberto è cresciuto nella gioia. Poi come nelle storie intricate si è addentrato nella fitta boscaglia e a quattro anni l’incantesimo si è spezzato. Un anno di indagini a fiato sospeso, un giro biopsia al Gaslini e salta fuori questa Glomerulosclerosi Focale e Segmentale (una malattia rara!). Intanto Giorgio si ammala di Sclerosi Multipla. Oggi Giorgio e Alberto sono andati a realizzare un antico desiderio. “Siamo andati ad Auschwitz – rivela Emma Tassi Carboni – e poi sono successe tante cose belle e abbiamo scoperto tante persone e anche che la vita non è finita finchè non è finita come diceva una mia studentessa coraggiosa. Un modo per dire basta a quelle porte chiuse”.
Un anno in barcastop
26 luglio, ore 19.00
Venerdì 26 luglio alle ore 19, ai Diari di Bordo di Parma per la Rassegna Estiva ” E… state nel Borghetto” presentazione del Libro Un anno in barcastop di Erica Giopp, pubblicato da Alpine Studio nella collana Orizzonti. A dialogare con l’autrice sarà Barbara Rondelli . Erica Giopp ha 26 anni quando parte per il suo viaggio in Barcastop: “l’autostop del mare”, che si fa viaggiando in barca a vela ottenendo dei passaggi in cambio di aiuto a bordo. Non parte per ritrovare se stessa né tantomeno per inseguire l’avventura estrema. Lascia lavoro, fidanzato, amici e famiglia e scappa: dai doveri, dagli impegni e dai trent’anni che si avvicinano. Parte per 17.000 miglia, con un piccolo bagaglio, verso poche ore di sonno, molte di lavoro duro, intossicazioni alimentari, settimane di bonaccia, ma anche verso innumerevoli tramonti sull’oceano e verso uno stile di vita che, per forza, riporta all’essenziale. Il viaggio di Erica è un viaggio attraverso oceani, isole e persone che ci fa conoscere nei loro aspetti più crudi e grezzi, quelli primordiali che appartengono a tutti gli uomini, ma che sono veri come i legami che nascono nel mezzo del nulla, quando non si parla la stessa lingua, non ci si lava da giorni e si indossano sempre gli stessi vestiti sporchi. Lontano dal diario di bordo, questo è un concentrato di aneddoti e consigli: ironico e leggero, il libro trasmette messaggi universali senza la pretesa di ergersi a guida spirituale. Erica torna un anno dopo con meno imbarazzi e più consapevolezza. Guarda la sua quotidianità con occhi nuovi, convinta che i veri eroi non siano quelli che mollano tutto per partire, ma quelli che vivono ogni giorno assaporando quello che per loro è l’essenziale.
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