MODENA – MODENA – 1 – 13 marzo 2022
Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Ombre folli
di Franco Scaldati
interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
produzione ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Cooperativa Le Tre Corde – Compagnia Vetrano/Randisi
15 – 27 marzo 2022
Kepler-452
Gli altri
Indagine sui nuovissimi mostri
un’indagine teatrale di Kepler-452
drammaturgia e regia Nicola Borghesi e Riccardo Tabilio
in scena Nicola Borghesi
produzione ERT / Teatro Nazionale
nell’ambito del bando Sostegno alla produzione e alla distribuzione di creazioni teatrali e di performing arts di artisti e compagnie under 40 in Emilia-Romagna
29 marzo – 10 aprile 2022
Matilde Vigna
Una riga nera al piano di sopra
Monologo per alluvioni al contrario
di e con Matilde Vigna
dramaturg Greta Cappelletti
produzione ERT/ Teatro Nazionale
10 – 22 maggio 2022
Alessandro Berti
Blind Love
Bugie bianche capitolo terzo
uno spettacolo di Alessandro Berti
con Alessandro Berti e Rosanna Sparapano
regia Alessandro Berti
produzione ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Casavuota
31 maggio – 12 giugno 2022
nello spazio esterno del Teatro Tempio
Sergio Blanco / Maria Vittoria Bellingeri / Roberta Lidia De Stefano
Kassandra
di Sergio Blanco
con Roberta Lidia De Stefano
regia, scene e costumi Maria Vittoria Bellingeri
produzione ERT / Teatro Nazionale
1 – 13 marzo 2022
Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Ombre folli
di Franco Scaldati
interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
video e luci Antonio Rinaldi
produzione ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Cooperativa Le Tre Corde – Compagnia Vetrano/Randisi
Enzo Vetrano e Stefano Randisi proseguono la loro indagine dentro il teatro di Franco Scaldati, il drammaturgo palermitano scomparso nel 2013. Definito da Franco Quadri il “Beckett italiano”, ha realizzato l’impresa di far entrare la poesia nel teatro contemporaneo, dando voce a una marginalità sociale ed esistenziale. Vetrano e Randisi non sono nuovi alla poetica di Scaldati, a cui si erano già avvicinati nel 2012 con Totò e Vicè, nel 2017 con Assassina prodotto da ERT / Teatro Nazionale (finalista come Miglior spettacolo ai Premi Ubu 2017 e Hystrio Twister 2017) e nel 2015 hanno partecipato al film-documentario diretto da Franco Maresco Gli uomini di questa città io non li conosco. Vita e teatro di Franco Scaldati.
In questo spettacolo le ombre di due uomini si raccontano: il primo ha la passione segreta di travestirsi, truccarsi e andare in strada a far sesso, arte in cui è “Maestra”, come dice con orgoglio. La sua è una scommessa con la vita, una roulette russa al contrario: se qualcuno lo riconosce il suo piacere si raddoppia e nel momento dell’amplesso finale lo uccide e con religiosa, sacrale pietas, ne seppellisce il corpo.
Il secondo, che dice di amarlo come un figlio, scopre questa doppia vita e lo sequestra per redimerlo e vivere con lui un’esistenza “serena” fatta di rinunce, vergogna e castrazione, in una dipendenza reciproca, fino alla vecchiaia.
«All’inizio è la scrittura, a evocare le ombre. C’è un prologo – scrivono Vetrano e Randisi – di concepimento e gestazione in cui l’Autore racconta i suoi sogni: sghembi, visionari, anticipatori. Li racconta e li vede fuori da sé, continuando a scrivere, a stupirsi, in un giuoco di porte, specchi, fiori e cimiteri.
Intanto il sognato prende coscienza, lentamente, di vivere imprigionato dalla fantasia del sognante, del tiranno scrittore. Unica via di uscita, per riuscire a essere chi governa la sua vita, è sopprimerlo.
Poi c’è la follia delle creature, creature nate e creature non nate, follie di cui lo scrittore ha vissuto la vita come fosse la sua, senza un inizio, senza una fine».
Il testo, scritto in un palermitano poetico e pervaso della musicalità del dialetto, viene tradotto frase per frase da un’ombra all’altra, in un gioco di rispecchiamenti: «come sempre nel mondo di Franco Scaldati – affermano i due registi e attori – chi parla non è mai solo, anche se parla da solo».
15 – 27 marzo 2022
Kepler-452
Gli altri
Indagine sui nuovissimi mostri
un’indagine teatrale di Kepler-452
drammaturgia e regia Nicola Borghesi e Riccardo Tabilio
ideazione tecnica Andrea Bovaia
coordinamento Roberta Gabriele
in scena Nicola Borghesi
produzione ERT / Teatro Nazionale
nell’ambito del bando Sostegno alla produzione e alla distribuzione di creazioni teatrali e di performing arts di artisti e compagnie under 40 in Emilia-Romagna
con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e La Corte Ospitale | Centro di Residenza Emilia-Romagna
con il sostegno di Agorà/Unione Reno Galliera
Nata nel 2015 a Bologna, la compagnia Kepler-452 si è contraddistinta fin dall’inizio per la sua ricerca artistica che ha portato il gruppo fuori dai teatri, nelle strade e nelle periferie per osservare la realtà attraverso la lente della scena.
Nel 2018 ERT / Teatro Nazionale ha prodotto Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, spettacolo vincitore nello stesso anno del Premio Rete Critica, e nel 2019 F. Perdere le cose. A ottobre 2022 è atteso il debutto della nuova produzione Il Capitale.
«Chi sono gli Altri? – si interroga Kepler-452 – noi teatranti dedichiamo molte energie a raccontare quella che ci pare una verità evidente: che coloro che tipicamente sono percepiti come altri (stranieri, senzatetto, persone LGBT+…) non devono essere considerati una minaccia. E che collocare le diversità in facili categorie è tossico e pericoloso».
Eppure nel frattempo sta prendendo sempre più piede un’altra specie di “altri”, catalogati con una parola che ha il sapore di un mestiere: gli hater, ovvero odiatori di professione. I loro profili hanno un aspetto straniante: persone comuni che, tra foto di vacanze e di animali, alimentano roghi virtuali. Ma chi sono questi Altri? Chi c’è dietro quel commento razzista irripetibile? Che esseri umani si nascondono dietro quei profili? Perché scrivono quelle cose, perché le pensano? Si identificano con quello che scrivono? Da dove viene tutto questo odio?
Lo spettacolo nasce dal desiderio della compagnia di contattare queste persone, questi Altri, di trascorrere del tempo insieme a loro e cercare di capirli. Che effetto fa incontrarli in carne e ossa, gli Altri? Come possiamo parlare con loro veramente, senza paternalismo? Che effetto fa questo tentativo? È possibile? È utile?
«La nostra indagine sui nuovissimi mostri – scrive la compagnia – si propone di contattarli e di tentare un dialogo all’apparenza impossibile. In un reportage teatrale connesso live a internet racconteremo gli esiti di questa ricerca, di questi incontri, per spingerci oltre il giusto sgomento: là dove anche la follia del razzismo e del fascismo possono essere ascoltate, col coraggio del confronto e senza rinunciare alle proprie idee e posizioni».
29 marzo – 10 aprile 2022
Matilde Vigna
Una riga nera al piano di sopra
(monologo per alluvioni al contrario)
di e con Matilde Vigna
aiuto alla regia Anna Zanetti
dramaturg Greta Cappelletti
progetto sonoro Alessio Foglia
costumi Lucia Menegazzo
disegno luci Alice Colla
produzione ERT/ Teatro Nazionale
Una riflessione sulla perdita, sul possesso, su quello che resta. La storia dell’alluvione del Polesine del 1951 abbraccia la storia di una donna adulta, che tra separazioni, cambiamenti, traslochi, mutui, ci racconta di un’alluvione al contrario, piena di case, oggetti, possibilità di scelta. Un monologo sullo sradicamento volontario e involontario, sugli eventi che ci cambiano la vita, sulle persone che ci vengono in soccorso.
Matilde Vigna, classe 1988, ha collaborato a teatro fra gli altri con Valter Malosti (Arialda, Antonio e Cleopatra), Antonio Latella (Aminta), Leonardo Lidi (Spettri, Qualcuno che tace: il teatro di Natalia Ginzburg, La casa di Bernarda Alba), Michele Di Mauro (Causa di beatificazione), Liv Ferracchiati (La tragedia è finita, Platonov) e Pier Lorenzo Pisano (Senet). Nel 2015 si è diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino sotto la direzione di Valter Malosti; nel biennio 2015-16 ha partecipato al Corso di Alta Formazione di ERT guidato da Antonio Latella da cui è nato nello stesso anno Santa Estasi, diventato un vero e proprio caso teatrale, Premio Ubu 2016 come miglior spettacolo e migliori attori under 35 a tutto il cast. Nel 2019 ha ricevuto il Premio Ubu come miglior attrice o performer under 35.
Una riga nera al piano di sopra, prodotto da ERT / Teatro Nazionale, segna il suo debutta alla regia.
Autunno 1951: piove. La piena del Po rompe gli argini e il Polesine diventa un enorme lago di 70 chilometri quadrati. Si fugge senza poter scegliere cosa portare, si torna per ricominciare.
Autunno 2021: piove. Una donna è alle prese con l’ennesimo trasloco, scandaglia le stanze e decide di portare via tutto. Tutto quello che ha.
Una riga nera al piano di sopra intreccia le due storie, la tragedia naturale e quella personale: da una parte perdita, smarrimento, fuga e dall’altra separazioni, traslochi e mutui.
È davvero possibile perdere veramente tutto?
Fare i conti con questa paura e con quello che non possiamo calcolare è il centro dello spettacolo: a partire da uno studio appronfondito sull’alluvione e attraverso le parole di chi aveva vissuto allora il disastro viene portata in scena la storia di una donna di oggi che guarda al suo di disastro, personale e generazionale, e cerca nuove possibili strade.
Il progetto sonoro di Alessio Foglia crea l’ambiente in cui Matilde Vigna colloca le sue parole. Nella scena spoglia il suono accompagna il pubblico, traghettandolo tra passato e presente, e diventa luogo, evento ma anche il rumore della piena, l’eco dell’alluvione e il silenzio che resta.
Nei teatri ERT
prima assoluta dal 15 al 27 marzo 2022, Teatro delle Moline – Bologna
10 – 22 maggio 2022
Alessandro Berti
Blind Love
Bugie bianche capitolo terzo
uno spettacolo di Alessandro Berti
con Alessandro Berti e Rosanna Sparapano
regia Alessandro Berti
disegno luci Théo Longuemare
progetto Bugie bianche a cura di Gaia Raffiotta
produzione ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Casavuota
da una proposta di Anna de Manincor / Zimmerfrei
Terzo capitolo del progetto Bugie Bianche, un percorso quadriennale sulla storia e le questioni odierne del rapporto tra maggioranza bianca e minoranza nera nelle società occidentali.
Il primo capitolo, Black Dick, indaga l’immagine del maschio nero per come l’ha costruita e spacciata il maschio bianco, specialmente negli USA: dai linciaggi alla pornografia, dalle Black Panthers al Rap.
Il secondo, Negri senza memoria, studia il rapporto tra italo e afroamericani negli Stati Uniti. Black Dick e Negri senza memoria sono entrambi programmati nella stagione 2022 al Teatro delle Moline di Bologna, nell’ambito di una personale dedicata all’artista che prevede anche il debutto di Blind Love, punto di arrivo ideale di questo percorso, in Arena del Sole.
La trilogia sarà pubblicata nella collana Linea di ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore.
Alessandro Berti ha ricevuto il Premio Riccione 2021 per l’innovazione teatrale «per la determinazione costante – così recita la motivazione della giuria – nell’affrontare le questioni più urgenti del nostro presente senza mai scindere la dimensione politica da quella intima, ma anzi rintracciando attraverso la scrittura i nessi sostanziali che legano pubblico e privato». Nell’ultimo decennio la sua carriera di attore, regista e drammaturgo, cominciata oltre vent’anni fa, lo ha visto sempre più impegnato in un percorso di indagine sul rapporto tra teatro e politica in tutte le sue possibili declinazioni.
Al Teatro Tempio porta in scena un dialogo immaginario, ma verosimile e contemporaneo, che incarna nella coerenza psicologica dei personaggi alcune brucianti questioni della nostra società.
Un uomo e una donna a letto, domenica mattina. Entrambi sui trent’anni, lui bianco, lei nera. Italiani, nessuna differenza di accento né di cultura, pare. Ma lui rompe inaspettatamente il velo dell’abitudine e inizia un discorso mai fatto: perché ti desidero? Da dove viene la mia fascinazione per te, per il tuo corpo? Cos’è una donna nera per un maschio bianco? Come interviene la pornografia nelle dinamiche del desiderio? Che rapporto c’è tra i nostri problemi di coppia e i problemi del mondo? Vedere tutto con gli occhiali della razza aiuta a smascherare o a confondere? Siamo orientati al futuro o prigionieri del passato?
Come ipnotizzato dal proprio flusso di pensieri, si mette completamente a nudo davanti alla donna.
E lei, come reagisce a queste confidenze che mettono in luce una parte oscura, equivoca, della persona che ama? Tematiche sommerse emergono lentamente e mostrano ai protagonisti la dissociazione, lo sdoppiamento nel quale tutti e tutte viviamo e che dobbiamo, faticosamente e insieme, ogni giorno, provare a ricomporre.
Nei teatri ERT
prima assoluta 27 aprile – 8 maggio 2022, Teatro Arena del Sole / Sala Thierry Salmon – Bologna
Nell’ambito del progetto Bugie bianche
al Teatro delle Moline, Bologna
29 marzo – 3 aprile 2022, Black Dick
5 – 10 aprile 2022, Negri senza memoria
31 maggio – 12 giugno 2022
nello spazio esterno del Teatro Tempio
Sergio Blanco / Maria Vittoria Bellingeri / Roberta Lidia De Stefano
Kassandra
di Sergio Blanco
con Roberta Lidia De Stefano
regia, scene e costumi Maria Vittoria Bellingeri
musiche originali Roberta Lidia De Stefano
luci Andrea Sanson
assistente alla regia Greta Bertani
foto Serena Serrani p
produzione ERT / Teatro Nazionale
spettacolo in inglese esperanto (versione semplificata in inglese comprensibile a tutti)
È una Kassandra contemporanea, quella di Sergio Blanco, drammaturgo franco-uruguayano che in tutti i suoi testi si racconta attraverso il dispositivo dell’autofinzione, in una sorta di originale autobiografia che continuamente reinventa il soggetto. Persone, personaggi, vita reale e fiction si alternano, portando il pubblico a chiedersi se ciò che si vede in scena sia accaduto davvero o meno.
Maria Vittoria Bellingeri alla regia e sul palco Roberta Lidia De Stefano accolgono la sfida di portare in scena questo monologo, scritto da uno dei nuovi autori più interessanti del panorama teatrale internazionale, rappresentato per la prima volta in Italia a VIE Festival nel 2019 con El bramido de Düsseldorf.
Lo spettacolo esplora una donna “in transito”, senza un’identità fissa, né indirizzo, né paese: una clandestina. Sergio Blanco ambienta la vicenda in un sordido bar ai confini della periferia di una città. Kassandra vende sigarette e il suo corpo, perdendosi nelle parole di una lingua non sua che parla con difficoltà. Il testo è scritto in un inglese di sopravvivenza, la donna comunica attraverso un uso elementare della parola, abbozzandola e modellandola alle sue esigenze, superando così la frontiera linguistica attraverso una volontà comunicativa che fa di questo grezzo inglese un esperanto.
Kassandra la straniera accoglie il pubblico, lo tenta, lo seduce e a lui dona tutta l’anima raccontandosi senza filtri. Un monologo ironico, intriso di suono e musica, che parla dell’oggi attraverso il mito della principessa di Troia, sacerdotessa la cui bellezza ha fatto innamorare il Dio Apollo e da lui punita per aver protetto la propria verginità con la peggiore delle punizioni: l’incomunicabilità.
«La performance si fonda sul personaggio caleidoscopio di Kassandra – affermano Maria Vittoria Bellingeri e Roberta Lidia De Stefano – e sul suo paesaggio sonoro. Il proliferare di parole e la vitalità istrionica, oltreché un richiamo alla tragedia, ci hanno portato a pensare al canto come sua forma espressiva. Il lavoro prevede una scrittura sonora originale che attinge alla ricerca musicale classica-pop ed elettronica (Diamanda Galas, Laurie Anderson fino ad arrivare agli ABBA). Kassandra, in scena con il suo microfono e synth, comporrà sonorità evocative di atmosfere in cui il lirismo del verso greco e la musica elettronica si incontrano. Kassandra è la fluidità incarnata e prestando il suo corpo racconta il corpo degli altri attivando così un potente gesto rivoluzionario. In un’epoca in cui il Sé è solo egolatria, lei distrugge le frontiere e dichiara amore promuovendo una reinvenzione collettiva della collettività.
“Ce que me détruit c’est la fondation de ma construction!” afferma la regista e scrittrice francese Virginie Despentes e Kassandra sembra fare eco a questa affermazione. Ma in lei troviamo anche Montaigne e il suo “l’humanité se trouve en moi” e il grido “une femme violée/ toutes les femmes violées”, perché più la profetessa clandestina parla, e più la sua identità si disgrega: non si sa più se è donna, uomo, veggente, folle, principessa, schiava, demone o santa».
Nei teatri ERT
10 – 22 maggio 2022, Teatro Arena del Sole / Sala Thierry Salmon – Bologna
FERRARA - Tra il repertorio più classico e proposte innovative, sono 14 i titoli che…
RIMINI - La Provincia di Rimini si prepara ad accogliere, dal 22 al 25 ottobre,…
Una città, tre spazi, tredici spettacoli e mille idee di teatro RICCIONE (RN) - Si…
Primo Talk il 22 ottobre con Bruno Mezzetti CESENA - Nasce Macfrut Talk: lectio magistralis…
BOLOGNA - Comincia domani a Palazzo Re Enzo il Festival della Cultura tecnica 2024 -…
Rinviato a data da destinarsi l'incontro pubblico inizialmente previsto per martedì 22 ottobre 2024 alle…
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Emilia Romagna News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Contatti - Archivio news - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter