“Questa esposizione – commenta l’Assessore alla Cultura Carlo Verona – ha lo scopo di rappresentare lo spaccato artistico di tutto il territorio regionale e non solo e lo fa mettendo in vetrina giovani artisti talentuosi che vivono di arte e di creatività e che con le loro opere, spesso, raccontano la nostra storia. È questo il caso della cesenate ‘Cassandra, il diritto di parlare’, che racconta la condizione di quelle donne ritenute ‘sbagliate’ dalla società e per questo brutalmente rinchiuse nei manicomi. Lo scorso autunno, in occasione delle Giornate FAI, quest’opera è stata esposta negli spazi di Palazzo O.I.R. e, successivamente, è stata inserita tra le 36 vincitrici del bando, lanciato dall’assessorato regionale alla Cultura, per l’acquisizione di produzioni da parte del patrimonio artistico emiliano-romagnolo. Questa Amministrazione comunale non può che essere orgogliosa del percorso avviato da giovani artisti come Giacomo Garaffoni, Michele Ambroni e Sofia Rossi che rappresentano, insieme a tanti altre maestranze locali, l’arte contemporanea e che ci consentono di ripartire, dopo un difficile periodo di sospensioni, nel segno della cultura”.
“Cassandra, il diritto di parlare” è un’opera di Indocile Collettivo (Giacomo Garaffoni, Michele Ambroni, Sofia Rossi) e racconta di donne rimosse e spezzate attraverso diagnosi deprecabili. Smorfiose, loquaci, pedanti, petulanti, cattive madri, persone sbagliate. Per la prima volta nella storia della medicina le immagini fotografiche della pazienti diventavano la copertina del loro diario clinico, un marchio del corpo e dell’identità. La figura della Cassandra classica rifiuta Apollo, che la maledice sputandole sulle labbra, condannandola a rimanere inascoltata, interdetta. Così vicina alla caduta sociale in cui sprofondano le internate nei luoghi violenti della psichiatria italiana, in un tempo non così distante. L’opera prende le mosse dalla storia vera di Cassandra C. una paziente realmente esistita, portata via dai suoi figli e internata in manicomio nel 1929. Sul fronte della cartella clinica sono specificati i sintomi: “loquace, ciarliera, nervosa, indocile, cattiva madre”. L’opera è composta dal ritratto della donna, recuperato da un archivio manicomiale grazie alla collaborazione con la ricercatrice e autrice Annacarla Valeriano. Ognuno di questi ritratti è stato sfigurato dal fuoco, che rende mancante la parte inferiore del viso. L’assenza, imposta attraverso una bruciatura totalmente incontrollata e casuale, insieme alla ripetizione incessante, rende questo ritratto un simbolo delle donne inascoltate, abbandonate e dimenticate. Non è un caso se il formato scelto è proprio quello del manifesto da affissione. Cassandra, minata nel meccanismo del dire (quanto la veggente del mito) si fa testimone di ogni donna costretta allo stesso dolore. Il lavoro si completa con l’esibizione dello scritto in 11 tavole di testo scritte dall’autore Giacomo Garaffoni. In questo caso risulta la prima volta a memoria storica in cui un autore espone un proprio testo teatrale ed integrale come opera d’arte all’interno di un museo nazionale.
L’esposizione al Palazzo del Governatore di Parma sarà aperta da sabato 29 maggio al 25 luglio 2021 Lunedì: chiuso. Dal martedì al giovedì: 11-19; venerdì, sabato e domenica: 10-19. Ingresso gratuito. Per ulteriori informazioni: www.gaer.eu – www.parma2020.it.
Foto: Indocile mostra Cassandra
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