Don Pasta a Forlimpopoli con le Mariette Artusiane e Casa Artusi

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Mercoledì 9 gennaio al Teatro Verdi la proiezione del docufilm “I Villani”

FORLIMPOPOLI (FC) – Una serata all’ insegna del buon cibo nel nome di Pellegrino Artusi è in programma mercoledì 9 gennaio (ore 20.30) al Teatro Verdi di Forlimpopoli. L’occasione è la proiezione del docufilm “I Villani” che vedrà come ospite d’onore il regista del film e vecchio amico di Casa Artusi Daniele de Michele, alias Don Pasta.

Donpasta, dj, economista, appassionato di gastronomia e definito dal New York Times, “uno dei più inventivi attivisti del cibo”, è volto conosciuto a Forlimpopoli  avendo scelto nel suo percorso artistico/gastronomico proprio l’Artusi come padre putativo, aggiornandone il metodo e le riflessioni nel volume sulla cucina popolare Artusi remix.

Premio Marietta ad honorem 2015 per l’impegno profuso nel sostenere la cucina popolare, ha tenuto a battesimo nell’ ormai lontano maggio 2007 la nascita dell’ Associazione delle Mariette, nell’ ambito del progetto comunale Verso Casa Artusi.

Al termine della proiezione e dell’ incontro con Don Pasta, sarà possibile degustare la vera piadina romagnola fatta a mano dalle Mariette che non potevano mancare l’appuntamento con il loro “padrino”.

L’evento è organizzato dall’ Associazione delle Mariette in collaborazione con Casa Artusi e con il patrocinio del Comune di Forlimpopoli.

Il Film
Successo annunciato per un film che nasce come evoluzione naturale di Artusi Remix, il progetto che ha visto per diversi anni Don pasta impegnato a raccogliere in giro per l’Italia le ricette delle nonne per salvaguardare la cucina popolare italiana avviatasi verso un inesorabile oblio.

Il film segue la giornata tipo di quattro eroi della terra, quattro storie che diventa l’archetipo archetipo di un’Italia che resiste: l’agricoltore siciliano di Alcamo e la sua conserva “illegale”, i fratelli tarantini Galasso che alle due di notte partono per la pesca, la contadina e allevatrice trentina, che raccoglie le erbe selvatiche per venderle al mercato e l’allevatore dell’Irpinia con la figlia ventenne con le sue capre e i suoi formaggi. Quattro personaggi che nel loro fare quotidiano rappresentano la sintesi delle infinite resistenze e reticenze ad adottare un modello gastronomico e culturale uguale in tutto il mondo. Quattro personaggi con le loro famiglie per poter verificare se la cucina italiana sia ancora un patrimonio vivo, se il passaggio di informazioni tra generazioni esiste ancora, se la cucina italiana così come l’abbiamo ereditata si salverà o scomparirà.