RIMINI – La stagione della danza al Teatro Galli prosegue venerdì 18 marzo (ore 21) con Don Juan, la nuova produzione della Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto, firmata da Johan Inger. Sulla partitura originale di Marc Álvarez, creata per l’occasione, i sedici danzatori di Aterballetto raccontano questa versione del Don Giovanni in un atto unico.
Johan Inger, coreografo svedese, sfodera uno stile che è un meraviglioso combinato di grazia, invenzione e ironia per confrontarsi con Don Giovanni, un mito paradigmatico dell’esistenza umana, antico e contemporaneo allo stesso tempo. Il risultato è un balletto narrativo con un forte accento sulla drammaturgia e dove la lettura psicanalitica diventa centrale: Don Juan è schiavo delle sue compulsioni e la coreografia realizzata intorno ai duetti tra il protagonista e le sue amanti trova stili diversi per ogni personaggio femminile.
Attraverso una lettura innovativa e freudiana, nel Don Juan – che nel 2020 ha ricevuto il premio Danza& Danza come miglior produzione – viene riscritta la relazione di Don Giovanni con la figura del Commendatore, sostituito dall’introduzione di una “Madre”. E Don Giovanni diviene un essere umano che probabilmente ha subito il grande trauma dell’abbandono materno. In ogni incontro con l’altro il serial lover cerca la madre e per questo non può impegnarsi in nessuna relazione o situazione. La danza dunque diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri e svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena.
“Ho scelto di indagare la figura di Don Giovanni perché penso sia una grande sfida confrontarsi con un mito, e forse lo è anche di più con Don Giovanni per il suo carattere molto discutibile – ha spiegato Inger – Avvicinarmi a un personaggio complicato come Don Giovanni mi spinge a mettere in discussione il comportamento maschile. Nel nostro Don Juan non vedremo la caduta all’inferno di un peccatore, ma lasceremo aperta l’interpretazione allo spettatore. Forse Don Juan finalmente, troppo tardi, prende coscienza dei suoi crimini e si arrende voracemente al suo destino fatto di vizi e fantasmi del passato? O è solo vittima di qualcosa di più grande di lui?”.
Johan Inger Lo svedese Johan Inger (Stoccolma, 1967) è entrato a far parte del Nederlands Dans Theater 1 nel 1990 ed è stato un ballerino di alto profilo della compagnia fino al 2002. Il suo debutto come coreografo (1995), sempre per il Nederlands Dans Theater, è stato sin da subito promettente con un riconoscimento immediato: per i suoi balletti Dream Play e Walking Mad ha ricevuto nell’ottobre 2001 il Lucas Hoving Production Award. Walking Mad ha ricevuto in seguito anche il Premio Danza & Danza 2005. Johan ha lasciato il Nederlands Dans Theater per assumere la direzione artistica del Cullberg Ballet di Stoccolma nel 2003, dove ha creato numerose opere. Dal 2008, Johan lavora come coreografo freelance e crea per molte compagnie in tutto il mondo come GoteborgsOperan, Ballet Basel, Swedish National Ballet, Compañía Nacional de Danza, Aterballetto, Lyon Opera Ballet, Les Ballets de Monte Carlo e naturalmente Nederlands Dans Theater, ricoprendo il ruolo di coreografo associato dal 2009 al 2016. Tra il 2016 e il 2020, Johan ha coreografato (tra l’altro) le proprie versioni dei brani narrativi Petrushka, e come serate complete Carmen e Peer Gynt. Nel 2016 è stato premiato con il Premio Benois de la Danse per la sua Carmen (CND- Madrid), con il pezzo One on One (NDT2) e con il premio Danza & Danza per il suo pezzo Bliss (Aterballetto). Di Inger Aterballetto ha in repertorio Rain Dogs, Birdland e Bliss che insieme compongono la serata Golden Days.
Biglietti da 8 a 20 euro.
Biglietteria Teatro Galli (piazza Cavour 22, Rimini) tel. 0541.793811, dal martedì al sabato dalle 10 alle 14 e il martedì e il giovedì anche dalle 15,30 alle 17,30; e-mail biglietteriateatro@comune.rimini.it. Per informazioni: www.teatrogalli.it
Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
DON JUAN
coreografia Johan Inger
musica originale Marc Álvarez
orchestrata da Manuel Busto
con l’Orquesta de Extremadura
dramaturg Gregor Acuña-Pohl