I discendenti dell’eroe albanese Giorgio Kastriota Skanderbeg
FORLÌ – Avevamo il piacere di avere come nostro concittadino, sin dal 1972, un Arbereshe, ovvero uno di figli dell’Albania arrivati in Italia nel lontano 1497 per sfuggire alle persecuzioni dei feroci turchi-ottomani che stavano occupando tutto il Mediterraneo e si apprestavano a raggiungere Vienna. Stiamo parlando di Michele Minisci, già giornalista per l’Unità, Paese Sera, Ansa, e poi direttore del combattivo settimanale locale Il Forlivese e di Radio Flash, ma molto noto in città per aver fondato e diretto fino a qualche anno fa il mitico Naima club, uno dei jazz club più rinomati a livello nazionale.
La scorsa estate il festival di musica etnica diretto da Maria Teresa Indellicati aveva ospitato i Peppa Marriti, uno scatenato gruppo rock arbereshe, e domenica arrivano in città i Sofioti Cantores di San Demetrio Corone, in provincia di Cosenza, con il cantante Marco Sabato, vincitore della 41° edizione del Festival della Canzone arbëreshë, che ogni anno richiama gruppi e cantanti di tutte le località italiane di questa etnia, che ha conservato nel corso di questo 500 anni la lingua, gli usi, le tradizioni, la cucina….Non esiste nessun popolo al mondo che abbia resistito così a lungo alla non totale contaminazione con la popolazione indigena.
Una bella performance, questa di domenica 3 dicembre alle ore 11.30 presso il ridotto del teatro Diego Fabbri per la rassegna “Concerti aperitivo-Quadri Musicali”, con un evento davvero inedito ed originale, organizzato dal Centro Diego Fabbri, con il sostegno della Fondazione Cassa Dei Risparmi Forlì ed in collaborazione con l’associazione No.Vi.Art, per conoscere meglio la realtà dell’ “Arbëria”, quest’area che si estende nel Sud Italia, specialmente in Calabria con i suoi 27 Comuni coinvolti e altre poche realtà in Puglia e in Sicilia, abitata da una popolazione erede di quella fuggita a Ovest dai Balcani dopo la caduta di Costantinopoli nel XV secolo.
Con le loro musiche i Sofioti Cantores portano il pubblico a rivivere echi e sonorità di un passato che non è perduto, ma rappresenta l’anima profonda di queste comunità. La loro presenza in Italia costituisce un valore aggiunto nel variegato profilo del nostro paese, luogo di migrazioni, di storie, di incroci di lingue e, soprattutto, di accoglienza.
L’invito a questo gruppo arbëreshë segna l’inizio di un affascinante percorso dedicato alla “Musica delle minoranze,” curato da No.Vi.Art. Un’ organizzazione, attiva da anni nel creare connessioni tra le diverse realtà culturali europee, che si propone da tempo di condividere con il pubblico la conoscenza di realtà culturali del nostro paese, spesso poco note ma non per questo meno significative.