BOLOGNA – Una birra chiara, limpida e trasparente, con un ricco cappello di schiuma bianca e le bollicine che salgono verso la superficie. È il ritratto “classico” della birra Lager, la più diffusa e bevuta al mondo, che anche in Italia vanta produzioni di alta qualità. La Lager non solo accompagna alla perfezione piatti come la pizza o un aperitivo, ma si propone ormai come bevanda a tutto pasto e vero e proprio ingrediente gourmet.
Nate in Germania nel ‘500, le Lager hanno stili, aromi e colori differenti, dal dolce all’amaro, accomunati dalla bassa fermentazione. Per conoscerle e decretare quale sia la più buona, domenica 27 ottobre si tiene a FICO Eataly World l’evento “Le migliori Lager d’Italia”: con la collaborazione del birrificio Baladin, nell’Arena del Parco, dalle 12.30 alle 13.30 una giuria popolare sarà guidata nella degustazione di due tra le migliori Pils del Belpaese per assegnare il titolo di birra più amata dagli italiani. La partecipazione all’appuntamento come giudice è gratuita, basta prenotare on line sul sito www.eatalyworld.it.
La Pils, abbreviazione di Pilsener o Pilsner, è una Lager caratterizzata da un luppolo marcato, nata nella città di Plzeň (Pilsen in lingua tedesca), in Repubblica Ceca. A FICO saranno presenti due protagonisti della produzione artigianale nostrana: Birrificio Italiano con Tipopils e Birrificio Mukkeller con MU Pils.
Quando Agostino Arioli inizia a produrre birra a Lurago Marinone, in provincia di Bergamo, nel 1996, in Italia l’attività di produzione artigianale è praticamente inesistente. Precursore, grande appassionato e birraio nell’animo dai tempi in cui la birra, ancora, non la sapeva fare, Agostino ascolta e mette in atto i consigli di Gianni Pasa, pioniere della birra italiana, e dà vita a quella che oggi viene considerata un emblema delle Lager artigianali italiane: la Tipopils, birra “archetipica” di Birrificio Italiano, che incarna l’idea di birra chiara dei fondatori. Prodotta per infusione di malti d’orzo tipo Pilsener e Caramunich, fermentata con un popolarissimo lievito tedesco di bassa fermentazione, Tipopils ha un profumo di luppolo agrumato ed erbaceo con note di lievito fresco seguito dai profumi mielosi e di cereale tipici del malto, una schiuma abbondante, fine, compatta e molto persistente. Una birra di grande carattere nella sua apparente semplicità, il cui poco alcol e l’elevata “beverinità” rendono difficile evitare di berne una seconda.
La storia di Marco Raffaeli, a Porto Sant’Elpidio meglio noto come “il Mukka”, è più recente ma non meno interessante: nel 2001 scopre il mondo dei primi homebrewer e installa nel garage un piccolo impianto iniziando a produrre Keller, il suo tipo di birra preferito. Nel 2010 decide di chiudere il bar in cui lavora e di aprire un vero e proprio birrificio: Mukkeller, questa la scelta del nome, nonostante in Danimarca esista già un microbirrificio dal marchio molto simile, “Mikkeller”; il proprietario, Mikkel Borg Bjergsø, contro ogni previsione se ne accorge, ma decide di desistere da ogni azione legale dopo le divertenti spiegazioni fornite da Marco. Tutto bene, dunque, bene a tal punto che nel 2019 Mukkeller ottiene il titolo di miglior birrificio artigianale d’Italia. A FICO, domenica, si potrà degustare la MU Pils, dorata e dalla schiuma bianca, con un deciso profumo di malto e luppolo, un aroma floreale ed erbaceo e un finale secco e amaro non molto pronunciato che rinfresca il palato e invita a un nuovo sorso.
Una sfida all’ultima goccia, di cui è difficile prevedere l’esito, ma che non potrà che invogliare pubblico e giurati a imparare qualcosa di più sull’affascinante mondo della birra: a FICO ogni giorno è possibile scoprire l’intero processo di produzione della “bionda” dal campo fino al boccale; tra le coltivazioni dimostrative del Parco c’è un vero luppoleto da birra, mentre nella Fabbrica della Birra di Baladin si può assistere alla produzione dal vivo, con assaggio finale, dell’esclusiva birra FICO. Nella Birreria è possibile gustare la migliore birra – dalla Blanche Isaac alla Belgian Strong Ale Super per concludere con la Nazionale, la prima birra 100% italiana – e partecipare al corso “Come si fa la birra”, per scoprire dal mastro birraio come nasce e come sposarla al meglio a piatti e ingredienti.
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