FERRARA – Domenica 18 febbraio, alle 11.30, il MEIS (in Via Piangipane 81, a Ferrara) ospiterà una figura straordinaria: Vera Vigevani Jarach, la giornalista culturale e scrittrice che ha vissuto sulla propria pelle due immani tragedie del Novecento.
A raccogliere la sua testimonianza e a dialogare con lei al MEIS, saranno Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, e Simonetta Della Seta, direttrice del Museo. L’evento è promosso da ISCO e MEIS, in collaborazione con l’associazione per la difesa dei diritti umani Oltre|Confine.
Ebrea milanese, nel 1939 Vera Vigevani Jarach è costretta a scappare con la famiglia in Argentina, per sfuggire alle leggi razziali e ai campi di concentramento (ai quali non si sottrae, invece, il nonno Ettore, ucciso ad Auschwitz). Nel 1976, quando il colpo di stato ordito da Jorge Rafael Videla fa cadere il governo Perón e instaura la dittaura, tra le vittime del regime c’è anche Franca Jarach, la figlia diciottenne di Vera e del marito Giorgio. La sua unica colpa è quella di essere una studentessa brillante e determinata a combattere per gli ideali di libertà nei quali crede. Questo le costa il sequestro e, dopo una detenzione di alcune settimane, il “volo della morte”, la pratica di sterminio con cui i militari si sbarazzano di migliaia di dissidenti politici. Da quel momento, Vera Vigevani diventa una delle madri più battagliere del movimento di Plaza de Mayo, decisa a lottare per conoscere la verità sulla sorte toccata alla propria figlia e agli altri desaparecidos.