Dopo averlo arrestato meno di un mese fa per spaccio, la Municipale ha portato al S. Anna il nigeriano che per due volte ha disatteso il divieto di dimora in città
MODENA – Due divieti di dimora a Modena evidentemente non gli bastavano per arrivare alla ragionevole decisione di lasciare la città in cui non avrebbe dovuto risiedere, né per lasciare il parco XXII aprile dove per due volte a distanza di un mese era stato arrestato per reati legati allo spaccio di stupefacenti. Ci ha pensato la Polizia municipale di Modena a fare in modo che non possa più frequentare quello o altri parchi della città, anche se da Modena non si potrà allontanare per un po’.
È stato infatti portato al carcere di S. Anna dove resterà per un bel po’, almeno fino alla conclusione del procedimento giudiziario a suo carico, il 24enne di nazionalità nigeriana, O.U. le iniziali, arrestato martedì 9 ottobre dagli uomini del Nucleo Problematiche del Territorio e trasferito all’istituto penitenziario come stabilito dall’Autorità giudiziaria.
L’uomo, era già stato arrestato dallo stesso Nucleo della Municipale il 18 settembre, perché sorpreso a cedere eroina ad un acquirente. Il processo per direttissima si era concluso con un rinvio ma il giudice aveva disposto nei confronti del giovane nigeriano il divieto di dimora a Modena, il secondo visto che analogo provvedimento era stato disposto poco più di un mese prima in seguito a un primo arresto eseguito dai Carabinieri sempre al parco XXII aprile e sempre per spaccio di stupefacenti.
In seguito alla reiterazione del mancato rispetto della misura cautelare, martedì 9 ottobre l’autorità giudiziaria ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. Gli agenti del Npt sono incappati nuovamente nel nigeriano in giornata, durante un’attività di controllo nella zona del complesso R-Nord che evidentemente non aveva smesso di frequentare. Verso le 16 lo hanno identificato tra gli avventori di un esercizio commerciale; era in possesso di diversi telefoni cellulari e di 180 euro in banconote da 10 e 20 euro, probabile frutto dell’attività di spaccio. Questa volta, dopo gli atti al Comando di via Galilei, è stato portato direttamente in carcere.