L’Arcivescovo di Bologna riflette sul Goal 16 dell’Agenda 2030 sottolineando che «la forza è mettersi insieme e pensare a un destino comune. Non dobbiamo mai abituarci alle diseguaglianze»
PARMA – «La pace è artigianale, è sempre da far crescere, richiede dei veri e propri “artigiani della pace” che anche nel proprio piccolo, attraverso il rifiuto della violenza, la tessitura di relazioni, la costruzione di ponti, il dialogo tra persone e culture, possono disintossicare il mondo dall’abitudine alla violenza e alla guerra». Questo l’invito del card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, nell’ultimo incontro di “UNIPR On Air”, la rassegna di interviste online dell’Università di Parma dedicata all’Agenda ONU 2030.
Il card. Zuppi era in dialogo con Alessandro Pagliara, docente di Storia Romana e referente di Ateneo per il network “Università per la Pace” promosso dalla CRUI, sui temi del Goal 16 dell’Agenda 2030 “Pace, giustizia e istituzioni solide”: sono temi cari all’ex Vescovo ausiliare di Roma già dai tempi in cui, con la Comunità di Sant’Egidio, si è speso in prima persona per l’accordo di pace in Mozambico del 1992.
«Siamo ancora in tempo?», si è chiesto Alessandro Pagliara durante l’intervista ricordando per esteso il Goal 16, “dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile e che si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia e di costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli”. E la risposta dell’Arcivescovo di Bologna si è mossa tra il richiamo all’ottimismo della volontà e la consapevolezza della necessità di cambiare, con il realismo di darsi obiettivi raggiungibili per evitare il rischio dello scoraggiamento che porta a non fare niente.
Importante il richiamo del card. Zuppi al tema dell’inclusione: «Le comunità più vive sono quelle in cui per ognuno c’è la possibilità di portare qualcosa di originale, ma non è scontato che le società sappiano integrare». «Se non sappiamo integrare finiamo disintegrati: l’individualismo è la nostra disintegrazione»: questo il forte monito dell’Arcivescovo, che ricorda come in Emilia-Romagna un nucleo familiare su tre è composto da una sola persona. E rimanda per trovare risposte alla Fratelli tutti, l’ultima enciclica di Papa Francesco, richiamando sia la responsabilità di chi ha cariche istituzionali ma anche quella di ciascuno.
Nell’ultima parte dell’intervista, dedicata al tema della giustizia, parte integrante del Goal 16, alla domanda «come si rende più giusta una società come la nostra, pensando soprattutto al post pandemia?», il card. Zuppi risponde che «la forza è mettersi insieme e pensare a un destino comune. Non dobbiamo mai abituarci alle diseguaglianze, spesso le accettiamo troppo facilmente». E continua facendo un richiamo «agli ascensori sociali che adesso funzionano solo verso il basso, ma è irreale pensare di continuare a vivere così».
“UNIPR On Air” è organizzata dall’Università di Parma ed è patrocinata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – RUS. La realizzazione è a cura del Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo – CAPAS dell’Ateneo.
L’intervista resta online: sul canale YouTube dell’Università di Parma, sul sito di “Facciamo conoscenza” e sul sito del CAPAS.
È disponibile anche in podcast su Spotify (playlist “UNIPR On Air”) e sul sito di RadiorEvolution (categoria “UNIPR On Air”).