MODENA – Sviluppare le competenze digitali dei cittadini ed estendere la rete wifi comunale ai comparti di edilizia residenziale pubblica e agli spazi anziani, ma anche verificare che gli studenti abbiano la possibilità di collegarsi al web per frequentare le lezioni della Didattica a distanza. Sono gli inviti, finalizzati alla riduzione del digital divide, il cosiddetto “divario digitale”, che rivolge all’Amministrazione l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 28 gennaio. La mozione, presentata da Federico Trianni di Sinistra per Modena, è stata sottoscritta anche da Pd, Verdi e Modena civica.
Illustrando il documento, il consigliere Trianni ha sottolineato che nonostante l’importanza, amplificata dall’emergenza Coronavirus, di collegarsi a internet per questioni di studio, lavorative e di socialità, “anche a Modena molte famiglie non hanno le possibilità economiche per attivare una connessione di qualità o per dotarsi dei dispositivi per accedere al web”. Lo stesso disagio riguarderebbe fasce fragili della popolazione come gli anziani, ha aggiunto Trianni, che se potessero disporre di un adeguato collegamento alla rete “potrebbero uscire dall’isolamento sociale” accentuato dalle misure anti-Covid.
Alla luce di questa situazione, il consigliere suggerisce l’attivazione di un piano per accompagnare il percorso digitale dei cittadini meno pratici, da realizzarsi anche attraverso progetti come “Pane e internet”: l’iniziativa avviata dalla Regione con la collaborazione del Comune, infatti, offre lezioni di alfabetizzazione tecnologica. “Le azioni per l’inclusione digitale e il potenziamento della cultura digitale rappresentano uno dei pilastri principali della strategia smart city del Comune”, ha spiegato Trianni, citando alcuni passi del Piano digitale approvato dall’Ente la scorsa estate. “E l’inclusione digitale – ha aggiunto – è un innovativo principio di equità la cui centralità crescerà sempre di più in futuro per assicurare nella comunità modenese l’uguaglianza delle opportunità di accesso e di utilizzo di internet”.
Con queste premesse, la mozione invita la giunta ad attivare nuove azioni di contrasto al digital divide, a partire dall’estensione della rete wifi gratuita, e a utilizzare eventuali fondi regionali, statali ed europei per lo sviluppo della piattaforme di connessione e per l’acquisto di dispositivi tecnologici, informando poi i cittadini sulle opportunità che verranno messe a disposizione della comunità. Il documento chiede inoltre che il Comune “si coordini anche con le scuole e con la Regione Emilia-Romagna” con l’obiettivo di accertare che gli studenti abbiano la possibilità di collegarsi e usufruire della Dad.
Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Elisa Rossini ha ribadito la centralità dei temi della Didattica a distanza e dello smart working: “La pandemia – ha affermato – può essere l’occasione per trasformare in un’opportunità i servizi previsti dai canali digitali. È essenziale, in quest’ottica, che la scuola mantenga la ricchezza che è emersa attraverso l’utilizzo degli strumenti tecnologici”.
“Siamo convinti sostenitori della didattica in presenza – ha affermato Vincenzo Walter Stella di Sinistra per Modena – ma conveniamo sul fatto che, se è assolutamente necessario attuare la Dad, tutti gli studenti, nessuno escluso, devono avere la possibilità di usufruirne allo stesso modo”. Per il consigliere, infatti, il digital divide “ha accentuato differenze sociali e intergenerazionali che è necessario appianare”.
“È improprio contrapporre la Didattica a distanza e le lezioni in presenza: è meglio valutarne la complementarità”, ha aggiunto Enrica Manenti (Movimento 5 stelle). La consigliera ha suggerito che le scuole “prendano sempre più in considerazione l’utilizzo di strumenti digitali in un mondo che immerso nel digitale, come d’altronde è accaduto nei mesi del lockdown”.
Secondo Katia Parisi (Modena civica) occorre evitare l’isolamento digitale: “Suggerisco un censimento dei cittadini che ancora non dispongono dei dispositivi necessari per connettersi”, ha osservato, ma anche “un’attività di formazione” delle persone che, pur disponendo della connessione e della strumentazione, non sono in grado di connettersi a causa di un gap culturale.
Per Ilaria Franchini (Pd) è prioritario “che le categorie più svantaggiate della popolazione possano disporre di devices di livello adeguato, ma altrettanta attenzione deve essere dedicata alla cura alla cultura digitale”. In questo contesto, la scuola può diventare un ascensore sociale, ha aggiunto, “però occorrono gli strumenti per affrontarla nelle modalità nuove, quelle della Dad”.
Secondo Paola Aime (Verdi) questa mozione “certifica un passaggio epocale: lo scetticismo di qualche anno fa sulle nuove tecnologie ora è superato dall’importanza che assumono nella nostra vita”. In particolare, la consigliera ha precisato che “oggi il danno culturale e l’isolamento scaturiscono proprio dalla mancanza di una connessione online”.
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