Bisogno di rimotivarsi e sofferenza per la Dad tra i principali fattori. L’assessora Baracchi ha risposto a un’interrogazione di Elisa Rossini (Fratelli D’Italia-Il Popolo della Famiglia)
MODENA – Bisogno di rimotivazione, sofferenza per la didattica a distanza e disaffezione alla scuola sono i motivi principali che hanno spinto gli studenti a riorientare il proprio percorso scolastico. Non gli unici, per altri la scuola frequentata è stata ritenuta troppo difficile o non all’altezza delle aspettative o hanno bisogno di lavorare a breve termine.
Complessivamente sono stati 381 colloqui individuali erogati dal progetto Post, Percorsi di Orientamento Scolastico Territoriale, finanziato dalla Regione Emilia Romagna, a ragazzi delle scuole medie e superiori su richiesta degli Istituti Scolastici del territorio provinciale. Altri 45 colloqui sono stati condotti da Memorienta, lo sportello rivolto a famiglie, studenti, insegnanti, attivo al Centro Memo del settore Istruzione del Comune di Modena.
In entrambi i casi si tratta di attività dedicate al riorientamento all’interno di Post. Il colloquio individuale, anziché in piccolo gruppo o l’attività dei laboratori sulle competenze trasversali, è stato individuato come strumento privilegiato per accogliere bisogni individualizzati anche in considerazione della situazione connessa alla pandemia.
Lo ha spiegato l’assessora Grazia Baracchi rispondendo, nel Consiglio comunale di giovedì 17 febbraio, a un’interrogazione sul tema “abbandoni scolastici e riorientamento da settembre a dicembre 2021” presentata da Elisa Rossini di Fratelli D’Italia-Il Popolo della Famiglia. L’istanza ricordando come i dati Invalsi 2021 “indicano effetti negativi sulle competenze acquisite che la didattica a distanza non è stata in grado di mitigare” e in considerazione del fatto che “la perdita di competenze e apprendimenti può causare un incremento del fenomeno della dispersione scolastica”, interrogava in merito alle azioni poste in essere nell’ambito dell’accordo di rete provinciale per la promozione e il coordinamento di iniziative di orientamento per contrastare la dispersione scolastica e favorire il successo formativo; sulle proposte in attuazione e le iniziative del Comune, oltre che sugli strumenti individuati per rafforzare nei giovani la consapevolezza di bisogni e aspettative.
“L’Ufficio Scolastico Regionale Ambito territoriale di Modena ha comunicato che i dati dell’Anagrafe nazionale degli studenti di scuola secondaria di II grado, a confronto con il monitoraggio effettuato ad avvio dell’anno scolastico, fanno rilevare uno scostamento negativo molto esiguo, nella media degli scorsi anni”, ha fatto sapere l’assessora. Per quanto riguarda la dispersione scolastica a livello dei residenti nel Comune di Modena, in base alle segnalazioni delle scuole, i casi sono stati 69 nell’anno scolastico 2018-2019, 73 sia nel 2019-2020 che l’anno successivo, mentre è solo parziale (23) il dato del 2021-2022, da aggiornare a conclusione d’anno.
Per quanto riguarda ancora i colloqui individuali svolti dagli operatori degli enti di formazione di Post, i dati sono forniti da Ial, ente capofila, responsabile attuatore delle operazioni orientative previste dal progetto. L’assessora ha precisato che i colloqui fatti fino ad oggi hanno riguardato per circa il 70% residenti nel Comune di Modena, pur osservando che “ragionamenti legati al territorio non sono significativi perché le famiglie provengono da zone differenziate della provincia e possono accedere al servizio (sportello Memorienta o ente di formazione) attraverso accesso diretto. Parte delle attività sono state rivolte ad allievi delle medie, per lo più individuati dalle scuole come a rischio di dispersione scolastica, mentre per quanto riguarda altri esiti, rispetto al precedente anno scolastico circa il 20% dei ragazzi che hanno usufruito dei colloqui (ogni percorso dura fino a 4 ore) si sono iscritti al sistema di Istruzione e formazione professionale Iefp.
L’assessora ha sottolineato che su questi colloqui è stata avviata un’azione di monitoraggio a cura di Unibo sperimentata attraverso un questionario sottoposto agli allievi di un istituto della provincia da cui è emerso che il colloquio individuale è stato ritenuto più utile rispetto all’attività a piccolo gruppo e che i colloqui, ritenuti “utili e soddisfacenti”, sono serviti agli studenti per avere maggiore consapevolezza dei risultati raggiunti e per un’analisi approfondita del percorso di studio”.
Relativamente a Memorienta, i 78 accessi allo sportello si sono tradotti appunto in 45 colloqui già effettuati e 14 richieste di riorientamento. L’assessore ha anche evidenziato la presenza di diverse richieste da parte di genitori di ragazzi che hanno frequentato i primi anni di superiori in Dad e per i quali non è stato quindi possibile cambiare scuola prima del secondo o terzo anno.
A parte i casi di passaggi da un tecnico ad un professionale o a un percorso IeFP, per gli altri ragazzi incontrati entravano in gioco fattori legati alla demotivazione allo studio, all’incertezza per il futuro, alla crescita e ai cambiamenti personali o di contesto. “In queste situazioni – ha detto Baracchi – si consiglia un supporto psicologico esterno, così da cercare di riattivare le loro risorse e di trovare strumenti che siano per loro efficaci nel far fronte al momento di difficoltà”.
In replica, la consigliera Rossini si è dichiarata soddisfatta della risposta, sollecitando, però, l’amministrazione a “tenere monitorata la situazione”.