Ci sono due fotografie di questo Natale, il secondo, condizionato dalla pandemia.
La prima arriva dall’ospedale infermi di Rimini: ieri mattina, durante l’incontro con alcuni medici, infermieri e operatori al lavoro nel giorno di Natale nei reparti di terapia intensiva e terapia intensiva prenatale, oncologia ed oncologia pediatrica, ho potuto toccare con mano la preoccupazione per la recrudescenza di un nemico più ostile del previsto, un virus che tra mutazioni e varianti minaccia nelle prossime settimane di mettere sotto stress le strutture sanitarie. Dobbiamo essere chiari, consapevoli che il periodo che ci aspetta sarà tutt’altro che facile da gestire: a inizio gennaio i contagi continueranno a salire, spinti dalla variante Omicron che si sta diffondendo anche nel nostro Paese e che diventerà predominante anche nel nostro territorio. La prima attenzione dovrà essere proprio al livello di saturazione delle strutture ospedaliere e al sovraccarico di lavoro del personale sanitario: al momento la situazione è sotto controllo e al di sotto dei livelli di guardia, grazie soprattutto alla vaccinazione che depotenzia l’effetto del virus e che consente di ridurre il numero di pazienti per cui necessita l’ospedalizzazione. Anche a Rimini però il tasso di occupazione dei posti letto cresce e i dati, confermati ieri dagli stessi operatori sanitari, ci dicono che l’80% dei ricoverati in terapia intensiva sono pazienti che non si sono sottoposti alla vaccinazione.
La seconda immagine arriva dall’hub vaccinale di Rimini. Ieri insieme al sindaco Sadegholvaad abbiamo voluto portare gli auguri e il grazie della città agli operatori che anche nel giorno di Natale si sono messi al servizio per regalare un’iniezione di speranza per un 2022 più sereno. Donne e uomini a cui simbolicamente abbiamo donato un bulbo di giacinto, una pianta resistente e capace di fiorire anche in condizioni difficili, se solo ce ne si prende cura. Ed è stato emozionante ascoltare dalle loro parole la soddisfazione per la risposta dei riminesi all’openday organizzato ieri, con un’affluenza più alta delle aspettative. Tante persone che prima o dopo il pranzo di Natale hanno deciso proteggere se stessi e chi amano; un messaggio importante soprattutto da una realtà come Rimini, segno di una consapevolezza crescente della nostra comunità.
È passato un anno da quel 27 dicembre 2020, data che segnò l’inizio della campagna nazionale di vaccinazione contro il Covid 19, in un’Italia chiusa in casa e in ‘rosso’, costretta a fare i conti con un bollettino di vittime drammatico. Da allora tanto è cambiato: se oggi, nonostante l’impennata dei contagi, siamo ancora in una situazione di relativa normalità, lo dobbiamo proprio alla campagna di immunizzazione. Ecco perché dobbiamo prepararci a questo inizio anno delicato con cautela, ma senza farsi prendere dall’ansia e facendo ognuno la propria parte, rispettando le regole di comportamento e di convivenza che ci siamo dati. E, soprattutto, vaccinandoci.
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