“Il 2 giugno, festa nazionale, potrebbe essere la data di riapertura dell’industria turistica in Italia. Lo ha detto poche ore fa il Ministro al turismo, Massimo Garavaglia. Bene gli impegni del Governo, espressi ieri dal Presidente Draghi. L’avanzamento del piano vaccinale determina obbligatoriamente il calendario della ripresa delle attività. Bene anche uscire dall’indeterminatezza, provando a dare gambe alla genericità di una ripartenza, come fa il Ministro. Ma, d’altro canto, spero che l’indicazione del 2 giugno sia più il riflesso di una simbologia positiva che una ipotesi effettiva. Chiaramente, come sottolineano Draghi e Garavaglia, si apre quando si è sicuri ed è sacrosanto uscire dalla diatriba ideologica ‘aperturisti’ contro ‘chiusuristi’. Ma proprio perché non è logico proseguire nel tira e molla degli annunci, che mette tutti sull’ottovolante della fiducia e della frustrazione, bisogna dire con onestà che, per la nostra Riviera, restare a serrande abbassate fino a inizio giugno sarebbe un enorme problema. Nessuno è irresponsabile, nessuno vuole forzare la mano: devono essere i dati su contagi e campagna vaccinale a determinare le scelte operative sull’economia. Proprio per questo ha senso annunciare oggi un’attesa di almeno un altro mese e mezzo? Torneremmo esattamente alla situazione di un anno fa, quando appunto ombrelloni e alberghi riaprirono a giugno. Nel 2021 le attese degli operatori sono evidentemente differenti. Basta considerare i lavori della sistemazione della spiaggia che da settimane impegnano i nostri operatori balneari. Basta considerare la fiducia che i nostri albergatori pongono sulle prenotazioni per la Pentecoste a fine maggio (Germania permettendo, visto che è indispensabile l’ok ai viaggi dei due Paesi).
Mi permetto, ancora una volta, di consigliare cautela nella comunicazione da parte del Governo perché essa genera poi effetti e aspettative. Così come mi permetto di esprimere perplessità sull’ipotesi di anticipare le vaccinazioni per le isole con l’obiettivo di farne aree turistiche ‘covid free’. Io credo che l’Italia, ora, debba dare prova di maturità e responsabilità come Nazione. La ripresa del comparto turistico riguarda il Paese e non solo alcune aree. L’unica maniera di aiutare e supportare gli sforzi e la resistenza dell’industria turistica italiana è accelerare la campagna vaccinale complessiva. Prima gli anziani e le categorie fragili. Poi il resto. In tempi rapidi. Questa la maniera più corretta di affrontare la situazione”.
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