BOLOGNA – Il duo artistico Dellavalle/Petris presenta al Teatro Arena del Sole di Bologna, da giovedì 10 a domenica 20 marzo, lo spettacolo The Nest (Il Nido) dal testo del drammaturgo tedesco Franz Xaver Kroetz scritto nel 1975 e messo in scena per la prima volta in Italia. Un manifesto critico della società tedesca del Secondo Dopoguerra nel pieno boom economico.
Una giovane coppia, Kurt e Martha. Un figlio in arrivo. Per mantenere uno standard di vita adeguato e sostenere l’impegno economico che la scelta di metter su famiglia comporta, Kurt acconsente a svolgere dei lavori extra per il suo capo. Versa di nascosto il contenuto di un’autocisterna in un laghetto, senza sapere cosa contiene. Poche ore dopo viene chiamato in ospedale dove il figlio è stato ricoverato e rischia di morire a causa di ustioni provocate dalle acque contaminate del laghetto, dove la mamma lo ha portato a fare il bagno. Kurt, che ha agito in modo inconsapevole ma ottuso, rischia di essere il responsabile della morte del figlio. La coppia esplode.
Il testo è stato rappresentato nel 2016 in Inghilterra, con la traduzione e l’adattamento del regista e drammaturgo irlandese Conor McPherson, la regia di Ian Rickson e le musiche di PJ Harvey. Una dimostrazione di come The Nest sia ancora molto attuale. La pièce appare come una sorta di allegoria, in cui le conseguenze delle nostre azioni, alla ricerca della prosperità, si ripercuotono direttamente e tragicamente sul “nido” che si tentava di proteggere.
Questa circostanza diventa la leva che sposta il dramma dal piano personale a quello esistenziale sollevando una riflessione sulla responsabilità individuale e sulla possibilità di essere e sentirsi una collettività, su come affrontare i condizionamenti sociali più e meno evidenti, senza indicare quale possa essere la soluzione ma ribadendo la necessità di non smettere mai di interrogarsi.
Dellavalle/Petris hanno integrato il testo con esperienze reali tratte dal quotidiano, attraverso un processo creativo partecipato svolto sulla città, per avere uno sguardo più approfondito sulla contemporaneità. La compagnia ha raccolto – prima a Torino (in occasione del debutto a settembre 2021) e poi a Bologna (tra fine gennaio e febbraio 2022) – le suggestioni ricavate da una serie di videointerviste realizzate a giovani coppie. Un momento di confronto diretto con il mondo e con il pubblico attorno ad alcuni punti chiave: il rapporto col consumo, le prospettive del futuro, i limiti e i confini delle nostre azioni e delle nostre scelte. I dialoghi e le azioni del testo sono contrappuntati da immagini-emblema del difficile rapporto fra uomo, tecnologia, economia e ambiente.
Note di regia
All’inizio ci sono alcune parole.
Nido.
La parte fragile, la parte messa insieme, rametti che si sommano e si fanno struttura, per accogliere la solidità compatta, la curva fragilissima del guscio.
Ci sono nidi di cavi e plastica. Il nido si costruisce con quello che c’è a disposizione.
Il Nido racconta una storia semplice.
Un quotidiano.
Un desiderio di normalità e futuro. Sperare che tutto vada per il meglio. E indirizzare gli sforzi perché ci sia futuro.
Il nido assorbe le nostre energie. È per il nido che cerchiamo di agire nel mondo. Ci concentriamo molto per tenere stretto il nostro progetto, il giardino che vorremmo avere, che vogliamo, che avremo.
E il mondo diventa sfondo, paesaggio, troppo affollato, troppo complesso per essere decifrato.
Perdiamo il senso del confine e anche l’idea che il confine è permeabile.
Che il mondo agisce su di noi.
Lo sappiamo ma non riusciamo a definirlo. Non sappiamo dire dove arrivano le nostre azioni. Le seguiamo per un po’ poi le perdiamo di vista. In questa distrazione sfocata c’è un pericolo.
Sostenibile.
Il tema è caldo. La parola è ovunque, parola d’ordine.
Viviamo in un presente insostenibile, ma non molliamo la presa, non lasciamo cadere del tutto. Puntelliamo. Anche con le parole. E con le parole d’ordine.
L’immagine è quella di Atlante: un uomo solo, il mondo un peso da portare sulle spalle, cercando di non essere schiacciati.
Sostenibile non include automaticamente
Responsabile.
Invece c’è una sfumatura nell’etimologia di quest’altra parola che ha messo in moto il nostro lavoro di adattamento del testo, il desiderio di renderlo significante per l’oggi, per un oggi preciso, per un oggi confuso, in cui pensare al teatro. Responsabile è chi risponde. E la risposta implica una relazione, trovarsi faccia a faccia, guardarsi attraverso l’altro. Anche l’attore, ὑποκριτής in greco, è “colui che risponde”.
Abbiamo pensato di fare delle interviste e di provare a innescare un corto circuito con il testo parlando con le persone, rompendo l’isolamento forzato degli ultimi mesi.
Per sentirci meno soli. Per ricostituire un coro che sia eco delle azioni.
Abbiamo provato a praticare queste parole.
Abbiamo cercato alleanze.
Viviamo nel futuro rispetto a quando il testo è stato scritto.
KURT: “Andiamo a dormire. Domani è un altro giorno”
MARTHA: “Sì”
responsàbile (ant. risponsàbile) agg. e s. m. e f.
[der. del lat. responsum, supino di respondēre «rispondere» (propr. «che può essere chiamato a rispondere di certi atti»), sull’esempio del fr. responsable]. – 1. agg. e s. m. e f. a. Che risponde delle proprie azioni e dei proprî comportamenti, rendendone ragione e subendone le conseguenze.
Franz Xaver Kroetz
Drammaturgo tedesco, nato a Monaco di Baviera nel 1946. Si è affermato nel 1971 con Heimerbeit, andato in scena al Kammerspiele di Monaco insieme a Hartnäckig. Autore provocatorio, molto vicino alle posizioni marxiste (dal 1972 al 1980 ha militato nel piccolo partito comunista tedesco), trasgressivo fino all’osceno esplicito, Kroetz è in realtà attento alla funzione espressiva del dialogo, restituito in dialetto bavarese e messo a confronto con pause e silenzi, spesso più significativi delle battute. Ha ricevuto il Bertolt-Brecht-Preis per la letteratura (1995) ed è stato insignito della croce al merito della Repubblica tedesca (2005). Tra le edizioni italiane dei suoi testi teatrali vi è una raccolta edita da Costa & Nolan del 1988 che include Lavoro a domicilio, Musica a richiesta, Morte nella notte di Natale e Né carne né pesce. Quest’ultima è stata messa in scena nel 1994 per la regia di Valter Malosti con il Teatro di Dioniso.
Compagnia Dellavalle/Petris
Thea Dellavalle e Irene Petris lavorano in teatro dal 2003. Hanno partecipato come assistente alla regia e come interprete a spettacoli di importanti registi italiani e internazionali: Massimo Castri, Luca Ronconi, Alvis Hermanis, Romeo Castellucci, Marco Plini, Pascal Rambert, Andrea De Rosa, Mario Martone, Gianina Carbunariu. Dal 2014 seguono il lavoro pedagogico del regista polacco Krystian Lupa. Le loro strade si incrociano più volte finché nel novembre del 2013 realizzano il progetto dello spettacolo Un ballo (adattamento da Irène Némirovsky) in collaborazione con la compagnia torinese Il Mulino di Amleto e nel 2014 presentano al Festival Rieti Invasioni Creative (ATCL) lo spettacolo Suzannah di Jon Fosse, proposto la stagione successiva al Teatro India di Roma all’interno del Trittico Fosse. Nel 2018 sono vincitrici del bando Forever Young 2017/2018, organizzato dalla Corte Ospitale di Rubiera in collaborazione con il Premio Hystrio, grazie al quale producono The dead dogs sempre di Jon Fosse. Nel 2020 sono a Palermo dove realizzano, con la collaborazione di Matteo Bavera, Euthalia di Luisa Stella.
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti: da 7 € a 15 € esclusa prevendita
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00
Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com
Fino al 31 marzo 2022, come definito nel DL del 24/12/2021, l’ingresso a teatro per assistere agli spettacoli è consentito ai possessori di green pass rafforzato e mascherina FFP2. Per i minori di 12 anni non è previsto l’obbligo del green pass.
È possibile utilizzare i biglietti in formato elettronico. Acquistando biglietti on-line o telefonicamente si riceverà una conferma via mail che potrà essere utilizzata per entrare in sala senza necessità di passare dalla biglietteria.
Teatro Arena del Sole
via Indipendenza, 44 – Bologna
dal 10 al 20 marzo 2022
da martedì a venerdì ore 20.00 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16.30
Sala Thierry Salmon
The Nest
(Il Nido)
da Franz Xaver Kroetz
progetto Dellavalle/Petris
traduzione e adattamento Thea Dellavalle, Irene Petris
regia Thea Dellavalle
con Luca Mammoli, Irene Petris
scena Ronni Bernardi
musiche Paolo Spaccamonti
video Daniele Salaris
suono Fabio Cinicola
luci Umberto Camponeschi
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, ERT / Teatro Nazionale
durata 70 minuti