Lo ha annunciato l’assessora Ferrari rispondendo a un’interrogazione di Bortolotti (M5s). Nel Piano investimenti 300 mila euro. “Razionalizzazione con enti pubblici e privati”
MODENA – Il Comune di Modena realizzerà un Data center territoriale con un investimento diretto di oltre 300 mila euro, previsto nel Piano degli investimenti e questo “rappresenta una priorità con l’obiettivo razionalizzare i data center già esistenti sul territorio, coinvolgendo nel progetto altri enti pubblici e soggetti privati, con vantaggi evidenti sotto il profilo economico e di ottimizzazione della gestione”. Lo ha annunciato l’assessora al Bilancio, con delega ai Sistemi informatici e Smart city, Ludovica Carla Ferrari, rispondendo in Consiglio comunale, giovedì 18 febbraio, a un’interrogazione di Marco Bortolotti (M5s) che chiedeva su quali studi e dati si sia basata la decisione di realizzare un data center territoriale, quali siano gli altri data center appartenenti alla Pubblica amministrazione esistenti a Modena e “come mai non si sia pensato di intervenire per sfruttare pienamente quelli già esistenti e sottoutilizzati”.
Il progetto, come ha spiegato l’assessora Ferrari, si inserisce in un quadro normativo, dal Codice dell’amministrazione digitale alle linee guida dell’Agenzia per l’Italia digitale all’Agenda digitale dell’Emilia Romagna, che prevede piani di continuità operativa e di “disaster recovery” per le situazioni d’emergenza sollecitando le pubbliche amministrazioni a razionalizzare e adeguare le proprie strutture. “La decisione che abbiamo preso – ha specificato l’assessora – punta alla semplificazione, al riuso con efficienza ed efficacia delle strutture già esistenti ma anche all’acquisto di nuove tecnologie dove ce ne sia la necessità. Il progetto – ha proseguito – è ancora in fase di costruzione ma coinvolge già Provincia, Università di Modena e Reggio Emilia, Fondazione Democenter e naturalmente Lepida, che faranno propri investimenti. E in più è aperto ai privati. L’obiettivo, infatti, è quello di creare a Modena un’infrastruttura che abbia valore di asset strategico anche per il futuro”.
Sono sei attualmente i data center della Pubblica amministrazione presenti nel territorio: due del Comune stesso, uno della Provincia, uno dell’Università e due della Sanità (Policlinico e Ausl). “Con il progetto – ha sottolineato Ferrari – ne coinvolgiamo quattro. Rimangono fuori quelli della Sanità, che presentano vincoli di accesso e utilizzo specifici del settore. Inoltre le esigenze computazionali delle altre amministrazioni sono rilevanti e difficilmente potrebbero essere prese in carico da questi ultimi”.
Nella replica Marco Bortolotti ha affermato che “stiamo sbagliando strada, facciamo una scelta politica e non tecnologica perché non riusciamo a mettere d’accordo le diverse parti. Quando parliamo di razionalizzare i Ced non dobbiamo pensare di ridurne il numero ma valutare quelli che hanno le caratteristiche per assorbire le potenzialità degli altri: prima di pensare di costruire del nuovo, pensiamo di utilizzare quello che c’è, compreso il sanitario, con un investimento piccolo si può aumentare molto la potenza di strutture già esistenti. L’obiettivo dovrebbe essere un sistema che ragiona per la Pubblica amministrazione intera e non per settori”.