Debutta in anteprima nazionale Ritratto di donna araba che guarda il mare, spettacolo tratto dal testo con cui Davide Carnevali si è aggiudicato il 52° Premio Riccione per il Teatro. La pièce, diretta da Claudio Autelli e prodotta da LAB121 insieme a Riccione Teatro, va in scena al Teatro Comunale San Teodoro di Cantù sabato 3 dicembre (ore 21, ingresso intero 15 euro). In scena Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana.
Premiata a Riccione nel 2013 e presentata in forma di studio al Teatro Litta di Milano nell’ambito di Next 2015 – Laboratorio delle idee, la pièce di Carnevali inaugura così ufficialmente il suo cammino sulle scene: un cammino in cui fondamentale è stato il sostegno del Premio Riccione. Il più longevo dei concorsi italiani di drammaturgia, infatti, non si limita a ricompensare i testi più meritevoli, ma attraverso specifici premi di produzione ne incoraggia la rappresentazione scenica.
Autore di pièce dal successo internazionale (Variazioni sul modello di Kraepelin, Sweet Home Europa) Carnevali ha costruito un testo dal forte valore allegorico. Un turista europeo, in una città senza nome del Nord Africa, incontra una giovane donna davanti al mare, al tramonto. Lui è spinto dalla curiosità, lei dalla speranza. Da questo primo incontro, destinato a cambiare le loro vite, parte una storia che si compone di dieci frammenti, dieci istantanee sospese nel tempo come quadri di Edward Hopper. Gli incontri dei due protagonisti si susseguono tra le strade della città vecchia, ma le loro parole restano sempre sfuggenti, ambigue, ponti precari tra popoli diversi affacciati su un mare comune: il Mediterraneo, culla di civiltà e luogo di conquista militare, politica, economica. Come in un puzzle, pezzo dopo pezzo si intravede il disegno finale. E «tra atmosfere che ci ricordano Lo straniero di Camus» (Tommaso Chimenti, Il fatto quotidiano) emerge un personaggio che ingloba tutti gli altri: la città.
Ritratto di donna araba che guarda il mare è una pièce sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo, un testo «impastato di freddezza e sensualità, nutrito di un sentimento tragico del reale e percorso da un linguaggio dalla elegante e tersa geometria». Così si è espressa la giuria del 52° Premio Riccione, aggiungendo: «Il raffinato e personalissimo sguardo dell’autore, che si serve di una visionarietà vivida e capace di dare consistenza teatrale alla narrazione, si posa sull’immedicabile distanza che ostacola ogni possibilità d’incontro tra esseri umani».
Informazioni
www.teatrosanteodoro.it
Riccione Teatro
tel. 320 0168171 (lunedì-venerdì, ore 10-13).
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