Parma

Dal 10 al 24 luglio LOST porta il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci in città con tre appuntamenti dal vivo e gratuiti

Primo appuntamento sabato 10 luglio alle Serre del Petitot

PARMA – A partire da sabato 10 luglio, LOST, il festival di musica elettronica del Labirinto più grande del mondo, propone una rassegna di tre esibizioni con artisti che danno il loro apporto personale e particolarissimo al panorama musicale italiano. Tre appuntamenti dove l’improvvisazione diventa espressione di un viaggio attraverso i confini musicali, capace di congiungere esperienza, ricerca e arte, creando un ambiente sonoro in cui lo spettatore è invitato a lasciarsi sorprendere e disorientare fino a perdersi completamente.

LOST arriva in città ma non rinuncia al verde. Uscendo dal labirinto di bambù, popola il Parco Ducale, il più bello e elegante polmone verde di Parma. Alle Serre del Petitot (ingresso vicolo Asdente) si svolgeranno i primi due appuntamenti della rassegna (sabato 10 e 17 luglio).

Si parte sabato 10 luglio con Laura Agnusdei, sassofonista e musicista elettronica bolognese. Sospesa tra l’uso della melodia e la ricerca timbrica, residui di forma canzone e squarci improvvisativi, la sua musica amalgama diverse fonti sonore (acustiche, digitali e analogiche) creando paesaggi sonori all’interno dei quali il sax rimane la principale voce narrante.

Per LOST il trio composto da Laura al sax ed elettronica, Giacomo Bertocchi alle ance e Edoardo Grisognani alle percussioni si esibirà in un live speciale, accompagnato dalle animazioni di Alex Zani.

Sabato 17 luglio è invece la volta dei 72-Hour Post Fight, un progetto musicale unico nel panorama italiano, nato dalla mente di Fight Pausa e Palazzi DOriente, in cui sono coinvolti i musicisti Andrea Dissimile (batteria) e Adalberto Valsecchi (sassofono).

Il progetto deve molto all’elettronica sperimentale e all’hip hop così come al jazz e all’emo. Un viaggio sonoro con atmosfere fluide dove elettronica, interventi jazz, improvvisazione, chitarre affilate e break di batteria di taglio hip-hop convivono con un’armonia inaspettata, una vera e propria session mai uguale alla precedente.

Per l’ultimo appuntamento della rassegna, Paolo Angeli si esibirà sabato 24 luglio presso il Ponte Romano in Piazza Ghiaia.

L’improvvisazione costituisce il cuore pulsante delle esibizioni di Paolo Angeli, che è approdato ad una musica d’avanguardia mediterranea, una sintesi di linguaggio in cui ha collocato nella contemporaneità la musica tradizionale sarda.

Parte del concerto sarà dedicato a Jara, il suo ultimo album, pubblicato in aprile. La suite, strutturata in sei movimenti, accosta l’avanguardia alla ritualità del canto tradizionale, evocando spazi aperti e coniugando mondi sommersi con la Sardegna ancestrale. La sua chitarra-orchestra (uno strumento a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile) raggiunge qui la gamma timbrica e la pressione sonora di un ensemble post-rock, attraverso un linguaggio contemporaneo innovativo che Angeli intarsia con una vocalità che emoziona. Ma ci sarà spazio anche per brani e suite estratte dagli album dedicati a Björk, ai Radiohead, a Bodas de Sangre e Talea.

Calendario:

10 luglio: Laura Agnusdei @Serre del Petitot

Parco Ducale, ingresso vicolo Asdente, Parma

17 luglio: 72-Hour Post Fight @Serre del Petitot

Parco Ducale, ingresso vicolo Asdente, Parma

24 luglio: Paolo Angeli @Pons Lapidis

Ponte Romano, Piazza Ghiaia, Parma

Informazioni e biglietti:

Per accedere ai concerti è necessario registrarsi tramite il sito www.lostmusicfestival.com

Attenzione: la registrazione non garantisce l’ingresso alla manifestazione. L’ingresso è garantito ai registrati fino ad esaurimento posti.

La capienza massima è limitata, si prega pertanto di registrarsi solo in caso di effettiva partecipazione.

La rassegna, a cura del Labirinto della Masone, è organizzata dal Comune di Parma con il sostegno del Ministero della Cultura nell’ambito di Parma Estate 2021.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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