“Dai movimenti giovanili al rock bolognese” il 30 marzo a Bologna

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BOLOGNA – Prosegue il ciclo di incontri in occasione del centenario dalla nascita di Roberto Roversi, uno dei più importanti intellettuali bolognesi del XX secolo, con l’ottavo appuntamento in programma il 30 marzo, alle ore 18 presso gli spazi di Officina Bistrot di DumBO, in via Camillo Casarini, 19.

Il calendario degli incontri, che si tengono ogni settimana fino alla prima settimana di aprile, è curato dal critico musicale e saggista Pierfrancesco Pacoda ed è promosso da Rete Doc, Doc Educational e Doc Creativity.

“Fare Musica a Bologna” nasce in una realtà, quella di Bologna Città Creativa UNESCO della Musica, “dove si è creata, nel corso degli anni, una relazione strettissima tra creatività e impresa – afferma Pierfrancesco Pacoda – grazie soprattutto alla dimensione comunitaria di una città nella quale l’incontro e la condivisione sono il cuore del tessuto sociale. Stare insieme, frequentare i luoghi della musica qui è più facile, e scambiare le proprie passioni si trasforma così nel suono che abitiamo. Accadeva con le balere negli anni 60, con gli spazi della ribellione negli anni 70, nei centri sociali, nei live club, nelle discoteche.”

Fare musica a Bologna vuole raccontare “cosa succede in città” incrociando i linguaggi e i lavori, le generazioni e le diverse aspirazioni. Una messa in scena collettiva dove mercato e ricerca, pop e underground si intrecciano sotto lo stesso cielo.

Ottavo appuntamento: “Dai movimenti giovanili al rock bolognese”

L’ascesa della scena del nuovo rock bolognese, nato in contemporanea con le rivolte giovanili del 1977, espressione di una vivacissima creatività sotterranea che attraversò la città. Generando etichette indipendenti come Italian Records che hanno fatto nascere un movimento musicale ancora oggi importante e capace di influenzare una nuova generazione di artisti.

Ne parleranno Oderso Rubini, uno dei fondatori dell’Italian Records, insieme a Marco Bertoni, dei Confusional Quartet e a Ciro Pagano dei Gaznevada, due dei gruppi più originali di quella realtà culturale.

Ingresso gratuito