BOLOGNA – Dal mese di maggio gli Sportelli sociali del Comune di Bologna raddoppieranno i loro turni passando da due a quattro giorni settimanali di apertura (lunedì e venerdì dalle 8.15 alle 13.15; martedì e giovedì dalle 13.30 alle 17.30), per favorire le opportunità d’accesso ai servizi e far fronte ai cambiamenti e all’aumento di utenti che si è confermato anche nel 2021.
Per accedere sarà sempre necessario rivolgersi allo sportello del quartiere di residenza. Verrà garantito, oltre all’accesso in presenza, anche il servizio di accesso telefonico. Per informazioni e orientamento, oltre al numero 051 2197878, resta attiva l’email sportellosocialebologna@comune.bologna.it.
Questi i principali numeri del 2021 relativi agli utenti in carico al Servizio Sociale Territoriale e a quelli che si sono rivolti agli Sportelli sociali per richiedere informazioni, supporto per l’accesso a bandi e contributi o una prima valutazione del bisogno per un’eventuale presa in carico da parte del Servizio sociale.
Utenti degli Sportelli sociali
Nel 2021 gli Sportelli sociali e i servizi di accesso diretto di ASP Città di Bologna (Servizi per la grave marginalità adulta, Centro per le famiglie e Pris) hanno registrato complessivamente 25.121 contatti, a cui si aggiungono quelli avvenuti attraverso i servizi di filtro: la postazione Open di accoglienza e prima informazione (8.691 accessi di cui circa il 47% è poi entrato allo Sportello sociale), il Punto unico informativo telefonico ed email (3.564 richieste) e la nuova postazione Iter di supporto informatico per la compilazione dei bandi on line (2.673 cittadini).
Un dato quindi superiore ai 32.582 contatti del 2019, quando ancora non erano attivi i servizi filtro.
Chi si è rivolto agli Sportelli sociali lo ha fatto per chiedere informazioni e orientamento rispetto all’area del disagio adulto (38,5%) o delle famiglie e minori (36%), in particolare per interventi di supporto a persona e famiglia, di tipo economico e di segretariato sociale. Il target degli anziani ha coperto quasi il 23% delle domande e si è concentrato per lo più intorno a informazioni su interventi ed attività di assistenza anche per la domiciliarità.
Utenti e interventi del Servizio Sociale Territoriale
Sono 26.648 gli utenti dei servizi sociali e socio-sanitari nel 2021 e cioè 1 ogni 15 residenti nel Comune di Bologna, di cui il 58,2% cittadini italiani. Un dato in linea con l’andamento in crescita che ha visto un incremento di quasi il 30% negli ultimi 10 anni e di circa 2.000 persone (+8%) rispetto al 2019, ultimo anno pre pandemia. L’emergenza sanitaria ha determinato infatti importanti ricadute sulla comunità e sulla vita delle persone con l’acuirsi di disuguaglianze preesistenti, ma anche con l’emergere di nuove situazioni di fragilità e precarietà, che hanno richiesto al Servizio sociale un intervento tempestivo sia verso i cittadini già in carico sia verso singoli individui e nuclei familiari prima non conosciuti.
Anche la composizione, non solo il numero, degli utenti del Servizio sociale ha visto un profondo cambiamento. Nel 2021 oltre il 46% è stato rappresentato da famiglie e minori (di cui quasi il 60% non italiani) a cui si aggiunge il 22,5% degli adulti in condizione di difficoltà, mentre gli anziani sono stati quasi il 24% (oltre il 97% cittadini italiani). Una distribuzione completamente opposta a quella del 2011 quando la categoria degli anziani da sola era il 50% della popolazione in carico. Sostanzialmente invariata invece la percentuale di utenti adulti con disabilità che, con alcune oscillazioni nel tempo, si è attestata intorno al 7%.
La risposta del Servizio sociale si è concretizzata in 67.415 interventi diversificati: contributi economici (32,6%), supporto alla persona e alla famiglia (22,8%), servizi residenziali (14,5%), servizi domiciliari e per la domiciliarità (11,3%), segretariato sociale (7,3%), interventi educativo-assistenziali e di supporto all’inserimento lavorativo (3,9%) e altri.
Una varietà di servizi che ha interessato in modo diverso le differenti fasce di beneficiari, segnale della ricerca di risposte sempre più mirate rispetto ai bisogni specifici. Se ad esempio forme di contributi e sussidi economici hanno riguardato per il 61,5% famiglie e minori, quasi il 55% degli interventi per la domiciliarità è stato attivato in favore degli anziani mentre quasi i tre quarti dei servizi di segretariato sociale sono stati indirizzati ad adulti in difficoltà.
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