Lo spettacolo andrà in onda nella versione realizzata per la Rai nel 1997 con la regia di Dall’Aglio, e resterà disponibile on demand su Rai Play per 7 giorni.
“La Storia è piena di genocidi, ma credo che Auschwitz sia uno spartiacque: rappresenta il punto in cui si passa da uno stato di natura a uno stato di coscienza. Con Auschwitz è iniziato un importantissimo lavoro di memoria, si è riflettuto, si continua e si deve continuare a riflettere. E da queste riflessioni nasce una coscienza della nostra cultura di opposizione”. Da questi presupposti espressi da Gigi Dall’Aglio nasce e si mantiene viva la necessità di presentare ogni anno “L’Istruttoria”, appuntamento rituale che dal 1984, anno della sua creazione, torna in scena al Teatro Due di Parma, dove è stato rappresentato per l’ultima volta il23 febbraio scorso in coincidenza con la prima chiusura dei teatri a causa dell’emergenza pandemica. Ogni anno il rito del Teatro si è compiuto e Gigi Dall’Aglio insieme a Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri e Tania Rocchetta, con le musiche di Alessandro Nidi, hanno accompagnato le diverse generazioni nell’Inferno di Auschwitz, in un viaggio-tragedia della Storia contemporanea senza catarsi.
“L’Istruttoria” è un pezzo importante della storia del Teatro Italiano e un unicum: è il solo spettacolo in Europa replicato ininterrottamente per quasi quarant’anni con lo stesso ensemble di attori che lo ha creato: ha superato le 1.100 repliche ed è stata vista da più di 170.000 persone. Un allestimento che non è mai invecchiato e che ha conosciuto importanti tournée in Italia e all’estero con episodi memorabili quali la messa in scena all’Habimah National Theatre di Tel Aviv in Israele, dove il testo non era mai stato rappresentato.
Capolavoro del teatro documentario europeo e atto di denuncia contro i criminali nazisti, “L’Istruttoria” venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte, dal 1963 al 1965, contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del processo in cui vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, imputabili ad esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager. Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi di quest’opera in undici canti che, come un “Inferno” laico e contemporaneo, trascende la rappresentazione del processo e acquista la liricità di una tragedia antica, nella quale però non è passata una parola che non sia stata pronunciata in quell’aula di tribunale.
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