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CTSS di Ferrara: presentato il piano sanitario per l’emergenza Ausl-Azienda Ospedaliera

Il presidente Fabbri: “Fondamentale riportare le strutture all’operatività pre-Covid”

FERRARA – “Per progettare la ripartenza anche dal punto di vista sanitario era necessario individuare linee comuni e procedere in modo condiviso tra le due realtà che gestiscono la sanità del territorio ferrarese e, per questo, avevamo chiesto un documento unitario tra Ausl e Azienda Ospedaliera. Il documento è stato presentato ai sindaci e condiviso oggi in Ctss con una discussione ricca di spunti e approfondita. L’obiettivo condiviso da tutti è gestire la Fase due in modo da tornare alla normale operatività da parte delle strutture sanitarie.

Le strategie adottate devono permettere agli ospedali, e in particolare quello di Cona, di tornare al più presto a fornire in piena sicurezza tutte quelle prestazioni ordinarie che fino ad oggi sono rimaste sospese, come le operazioni programmate. Ringraziamo i due dirigenti della sanità ferrarese per lo sforzo nel condividere una linea comune e apprezziamo il fatto che le strategie delineate nel Documento puntano ad un ritorno graduale alla normalità, senza dimenticare i punti di attenzione che si sono evidenziati durante questa emergenza. Le case di riposo e le strutture protette sono, certamente, realtà su cui deve proseguire un attento monitoraggio dei contagi sia degli ospiti che degli operatori così come deve essere valorizzato tutto l’aspetto dell’assistenza sul territorio”.

Così il sindaco di Ferrara e presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria Alan Fabbri, commenta la seduta di oggi della Ctss durante la quale è stato presentato il Piano per l’Emergenza Covid per la provincia di Ferrara, sottoscritto dai dirigenti dell’Ausl di Ferrara, Claudio Vagnini e dell’Azienda Ospedaliera di Ferrara, Tiziano Carradori.

“Ho sottoposto il documento all’attenzione dei sindaci perché su queste linee guida che riguardano da vicino i territori va trovata una condivisione, ma va ricordato che le competenze sul piano sanitario a cui queste linee guida fanno riferimento rientrano in ambito regionale, così come è alla Regione che vanno riferite le organizzazioni relative agli altri aspetti gestionali dell’emergenza Coronavirus”, ha aggiunto il sindaco.

Sulle critiche sollevate dai sindaci sul documento, in particolare riferite alla organizzazione distrettuale della risposta sanitaria il presidente ha preso posizione: “Non si può criticare, adesso, il piano per la gestione dell’emergenza Coronavirus basato sulla realtà territoriale, dimenticando completamente la storia che ci ha preceduto: per anni sono state fatte scelte sulla sanità di questa provincia che sono andate a scapito dei cittadini e sono quelle che oggi paghiamo. Le responsabilità politiche esistono, sono note e non accetto di sentire opinioni da verginelle sulla gestione degli ospedali ferraresi da amministratori che hanno accettato passivamente tutte le imposizioni arrivate dalla regione in questi anni solo perché della stessa parte politica”, ha precisato.

“Se vogliamo fare un documento in cui si impegna la Regione a finanziare e rafforzare tutti gli ospedali periferici di questa provincia, cosa che fino ad oggi non è stata fatta, io come sindaco di Ferrara e come presidente della Ctss sono presente e favorevole. Ora che siamo liberi di farlo perché fuori dai dogmi politici e di partito, cerchiamo di unirci per portare avanti questo percorso insieme, e chiediamo di rivedere l’assetto sanitario territoriale in modo da garantire a tutti i territori una risposta sanitaria adeguata, ora che siamo in emergenza, ma anche per il futuro”, ha concluso Fabbri.

“Come sindaci possiamo scrivere al presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e all’assessore alla sanità Raffaele Donini per cercare di capire se si può, in questo senso, anche migliorare il Piano condiviso, visto che in ultima istanza la responsabilità cade su una Regione che è rimasta indietro su molti aspetti durante questa emergenza, a partire dai test sierologici fino alla gestione dei focolai – ha concluso Fabbri -. Bonaccini, che si riempie la bocca della possibilità di aprire lunedì 18 maggio le attività, oggi ancora non ha dato le linee guida sanitarie su cui impostare la Fase due e le riaperture perché sta aspettando indicazioni da un governo lento e miope, sostenuto non dimentichiamocelo, da Pd e dal Movimento 5 stelle”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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