EMILIA ROMAGNA – Una maratona jazz da guinness: quasi cento giorni di programmazione con oltre 65 concerti che coinvolgeranno più di 500 artisti. Questo è l’identikit di Crossroads, il festival itinerante in tutta l’Emilia-Romagna, la cui diciannovesima edizione sarà on the road dal 24 febbraio sino all’1 giugno. Una giostra in continuo movimento: un po’ ruota panoramica sugli stili musicali (predomina il jazz, ma lo sguardo è sempre aperto sulle più varie musiche improvvisate, le contaminazioni etniche o elettroniche), un po’ montagne russe lungo le strade emiliane (il festival transiterà in una ventina di città, percorrendo migliaia di chilometri dalla prima all’ultima tappa).
Emblema della voracità stilistica della kermesse sarà la presenza di Cory Henry & The Funk Apostles: una miscela di gospel, funk, fusion, un vorticoso pianeta appartenente alla galassia Snarky Puppy (Bologna, Estragon Club, 27 aprile).
Crossroads 2018 è organizzato come sempre da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e numerose altre istituzioni.
Anche le presenze di Enrico Rava saranno caratterizzate dal valore degli interlocutori musicali. Come Fresu, anche lui incrocerà lo strumento con il pianoforte di Danilo Rea, in un nuovo incontro tra due degli artisti residenti del festival (Cento, Centro Pandurera, 3 aprile). Il 14 aprile darà vita a un prezioso dialogo con la pianista giapponese Makiko Hirabayashi (Castel San Pietro Terme, “Cassero” Teatro Comunale). Il 30 aprile sarà invece lo special guest di un trio che taglia trasversalmente la storia del jazz italiano: Giovanni Tommaso al basso, Rita Marcotulli al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria, pure loro sulle note di Gershwin (Russi, Teatro Comunale).
Oltre ai già citati incontri con Fresu e Rava, Danilo Rea sarà al centro di un altro esaltante duetto: quello, tutto pianistico, con Ramin Bahrami, incentrato sugli spunti musicali bachiani (Russi, 21 aprile).
Con Surman ci si sposta sul fronte del jazz internazionale, che vedrà un via vai di grandi nomi, a partire dal duo che affianca il trombettista Dave Douglas e il pianista Uri Caine, due tra le più altolocate voci del modernismo jazz (Piacenza, Conservatorio “G. Nicolini”, 3 marzo). Il sassofonista David Murray, storico esponente del free ‘umanizzato’ dagli innesti africani, incontrerà il Lunar Trio del pianista Greg Burk (Ferrara, Jazz Club Torrione San Giovanni, 10 marzo). Seguirà una tripletta di decani che hanno attraversato sempre sulla cresta dell’onda la storia musicale di tutta la seconda metà del Novecento: il sassofonista Michel Portal, ambasciatore per antonomasia del jazz francese (in quartetto a Rimini, Teatro degli Atti, 15 marzo); Lee Konitz, indomito col suo sax alto anche oltre la soglia dei novant’anni (in quartetto a Piacenza, Milestone, 20 marzo); il trombettista polacco Tomasz Stanko, uno dei primi a far sintonizzare il jazz europeo sulle frequenze moderne (Parma, WoPa Temporary, 4 aprile). E poi ancora un poker d’assi d’oltre oceano: il quintetto del trombettista Wallace Roney, il più solido erede delle sonorità milesdavisiane (Parma, 21 marzo); il trio all stars Children of the Light, con nomi dall’enorme peso specifico come Danilo Perez al pianoforte, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria (San Lazzaro di Savena, Sala Paradiso, 16 aprile); Kurt Elling, la voce maschile che da inizio millennio stabilisce lo standard alto del jazz cantato (Imola, Teatro Ebe Stignani, 20 aprile); la tromba adamantina di Tom Harrell, (in quartetto a Castelfranco Emilia, Teatro Dadà, 22 aprile).
Ma gli affondi di Crossroads 2018 nella scena jazz statunitense non finiscono qui. Si ascolteranno infatti anche il sax di Chris Speed, in uno stimolante trio che vede la presenza di David King alla batteria (Ferrara, 2 marzo) e la voce tutta da scoprire della texana Jazzmeia Horn, esplosiva e prepotentemente afro (Gambettola, Teatro Comunale/La Baracca dei Talenti, 12 aprile).
Anche sul fronte del jazz italiano rimangono molte cose da scoprire. Come la carta bianca affidata alla contrabbassista Silvia Bolognesi, che in due serate consecutive al Teatro Comunale di Dozza si farà ascoltare con il suo Ju Ju Sounds Quartet con l’aggiunta del cantante Griffin Rodriguez (17 marzo) e poi in una produzione originale con questo stesso organico ma notevolmente aumentato dalla partecipazione degli undici componenti degli Improplayers (il 18).
Un momento saliente della lunga stagione di Crossroads arriverà all’inizio di maggio, quando il cartellone della kermesse itinerante ingloberà il programma del festival Ravenna Jazz. La lunga tappa ravennate durerà dal 4 al 13 maggio, con grandi star internazionali ospitate al Teatro Alighieri, proposte innovative ma di grande appeal distribuite in vari club e concerti pomeridiani in numerosi locali del centro, per un totale coinvolgimento della città.
Oltre alle già citate presenze di Fresu con ‘Pazzi di Jazz’ e Bosso con l’omaggio orchestrale a Gillespie, il Teatro Alighieri ospiterà altri due concerti di notevole caratura: il 10 maggio i Manhattan Transfer, campioni incontrastati del jazz vocale, il 13 un piano solo di un artista di culto come Chick Corea.
Proposte sorprendenti, insolite e di grande appeal caratterizzeranno i live itineranti tra vari club. Il Cisim di Lido Adriano ospiterà due serate a dir poco estroverse: quella con la west coast lisergica dei Guano Padano (il 4) e quella con il latin soul del cantante e polistrumentista Raul Midón (l’11). Fuori dagli schemi anche l’unico concerto che si terrà al Bronson di Madonna dell’Albero, con il funk sciamanico e tribale dei Sons of Kemet (il 12). Più classicamente legata alla lingua madre del jazz sarà la serata al Mama’s Club con il quartetto del sassofonista Alessandro Scala, con la presenza del guest Nigel Price alla chitarra (l’8). Rigorosamente jazz anche la prima delle due serate al Teatro Socjale di Piangipane, con la trombettista e cantante Andrea Motis, giovane prodigio del jazz spagnolo che condivide la leadership di un quintetto assieme al bassista Joan Chamorro (il 6). Al Socjale arriveranno poi anche due beniamini al confine tra jazz e pop d’autore: la vocalist Sarah Jane Morris e il chitarrista Antonio Forcione, in quintetto (il 9; nella stessa giornata la Morris e Forcione saranno anche protagonisti del classico seminario di “Mister Jazz”).
L’estensione del programma di Crossroads rende possibile esplorare anche direzioni eccentriche e rotte poco battute, addentrandosi nella scena musicale di paesi ben lontani dall’asse Italia-Stati Uniti o muovendosi sul crinale che dal jazz porta ad altri linguaggi musicali. Ben radicate nella matrice jazzistica ma provenienti da geografie ‘esotiche’ sono proposte come quella della cantante e pianista australiana Sarah McKenzie (Massa Lombarda, Sala del Carmine, 8 marzo); il Tingvall Trio, le cui sonorità terse e incalzanti provengono contemporaneamente da Svezia, Germania, Cuba (Solarolo, Oratorio dell’Annunziata, 22 marzo); la francese Camille Bertault, che canta il jazz con incredibile schiettezza (Modena, La Tenda, 29 marzo); la bassista australiana (ma nata in Malesia da genitori cinesi e ormai di base negli States) Linda May Han Oh: per certificare i suoi prodigi musicali bastino le referenze di Pat Metheny (Ferrara, 31 marzo).
La cantante franco-israeliana Emmanuelle Sigal sposta invece lo swing verso coordinate pop-rock dal tocco leggiadro (Fusignano, 23 marzo), mentre il pianista cubano Alfredo Rodriguez, pupillo di Quincy Jones, è uno dei più talentuosi giovani esponenti della sempre esplosiva miscela tra jazz e musica afrocubana (Fusignano, 30 marzo). Dalla ‘galassia’ degli Snarky Puppy arriva la cantautrice Lucy Woodward, con il suo R&B dal groove molto marcato e venato di jazz (Modena, La Tenda, 5 aprile). Con il duo newyorkese Paris Monster la musica sterza invece verso territori ampiamente elettrificati e ritmati con la massima veemenza (Modena, Off Modena Live Club, 8 aprile), mentre tra le proposte più originali spicca il solo di Derek Brown, cantante e sassofonista che ha fuso assieme jazz e beatbox (Bagnacavallo, Chiostro – Complesso di San Francesco, 25 maggio).
E a coronamento di questa enciclopedica programmazione arriveranno infine ben dieci serate al Teatro Asioli di Correggio: la coda di Crossroads adotterà anche quest’anno il marchio “Correggio Jazz”. Oltre al già citato concerto jazz-sinfonico con Mauro Ottolini, questo festival nel festival esplorerà le produzioni più innovative della musica improvvisata italiana, con spazio anche per nomi storici e ospiti internazionali. Il pianoforte sarà sotto i riflettori in molte occasioni: il 15 maggio con il quartetto internazionale di Giovanni Guidi, in cui spicca la presenza di un secondo tastierista di culto, il cubano David Virelles; il 16 prima con il duo che affianca la pianista cubana Marialy Pacheco e il percussionista marocchino Rhani Krija, poi con il trio del pianista Aaron Goldberg, che sposterà l’attenzione dalle sonorità afrocubane a quelle del più aureo piano trio jazzistico; il 20 ancora con una forte caratterizzazione geografica, quella del pianista armeno Tigran Hamasyan; il 26 con un ritorno a Cuba assieme alle tastiere di Omar Sosa, in duo con la cantante e violinista Yilian Cañizares (con loro lo special guest Gustavo Ovalles alle percussioni); il 30 con Franco D’Andrea, vera eminenza dei pianisti jazz nazionali, assieme a Mauro Ottolini, Daniele D’Agaro e l’iconoclasta special guest Han Bennink al rullante.
Il programma di Correggio sarà poi completato da serate a tema libero. Spicca la presenza del quartetto del sassofonista Bobby Watson (il 22), eloquente portavoce delle più solide radici del jazz afroamericano. Un decano come il fisarmonicista, e in questo caso anche cantastorie, Gianni Coscia (il 17) aprirà la strada ad alcuni esponenti di punta della new wave jazzistica italiana. Il 23 si ascolteranno il duo che affianca il trombone di Gianluca Petrella e il vibrafono di Pasquale Mirra e, a seguire, i Ghost Horse, una all stars di notevoli individualità: Dan Kinzelman, Filippo Vignato, Glauco Benedetti, Gabrio Baldacci, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino. Il pomeriggio del 27 sarà dedicato a una produzione originale con la On Time Variable Orchestra diretta da Cristiano Arcelli, che raccoglie i docenti e i migliori allievi dei seminari “On Time” che si tengono a Correggio durante il festival. Un doppio set, l’1 giugno, farà da traguardo al programma di Crossroads 2018: il trio ‘Zenophilia’ del batterista Zeno de Rossi aprirà la serata, affidandone poi la chiusura ai Pipe Dream, con il violoncellista Hank Roberts, oltre a Vignato, Mirra, de Rossi e Giorgio Pacorig.
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