Alberto Papotti, segretario provinciale CNA: “Adeguare le normative alle mutate condizioni della pandemia”
MODENA – “La situazione è decisamente complicata per il settore manifatturiero. Da un lato i costi dell’energia, dall’altro la riduzione del personale determinata dal covid. Ci sono imprese dove la percentuale di addetti a casa per positività o quarantena raggiunge e supera il 20%. Questo rischia di bloccare la filiera della subfornitura e della produzione in tutti quei settori che non possono ricorrere allo smartworking, cioè nel manifatturiero. Che, vale la pena ricordarlo, rimane fondamentale per il nostro sistema produttivo”. CNA di Modena, attraverso le dichiarazioni del segretario provinciale Alberto Papotti, interviene sulla situazione economica determinata dalla pandemia.
“Le conseguenze sono addirittura peggiori per le piccole e le microimprese – continua Papotti – in questo caso, infatti, bastano poche assenze in ambiti specifici per bloccare l’intera attività. E ciò può ad esempio mettere in crisi ad esempio l’edilizia, dove alcuni incentivi, è il caso del superbonus, rischiano la loro applicabilità, se non vengono rispettati determinate scadenze temporali”.
Oggi, e in considerazione dell’andamento della pandemia, secondo CNA Modena occorre mettere mano alle regole che sono alla base delle attività sociali e professionali, mantenendo l’obiettivo condiviso di evitare nuove chiusure.
“Innanzitutto, considerato il peso che ha nelle decisioni politiche il numero delle ospedalizzazioni, una definizione chiara di chi è ricoverato “per” covid e “con” il covid. Quando l’infezione non crei complicanze, questi ultimi non possono per ovvie ragioni essere inseriti della tragica contabilità del contagio”.
CNA Modena si pone poi il dubbio se sia opportuno perseguire il tracciamento con i tamponi per gli asintomatici. È una strada che ha deciso di praticare la Spagna ed in qualche modo anche l’Italia, considerato che i vaccinati con booster senza sintomi possono oggi uscire con la mascherina Ffp2 e lavorare in caso di contatti stretti. Forse si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di consentire l’uscita anche all’asintomatico positivo vaccinato, eventualmente con restrizioni particolari.
“Di certo occorre facilitare il rientro al lavoro di chi guarisce. Bene ha fatto la Regione intervenire sulle modalità di assoggettamento al tampone, ma chi deve rientrare al lavoro dopo la positività deve poterlo fare in tempi più brevi rispetto a quelli attuali. Ad esempio, senza aspettare il certificato di negatività dell’Asl, ma semplicemente con il referto di negatività del tampone, come peraltro avviene già a Parma. Siamo assolutamente convinti che la strada dell’obbligo vaccinale sia quella giusta, eventualmente anche con modalità più stringenti di quelle in vigore, ma essa deve andare di pari passo con una convivenza con un virus in continua mutazione e che per questo non può farci rimanere ostaggi di una situazione sanitaria che non è ai tragici livelli del passato. Lo dobbiamo innanzitutto ai nostri giovani, come testimonia ciò che sta accadendo nelle scuole”, conclude Papotti.