ROMA – “Stiamo assistendo a una vera e propria caccia alle streghe: la ricerca di un colpevole fine a se stessa, solo per calmare gli animi, ed in particolare da dare in pasto ai negazionisti del vaccino. É il caso delle inchieste in corso in Sicilia per le circostanze dei decessi seguiti temporalmente alle inoculazioni di AstraZeneca, dove risultano indagati un infermiere e un medico per aver somministrato le dosi incriminate, di cui evidentemente non hanno responsabilità alcuna”. Lo rende noto Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials.
“La cosa che serve è uno scudo penale per chi vaccina – sottolinea – penso a un intervento legislativo. Un decreto legge per fornire al personale sanitario una protezione almeno fino al termine della campagna vaccinale, che dia un po’ di tranquillità ai professionisti sanitari in questa fase emergenziale, oltre alla possibilità di potersi esimere dai problemi di carattere colposo”.
“In questo momento diversi medici ed infermieri impegnati nel piano vaccinale – spiega Carbone – sono spaventati per le reazioni dei cittadini alla sospensione di AstraZeneca e temono l’apertura di inchieste da parte della magistratura sulle eventuali responsabilità professionali”. “Riteniamo giusta e comprensibile la richiesta al governo di uno scudo penale emergenziale – conclude il segretario generale Fials – affinché il nuovo piano vaccinale non subisca ritardi dovuti agli effetti negativi che stanno influenzando i professionisti sanitari con l’orecchio rivolto alle inchieste in corso”.