Le rette di asili e i servizi non erogati non vanno pagati. Appello di Confconsumatori a comuni e a privati: non servono nuove leggi, basta il buonsenso
PARMA – In questi giorni i telefoni delle sedi territoriali di Confconsumatori sparse in tutta Italia ricevono incessanti segnalazioni da parte dei genitori che si vedono chiedere, ad esempio, il pagamento della retta per il mese di marzo dell’asilo nido o della scuola materna da Comuni o privati, anche se le misure di prevenzione e contenimento per Covid-19 hanno imposto la chiusura di queste strutture fino al 4 aprile 2020.
La tipologia dei contratti di asili e materne rientra nella categoria a prestazioni corrispettive, questo implica che se la prestazione non viene erogata, anche se non per colpa della scuola, la retta non va pagata.
Con un appello Confconsumatori richiama scuole private e Comuni al buon senso e al rispetto delle leggi.
«Si tratta di richieste palesemente illegittime – afferma Marco Festelli, Vicepresidente nazionale di Confconsumatori -. Auspichiamo che i Comuni e le scuole private si astengano dalla richiesta, oppure propongano, se possibili e fattive e a scelta dei consumatori, soluzione alternative, come il prolungamento della durata del nido o della scuola, sempre che, ripetiamo, il consumatore sia d’accordo».
Per lo stesso principio giuridico, anche i biglietti delle partite di calcio devono essere rimborsati, come analogamente gli abbonamenti ai mezzi pubblici che non svolgono il servizio, oppure gli abbonamenti dei pendolari non fruibili perché obbligati a restare a casa. A tutti, quindi, Confconsumatori chiede senso di responsabilità.
Nelle prossime settimane Confconsumatori, alla riapertura delle sedi chiuse temporaneamente al pubblico nel rispetto delle Ordinanze per Covid-19, metterà a disposizione di associati e utenti la modulistica per chiedere i rimborsi compensativi.
L’elenco degli sportelli e delle sedi territoriali è disponibile all’indirizzo: www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori