CORREGGIO (RE) – Lunedì 13 maggio l’edizione 2019 del festival itinerante Crossroads, organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, arriverà per la prima volta a Correggio: sarà l’inizio di un’intensa serie di concerti nella cittadina emiliana che si estenderà sino all’1 giugno e vedrà esibirsi ben dodici gruppi ai vertici del jazz nazionale e internazionale. E i primi a salire sul palco del Teatro Asioli (alle ore 21) saranno i Bad Plus, uno dei trii che hanno maggiormente segnato il jazz del nuovo millennio: Orrin Evans al pianoforte, Reid Anderson al contrabbasso e David King alla batteria. Il concerto è realizzato in collaborazione con il Comune di Correggio nell’ambito di Correggio Jazz. Biglietti: prezzo unico euro 15; ridotto under 30 euro 8 (solo in biglietteria, la sera del concerto); TuttoJazz (abbonamento ai 10 concerti di Crossroads a Correggio) prezzo unico euro 75.
Con i Bad Plus, il classico format del piano trio jazzistico è entrato nel post-modernismo. La formazione originaria, rimasta inalterata dagli inizi sino a tempi recenti, oltre a Reid Anderson e David King vedeva la presenza al pianoforte di Ethan Iverson, sostituito a partire dal 2018 da Orrin Evans.
La prima esibizione del trio risale al 1990, ma per tutto quel decennio i suoi membri continuarono comunque a svolgere carriere più che altro individuali. Sino al 2001, quando pubblicarono il loro primo album per la Fresh Sound: The Bad Plus. L’accoglienza fu immediatamente positiva e non ci volle molto perché una major come la Columbia si accaparrasse questi nuovi talenti: il primo disco con questa etichetta arrivò nel 2003. Se ancora oggi un gruppo jazz che suona brani pop rock contemporanei fa notizia, allora faceva addirittura scalpore, soprattutto perché le cover erano dei Nirvana e i Blondie (e negli anni successivi sarebbero entrati nel loro repertorio anche i Black Sabbath, i Queen, Neil Young, Björk, i Radiohead, David Bowie, gli Yes). Del resto, i Bad Plus sono campioni del cortocircuito tra gli stili e gli approcci: sono un trio jazz imbevuto di cultura rock ma davanti a certe scorribande sonore li si potrebbe prendere per un power trio rockettaro che si diverte a fare jazz.
Da quei primi anni gli album si sono succeduti con regolarità, la fama è andata crescendo sino a renderli uno dei gruppi più noti sulla scena internazionale, le esplorazioni di repertori trasgressivi hanno lasciato ampio spazio anche alla creazione di molta musica composta dal gruppo. Ma le zampate impreviste sono sempre dietro l’angolo: nel 2014 il trio ha registrato una propria personalissima versione della Sagra della primavera di Igor Stravinsky. Il 2015 è stato invece caratterizzato dalla tournée internazionale assieme al sassofonista Joshua Redman, a seguito della pubblicazione discografica di The Bad Plus Joshua Redman. La più recente prova discografica del trio, Never Stop II (2018), è la prima su cui si ascolta Orrin Evans. Il titolo è un chiaro segnale di emancipazione, collegandosi al precedente Never Stop (2010), che fu il primo disco della band basato interamente su composizioni originali.
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