Bologna

Coronavirus, indagine in 24 aziende del territorio: smart working promosso

Studio della rete SmartBO coordinata dal Comune di Bologna: 3.382 persone intervistate

BOLOGNA – Attivi, fiduciosi, concentrati, determinati, soddisfatti, pronti a proseguire l’esperienza dello smart working anche dopo la pandemia, con un unico neo: la sensazione di isolamento. Sono i principali sentimenti con cui descrivono l’esperienza dello smart working le lavoratrici e i lavoratori intervistati nell’ambito di un’indagine promossa tra marzo e aprile scorsi dalla rete SmartBO, coordinata dal Comune di Bologna, in collaborazione con la società Variazioni. Le domande sulla percezione e l’impatto dello smart working sono state rivolte a 3.382 persone che lavorano in 24 aziende del territorio bolognese. Oltre la metà del campione intervistato è composto da donne, ha un’età tra i 45 e i 64 anni, è lavoratore dipendente (79% ) e laureato (61%).

Oltre il 75% degli intervistati esprime un parere nettamente positivo della propria esperienza di smart working, e solo una piccola percentuale (2,4%) si ritiene poco soddisfatta dell’esperienza di lavoro da remoto.

L’esperienza vissuta nell’ultimo anno ha costituito una vera sperimentazione su larga scala: circa il 75% delle persone non aveva mai provato lo smart working prima dell’emergenza sanitaria. Ad oggi lo smart working è ancora utilizzato in modalità ibrida, con una media di circa 3 giorni alla settimana in ufficio e 2 in smart working.

L’indagine rileva un impatto molto positivo dello smart working non solo sulla produttività, ma anche sulle relazioni familiari e il tempo libero, favorendo un risparmio sul costo della vita. Il 55% delle persone ha dichiarato di riuscire a organizzare senza problemi le proprie giornate di lavoro riuscendo a distribuire equamente e a separare il tempo dedicato al lavoro da quello dedicato alla famiglia e alla cura di sé.

Interessante, e in parte in controtendenza rispetto a altre indagini, è il dato sull’utilità dello smart working in caso di esigenze di conciliazione tra l’attività lavorativa e gli impegni familiari e personali (necessità dichiarata dal 52% degli intervistati). Le donne che hanno questa esigenza sono quasi il doppio degli uomini (il 63% contro il 37%) ma per entrambi, senza distinzione di genere, lo smart working ha avuto un’utilità e un’incidenza positiva (per l’85% delle donne e per l’83% degli uomini). L’unica dimensione che ha evidenziato criticità e difficoltà è stata la sensazione di isolamento e la mancanza di socializzazione.

Per quanto riguarda il territorio è da evidenziare un aspetto molto importante sulle abitudini di mobilità: all’aumentare della distanza dai centri urbani cresce l’utilizzo dei mezzi privati per gli spostamenti casa-lavoro: riguarda l’89% di chi vive in zona extraurbana o in una frazione e lavora in zona urbana e il 70% di chi vive e lavora in zona urbana. Da sottolineare che, anche dopo il lockdown, l’89% del campione non ha modificato le proprie abitudini in termini di mobilità, continuando a spostarsi con mezzi propri.

Per quanto riguarda l’organizzazione è da sottolineare il dato relativo alla fiducia: oltre il 54% valuta molto positivamente l’effetto del lavoro a distanza anche grazie alla fiducia dimostrata da colleghi e manager. Pensando alla fine dell’emergenza sanitaria, quasi il 60% ritiene di poter fare almeno il 75-100% del proprio lavoro in smart working, mentre il 24% afferma di poter svolgere in smart working la metà del proprio lavoro. E, potendo scegliere, la maggioranza vorrebbe lavorare in smart working 2 o 3 giorni alla settimana e chiederebbe all’azienda in cui lavora soprattutto flessibilità di scelta dei giorni della settimana in cui lavorare da remoto (42%).

SmartBO è una rete pubblico-privata nata nel 2019, coordinata dal Comune di Bologna, con associazioni imprenditoriali, singole imprese e altre organizzazioni pubbliche della città finalizzato a costruire un Tavolo territoriale del Lavoro Agile della Città di Bologna per valorizzare e incentivare lo smart working e promuovere, attraverso un luogo di confronto e scambio di esperienze, buone pratiche e positive contaminazioni, l’innovazione organizzativa e lo sviluppo sostenibile.

Condividi
Pubblicato da
Roberto Di Biase

Articoli recenti

Alla Rodari tante “Belle storie” d’autunno per i più piccoli

Giovedì 3 ottobre 2024 alle 17.15 per bambini dai 5 anni in viale Krasnodar 102.…

9 ore fa

Università di Parma: assegnate le dirigenze delle aree

Incarichi operativi dal 1° ottobre PARMA - Sono operativi dal 1° ottobre i nuovi incarichi…

9 ore fa

Premio per la miglior tesi “Parma Città Creativa UNESCO della Gastronomia”

Promosso dalla Scuola di Studi Superiori in Alimenti e Nutrizione dell’Università di Parma e dalla…

9 ore fa

Modifiche alla viabilità in centro storico per il “Festival Internazionale a Ferrara 2024”

Provvedimenti in vigore a Ferrara dal 3 al 7 ottobre FERRARA - In occasione delle…

9 ore fa

Grandezze & Meraviglie: il 2 ottobre QUINTET: MOZART & BEETHOVEN a Vignola

VIGNOLA (MO) - Mercoledì 2 ottobre alle 21 Grandezze & Meraviglie porta nella Rocca di…

10 ore fa

“Screening Night”: serata di informazione e sensibilizzazione su contrasto all’HIV e prevenzione AIDS

Mercoledì 2 ottobre 2024 alle 22.00 in piazza Verdi a Ferrara FERRARA - "Screening Night" è …

11 ore fa

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Emilia Romagna News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Contatti - Archivio news - Privacy Policy - Cookie Policy

SOCIAL: Facebook - Twitter