Decisa con Veneto e Friuli e condivisa col ministro Speranza per ragioni tuttora più che valide: la riduzione del contagio e della pressione sulle strutture ospedaliere”
BOLOGNA – Entra oggi in vigore, fino al 3 dicembre, l’ordinanza regionale firmata giovedì dal presidente Stefano Bonaccini, condivisa con i presidenti di Veneto, Luca Zaia, e Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, d’intesa col ministro della Salute, Roberto Speranza. Il provvedimento contiene misure più restrittive che puntano ad evitare assembramenti e situazioni a rischio contagio. Inoltre, da domani l’Emilia-Romagna sarà in zona arancione, dopo la decisione ieri del ministro Speranza sulla base del Dpcm del 3 novembre scorso, che divide il Paese in tre fasce di rischio (gialla, arancione, rossa): si applicheranno quindi ulteriori provvedimenti restrittivi e in caso di sovrapposizione a prevalere, e quindi essere applicate, saranno le misure maggiormente restrittive (vedi scheda allegata).
“L’ordinanza regionale è stata decisa in base all’aumento dei contagi e della situazione di forte pressione sulle strutture sanitarie- spiega il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi– e quindi la necessità, sempre più impellente, di invertire la curva epidemica. Motivazioni tuttora più che valide: l’ordinanza è quindi confermata, contenendo misure che puntano a limitare al massimo situazioni di assembramento, nei centri storici come nei centri commerciali. Il provvedimento– prosegue- è stato deciso dal presidente Bonaccini insieme ai presidenti Zaia e Fedriga, essendo la lotta al virus un obiettivo che dovrebbe essere di tutti, che va al di là di confini politici e geografici. Dopodiché, la valutazione ieri dei parametri epidemiologici e sanitari effettuata dal Comitato tecnico scientifico e dal Governo, che pure il giorno precedente aveva condiviso e approvato la nostra ordinanza, ha portato a spostamenti fra le zone di rischio che sono dipesi, in alcuni casi, da scostamenti infinitesimali rispetto ai parametri monitorati, ma per tutte le Regioni il rischio è comunque passato da moderato a alto, confermando in pieno le ragioni che ci hanno spinto ad intervenire per la riduzione del contagio. Peraltro, va ricordato come nella nostra regione il valore di Rt – l’indice che misura il grado di trasmissibilità del virus – superiore a 1,5 che registravamo da più settimane ci aveva posto al limite della zona rossa. Il calo registrato negli ultimi sette giorni ha migliorato la situazione, ma non certo a sufficienza: la zona rossa resta tuttora una possibilità concreta e dobbiamo fare di tutto per evitarla e ritrovarci a dover adottare blocchi ancora maggiori. Per questo– chiude Baruffi– dobbiamo tutti quanti rispettare le regole. Non c’è spazio per polemiche o dispute sui colori nel momento in cui ogni territorio è in situazione critica. Serve il massimo di unità per uscire dall’emergenza. Sia comunque chiaro che non lasceremo sole le attività economiche colpite: le misure che ne limitano o sospendono l’esercizio non sono imputabili a loro ma alla necessità di aumentare il distanziamento; è dunque necessario che Stato, Regioni ed Enti locali allevano il peso che viene posto sulle loro spalle”.
La Regione ha chiesto al Governo l’apertura di un tavolo di confronto per veder riconosciuti ulteriori ristori economici agli esercenti e agli operatori che dovranno limitare o sospendere l’attività in seguito all’ordinanza regionale. Fondi aggiuntivi rispetto alle misure di sostegno collegate alle restrizioni previste per le aree arancione e rossa.
Inoltre, ha già deciso lo stanziamento di 10 milioni di euro dal bilancio regionale per integrare gli aiuti economici nazionali. “Saranno rivolti a bar, ristoranti, attività economiche colpite dall’ultimo Dpcm- sottolineano gli assessori Paolo Calvano (Bilancio) e Andrea Corsini (Commercio)- così come a taxisti e noleggio con conducente, oltre a palestre e piscine. Agiremo insieme ai Comuni, che potranno a loro volta stanziare ulteriori risorse, secondo un piano e modalità che definiremo nei prossimi giorni”.
SCHEDA: LE MISURE IN VIGORE IN EMILIA-ROMAGNA
Spostamenti consentiti solo all’interno del proprio comune di residenza, mentre sono vietati quelli verso altri comuni e quelli in entrata e uscita dalla regione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute, studio o necessità. Con la raccomandazione di evitare gli spostamenti non necessari anche all’interno del proprio comune. Chiusi i ristoranti e le altre attività di ristorazione (bar, pub, gelaterie, pasticcerie): per loro resta consentita la sola vendita da asporto, dalle 5 alle 22, mentre le consegne a domicilio non hanno limiti d’orario.
Sono le nuove misure, in aggiunta a quelle già in vigore, che scatteranno in Emilia-Romagna da domenica 15 novembre e per almeno due settimane dopo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede l’inserimento della regione in zona arancione, sulla base della valutazione dei parametri relativi al livello di rischio e allo scenario epidemico effettuata dal Comitato tecnico scientifico e dalla Cabina di regia nazionale.
L’Emilia-Romagna passa dunque da zona gialla, a rischio moderato, a zona arancione, a rischio elevato, nella quale si applicano misure più restrittive a tutela della salute pubblica e per frenare il contagio da Coronavirus. Si tratta di quella intermedia rispetto alla terza, la rossa (rischio massimo). Suddivisione decisa dal Governo con il Dpcm del 3 novembre scorso, che individua appunto tre aree di rischio, con l’attuazione di provvedimenti diversi a seconda delle singole fasce.
Resta valida l’ordinanza regionale adottata dal presidente Stefano Bonaccini, d’intesa col ministro Speranza, che entra in vigore oggi, sabato 14 novembre. Contiene misure che puntano ad evitare soprattutto assembramenti e situazioni a rischio contagio. Rispetto a quelle previste dall’ingresso in zona arancione, prevarranno le misure maggiormente restrittive.
Sulla base dell’ordinanza regionale, quindi, da oggi bisognerà rispettare anche regole non previste in zona arancione, a partire dal fatto che nei giorni prefestivi e festivi le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole. Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, sempre fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari.
Lo stesso avverrà con le seguenti misure: uso obbligatorio della mascherina sempre, non appena fuori di casa; attività sportiva e motoria preferibilmente in parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, mentre non sarà possibile nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate; l’ingresso di un solo componente per nucleo familiare negli esercizi di vendita di generi alimentari; lo stop ai mercati comunali in assenza di regole precise di sicurezza fissate dai Comuni; la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Tutte le misure in vigore in Emilia-Romagna, le informazioni e le risposte alle domande più frequenti (FAQ), in aggiornamento continuo, sul portale della Regione, nella sezione dedicata al Covid: https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus